UNIRI (ANPRI-EPR, CIDA-Ricerca) UNIONE SINDACALE PER LA RICERCA- FEDERDIRIGENTI FUNZIONE PUBBLICA

ANPRI-EPR
Associazione Nazionale Professionale Ricercatori Enti Pubblici di Ricerca
CIDA-Ricerca
Sindacato Nazionale Dirigenti Enti Ricerca
pag web: http://www.anpri.it/   


OSSERVAZIONI UNIRI (ANPRI-EPR, CIDA Ricerca) ALLA BOZZA CNR DI PIANO TRIENNALE 2001-2003 presentata il 15.2.2001

Data 21 febbraio 2001
Prot. 404

				Al Presidente del CNR
				Prof. Lucio Bianco

				Ai Membri del Consiglio Direttivo

			e p.c.

				Ai Membri del Comitato di Consulenza
                                Scientifica



Oggetto: OSSERVAZIONI   UNIRI (ANPRI-EPR, CIDA Ricerca)
ALLA BOZZA CNR DI PIANO TRIENNALE 2001-2003 presentata il 15.2.2001



L'UNIRI formula qui per iscritto le osservazioni in buona parte gia'
formulate a voce il 15.2.01.

L'UNIRI considera molto positivo il fatto che il CNR presenti il suo 
primo piano triennale fondato sull'esigenza di  rilanciare l'ente con un
consistente aumento dei finanziamenti ordinari da parte governativa.

L'UNIRI approva e appoggera' questa richiesta nelle sedi politiche e 
culturali.

L'UNIRI valuta positivamente che sia stata fatta una accurata analisi della
situazione internazionale per individuare punti di riferimento per una
futura valutazione delle strategie dell'Ente.

L'UNIRI comprende le difficolta' relative alla presentazione del piano
triennale dovute sia alla attuale  fase di transizione verso un nuovo CNR
riformato, sia alla mancanza di strumenti fondamentali, quali un adeguato
censimento delle attivita' in corso e di quelle programmate, la definizione
di settori scientico-disciplinari e settori tecnolgici adeguati alle
attivita' dei ricercatori e tecnologi dell'Ente, il censimento delle
afferenze di questi ai settori, le conferenze di settore.

Tuttavia il Piano suscita notevoli perplessità in diversi punti ed in
particolare riguardo a:
- definizione delle "aree di intervento scientifico "
- piano di fabbisogno del personale
- piano della distribuzione delle risorse finanziarie


1. Definizione delle "aree di intervento scientifico ".


Il Piano, a partire dall'analisi degli scenari internazionali, individua
dei settori strategici che pero' non vengono poi più richiamati in nessun
punto del Piano. Individua invece 5 aree, che definisce di intervento
scientifico (pag. 43),  che sono:

Scienze di Base
Scienze della Vita
Scienze della Terra e dell'Ambiente
Scienze Sociali ed Umanistiche
Scienze Tecnologiche, Ingegneristiche ed Informatiche

Il Piano imposta su queste aree  il piano delle attività, il piano di
fabbisogno del personale ed il piano di distribuzione delle risorse. Non
definisce tuttavia cosa afferisca a queste aree, se istituti e/o
ricercatori e/o progetti interni /esterni, né tale definizione risulta da
altri atti dell'Ente.

Assegna peraltro a queste aree risorse finanziarie e umane in determinate
percentuali (v. tavole 6.1a pag. 74, 6.2b pag. 75  e tav. 14.1f pag. 197);
da notare che per le diverse risorse le percentuali sono sempre le stesse
sia quando si presenta la fotografia dell'esistente sia quando si
prospettano le distribuzioni future.


A tale riguardo l'UNIRI chiede perlomeno una precisa definizione delle aree
di intervento scientifico ed  i criteri con cui sono state assegnate o si
prevede di assegnare le risorse alle stesse e quelli con cui si
ripartiranno fra istituti, personale e progetti.



2. Piano di fabbisogno del personale

Il decreto 19/99 prescrive che il piano di fabbisogno del personale sia
suddiviso per aree scientifiche. Le aree  scientifiche a cui fa riferimento
il decreto 19 sono quelle in cui viene suddiviso il personale in relazione
ai concorsi, ovvero i settori scientifico disciplinari dei regolamenti CNR
(si ricordi che nei regolamenti viene esplicitata tale corrispondenza).

Il piano prevede una distribuzione del personale (talvolta "di ricerca",
includendo anche tecnici e amministrativi, e talvolta "diretto di ricerca",
includendo ricercatori e forse tecnologi) nelle 5 aree di intervento e non
nelle aree scientifiche (ovvero settori scientifico-disciplinari).
Inoltre, come detto sopra, non "pianifica", bensì ripropone sempre le
stesse percentuali con cui sarebbero suddivisi fra aree di intervento i
posti messi a concorso in questi ultimi mesi del 2000 (tav. 14.1f pag. 197)
sia per fotografare la situazione complessiva esistente (tav 6.1a pag 74)
sia per distribuire i posti futuri (sempre tav. 14.1f).
Inoltre ci si chiede come si sia potuto calcolare il  numero di posti
(banditi nel 2000) assegnati a ciascuna area di intervento (tav. 14.1f pag.
197) visto che di fatto i posti sono stati assegnati agli istituti e i
concorsi per ricercatori  banditi per settori scientifico-disciplinari:
come detto anche a voce nel corso dell'incontro del 15 febbraio, né gli
istituti, né i settori scientifico-disciplinari afferiscono univocamente a
queste aree.
Su questo punto molto delicato, che investe aspetti  qualificanti del
decreto 19/99 quale l'esistenza di una esplicita, trasparente e prevedibile
politica del personale, l'UNIRI richiede che venga fatta la massima
chiarezza.

Il decreto  prevede inoltre un confronto con le OO.SS sull'organico e sulle
tipologie contrattuali. Questo significa che il piano di fabbisogno
dovrebbe suddividere il fabbisogno di personale nei diversi profili e
livelli ed ancora nelle diverse figure del tempo indeterminato e tempo
determinato. Cio' sostanzierebbe le positive intenzioni (espresse a pag.
195) di: "offrire le giuste possibilita' di carriera al personale
meritevole".

Tutto ciò manca nella versione attuale del Piano:
l'UNIRI chiede l'impegno a integrarlo cosicche' il fabbisogno venga
articolato nei diversi profili e livelli e nelle diverse tipologie
contrattuali (tempo determinato e indeterminato).
l'UNIRI richiede inoltre che  il CNR si impegni a definire in tempi certi i
settori scientifici e tecnologici adeguati alle attivita' dei ricercatori e
tecnologi CNR per articolare il piano su questi settori.

Il piano indica il numero di concorsi che il CNR vuole bandire nei prossimi
anni.
L'UNIRI invece considera molto importante, come previsto nel decreto,
indicare le assunzioni invece dei concorsi, cioè di quanto l'ente vuole
effettivamente aumentare l'organico complessivo.
Questa impostazione permetterebbe gia' da quest'anno di fare più concorsi
per i livelli superiori rimanendo entro il numero previsto di assunzioni.

L'UNIRI richiede percio'che nel piano vengano correttamente previste
assunzioni.

L'UNIRI richiede anche una chiara definizione del turnover e di meccanismi
che rendano poi effettiva per il CNR la possibilita' di bandire concorsi
aggiuntivi a fronte di uscite di personale.

Altra grave carenza è la mancanza di ogni riferimento ad un piano per la
formazione di giovani ricercatori da inserire all'interno del CNR  (borse
di dottorato, contratti triennali etc.); tanto piu' che la formazione post
laurea e' prerequisito anche normativamente necessario per l'accesso al
terzo livello di ricercatore.

L'UNIRI chiede l'impegno del CNR ad una integrazione anche su questo punto.


3. Piano di distribuzione delle risorse finanziarie

Il Piano richiede un forte aumento dei finanziamenti. Emerge che l' aumento
delle entrate, richiesto dal Piano, è destinato a  coprire, oltre che
l'aumento delle spese per il personale, a seguito dei concorsi in via di
espletamento, anche un  aumento di circa l'800%, della attività di agenzia
a fronte invece di un incremento dei finanziamenti alla rete di circa
l'80%, quindi con una destinazione delle risorse ad una funzione, quella di
agenzia, che non  è più specifica del CNR.

Viene anche detto che, a fronte di una assegnazione di risorse inferiore
alla richiesta, occorrerà stabilire dei criteri di priorità. Fra questi
criteri spicca per primo la necessità di "scegliere i settori strategici" e
su questi poi impostare i finanziamenti. I settori strategici sono settori
nei quali il CNR intende investire attraverso la funzione di agenzia.
Questo vuole dire che a fronte di una diminuzione di risorse il CNR
comunque ridurrà il finanziamento sia alla rete che alla agenzia.

In relazione a questi aspetti l'UNIRI chiede invece che si stabiliscano
criteri di priorità che garantiscano alla rete comunque un aumento dei
finanziamenti, tenuto conto soprattutto dell'aumento di personale dovuto ai
concorsi in atto e a quelli programmati, e quindi che i tagli, se
necessari, avvengano in primo luogo sulla funzione di agenzia o su altre
voci.

Vogliamo infine fare qualche osservazione sul piano delle attività  senza
entrare nel merito degli aspetti scientifici della questione, ma per
osservare che molti argomenti sono trattati in modo superficiale e che la
forma complessiva appare piuttosto frammentaria e disomogenea. Questo è
verosimilmente dovuto al modo in cui questa parte è stata redatta, come
somma di contributi individuali. Spesso mancano indicazioni su intenzioni
di potenziamento o valorizzazione. Non si vedono i legami fra la situazione
internazionale e gli obiettivi del CNR.

Sul questo aspetto ribadiamo che la scelta degli argomenti,
l'individuazione dei settori forti e deboli del CNR, il confronto
internazionale su argomenti più specifici deve  avvenire in ambiti diversi
dal CD, in  conferenze di settore, previste dai regolamenti, con la
partecipazione diretta dei ricercatori interessati.

Esprimiamo la preoccupazione che il piano delle attività del maggior Ente
di ricerca  italiano così  formulato possa indebolire la  giusta richiesta
di risorse necessarie al rilancio dell'Ente.


Il Segretario Generale ANPRI-EPR e
Presidente UNIRI (ANPRI-EPR, CIDA-Ricerca)
Dott.Bruno Betro