COMUNICATO 22 ottobre 1999
SUI NUOVI REGOLAMENTI DEL CNR
Come preannunciato nel comunicato dell'8 ottobre u.s., i regolamenti
approvati dal Consiglio Direttivo il 7 ottobre, e ora sottoposti
all'esame di merito e legittimità da parte del MURST, presentano
numerose modifiche, diverse delle quali migliorative e che vanno
incontro a specifiche richieste presentate dall'UNIRI(ANPRI-EPR, CIDA
Ricerca), mantenendo tuttavia nella sostanza immutata la loro
impostazione verticistica e negatrice dell'autogoverno della comunità
scientifica interna all'ente.
Da un lato infatti si devono registrare come positive modifiche quali:
- l'ampliamento dei compiti consultivi sulle materie di carattere
scientifico del Comitato di Consulenza Scientifica
- l'ampliamento delle prerogative del Comitato d'Istituto e la
presenza in esso dei responsabili di Sezione (di nomina del
Direttore) in numero non superiore a quello dei membri eletti
- la previsione del parere del Comitato d'Istituto per l'associazione
di ricercatori esterni e il presupposto della reciprocità e parità
di condizioni tra ricercatori CNR e ricercatori dell'ente di
appartenenza dell'associato
- la responsabilità della gestione dei fondi attribuita alle unità
di ricerca di progetti esterni
- la parziale salvaguardia dei contratti ex art. 23 e 36 in essere
(almeno fino al 31 dicembre 2001)
- il ruolo primario nella formazione attribuito agli Istituti
- la previsione del coinvolgimento propositivo della comunità
scientifica dell'ente ai fini del piano triennale e dei relativi
aggiornamenti annuali, secondo modalità che saranno definite dal
Consiglio direttivo
Va inoltre registrato positivamente il fatto che i regolamenti dettino
finalmente una normativa organica per i concorsi ai tre profili di
ricercatore e a quelli di tecnologo, pur in presenza di punti negativi
quali il non avere previsto nei primi la componente interna nella
misura massima compatibile con i limiti imposti dal decreto (2
ricercatori CNR e 3 esterni) e la mancanza di parallelismo tra i
secondi e i primi.
Peraltro restano confermati e in qualche misura aggravati punti
cardine dell'impostazione negativa in apertura richiamata, quali:
- l'assenza di autogoverno a tutti i livelli della comunità
scientifica interna, che si sostanzia in particolare in: scelta
dall'alto dei direttori, sia pure in base ad un profilo indicato dal
Comitato di Istituto; compito quasi esclusivamente consultivo del
Comitato di Istituto (unico ruolo decisionale è l'approvazione del
bilancio dell'Istituto); governo monocratico delle Sezioni da parte
di un responsabile di nomina del Direttore (in prima applicazione,
per i nuovi Istituti non è neppure richiesto il parere del Comitato
di Istituto); assenza di contingentamento e di richiesta di impegno
a tempo pieno per i ricercatori associati, con possibilità quindi
che il Comitato d'Istituto sia tutto esterno
- la presenza di un Consiglio Scientifico di nomina e tutto esterno
all'Istituto, con "compiti di esame dei programmi di attività e dei
risultati raggiunti, nonchè di proposta per il miglioramento della
qualità delle ricerche svolte", così che di fatto tale organismo
può agire come organo di indirizzo scientifico dell'Istituto,
nonchè di gestione per la presenza di un suo membro in tutte le
commissioni di concorso per i profili di ricercatore; in ogni caso
configurandosi a livello di Istituto un dualismo che invece si è
voluto in ogni modo evitare a livello di vertice
- l'assenza a livello regolamentare di organismi rappresentativi della
comunità scientifica interna con funzioni di tramite tra gli
Istituti e il CD
Il permanere di tali elementi negativi impone la conferma di un
giudizio complessivamente critico sui nuovi regolamenti del CNR.
Va peraltro sottolineato il fatto che tali regolamenti non
rappresentano un incidente di percorso del riordino del sistema della
ricerca in atto; infatti:
- il decreto 204/98 (sul "cervello" del sistema ricerca) ha una forte
impronta verticistica
- le misure che "valorizzino la professionalità e l'autonomia dei
ricercatori [degli enti di ricerca] e ne favoriscano la mobilità
interna ed esterna tra enti di ricerca, università, scuola e
imprese" previste dell'art. 18 della legge delega 59/97 sono
rimaste sostanzialmente lettera morta per precisa volontà del
governo, come dimostrato dalla recente vicenda del decreto sull'INGV
- nello stesso decreto di riordino del CNR non sono stati inseriti gli
elementi di autogoverno pure richiesti dalla Commissione Bicamerale
- la ricollocazione contrattuale dei ricercatori e tecnologi nel
contratto del personale non dirigenziale, concertata tra Governo e
sindacati confederali, ne indebolisce oggettivamente le figure
professionali
E' pertanto, da un lato, indispensabile intervenire presso il MURST
per sollecitare rilievi sui regolamenti CNR nel merito dei punti sopra
evidenziati (una richiesta di incontro è già stata inoltrata
dall'UNIRI(ANPRI-EPR, CIDA-Ricerca) ). Tale azione dovrà tuttavia essere
accompagnata da una sollecitazione più ampia al Governo per rivedere,
tramite decreti correttivi, l'impostazione generale data al riordino del
sistema
ricerca nella direzione di una vera valorizzazione dei ricercatori.
A questo proposito va segnalata la risposta positiva del Presidente
del Senato alla richiesta, siglata congiuntamente dall'ANPRI e dalle
altre sigle sindacali, di Suo intervento a fronte della inadeguata
rispondenza tra i decreti approvati dal Governo e il parere della
Commissione Bicamerale.
E' comunque indispensabile che tutti i ricercatori e tecnologi
prestino all'attuale momento particolare attenzione e siano pronti ad
assicurare all'azione dell'ANPRI il massimo sostegno, anche
concorrendo a determinare le iniziative di mobilitazione più efficaci
per il conseguimento degli obiettivi sopra messi in evidenza.
Patrizia Ciarlini
Segretario Nazionale ANPRI
Responsabile per il CNR