Roma 12.8.1999

Al Presidente del CNR
Prof.Lucio Bianco

Al
Consiglio Direttivo del CNR

e p.c

Al Ministro della Università e della
Ricerca Scientifica e tecnologica
On. Ortenzio Zecchino

Al Sottosegretario

On.Antonio Cuffaro

Caro Presidente,
Cari Consiglieri,

i concorsi che il D.Lgs. 19/99 consente di bandire in fase transitoria rappresentano un evento di enorme importanza per il CNR, che ha destato, giustamente, una grande aspettativa da parte del personale scientifico e tecnologico e degli Organi di ricerca dell'ente.

Registriamo quindi più che mai con viva contrarietà il mancato rispetto del decreto, che prevede espressamente il confronto con le OO.SS (art.6 comma 2) - oltre a quello previsto dalla normativa generale - e l'assenza di trasparenza in merito sia alle procedure sia ai criteri seguiti dal Consiglio Direttivo riguardo ai posti da mettere a concorso.

Nell'incontro tra il CNR e le OO.SS sulla Formazione, avvenuto il 26.7.99, UNIRI e le altre OO.SS hanno chiesto di avere ufficialmente dal CNR le delibere dui concorsi, e in particolare sulla ripartizione dei 391 posti del programma CNR/MISM, su cui già circolavano notizie ufficiose, delibere mai pervenute alle suddette OO.SS.Solo dopo che queste ultime hanno posto la richiesta come pregiudiziale al proseguimento dell'incontro, la delegazione del CNR ha esibito le tre delibere.

Con la delibera del 2 giugno è stato deciso di ricostruire le "risorse scientifiche" della rete di ricerca bandendo i posti per settori disciplinari al potenziamento delle strutture, con il criterio di eccellenza degli istituti. Non si dice però, nè è stato parimente reso noto, quali siano gli Istituti clessificati come eccellenti e con quali criteri e parametri siano stati classificati come tali.

Per i 391 posti destinati al sud, il criterio dichiarato, nelle delibera del 23 luglio, è quello della concentrazione in pochi organi dove, in base ai consuntivi e alle valutazioni dei Comitati Nazionali di Consulenza, siano ritenuti rilevanti raggiungere una massa critica, considerando anche la situazione di precariato arrivi alla ripartizione dei 391 posti tra i 201 organi, allegati alla delibera. Nè è possibile vedere una coerenza tra i criteri medesimi e la ripartizione, utilizzando i dati ufficiali del CNR e la conoscenza diretta della realtà della rete, che non manca di certo ai ricercatori tecnologi del CNR.

In realtà la ripartizione non appare legata alla consistenza numerica dei precari negli organi e ad una prima analisi risulta che circa la metà di tale personale non avrebbe la possibilità di accedere ad un concorso. Un risultato questo paradossale, dopo che, come è noto a tutti coloro che hanno seguito l'iter del decreto di riordino del CNR, il governo ha deciso l'inserimento nel decreto della norma transitoria sui concorsi principalente per dare all'ente la possibilità di superare gli effetti della pluriennale dissennata politica di reclutamento, che ha portato ad una pesante situazione di precariato.

La delibera, inoltre, non definisce, e non dà criteri, nè profili nè i livelli posti da bandire, lasciando la più ampia discrezionalità ai Direttori. Per quanto riguarda i 500 posti da bandire nel 2000, nella delibera del 23 luglio si dichiara che la ripartizione terrà anche conto del riordino. Nessun accenno si fà alla necessità di valorizzare la professionalità dei ricercatori tecnologi dell'ente, problema non meno urgente di quello del precariato. E' noto infatti che la mancanza o la estrema esiguità dei concorsi dell'ultimo decennio ha creato in moltissimi casi un profondo divario tra il livello delle competenze e dei risultati acquisiti da parte dei ricercatori e tecnologi e i loro livelli di inquadramento, una situazione - che una politica del personale di un ente di ricerca, che voglia essere efficace, non può ignorare.

In considerazione di quanto sopra, l'UNIRI chiede di poter discutere in tempi brevi, per non provocare ritardi all'avvio della fase concorsuale, un effettivo confronto con l'ente, la materia in questione. In particolare si chiede vengano chiariti e adeguatamente pubblicizzati i criteri utilizzati e da utilizzare per mettere a concorso i posti e la loro ripartizione tra i livelli e tra gli istituti; che la gestione dei concorsi da parte degli istituti sia vincolata a chiare e precise norme, nel rispetto del decreto di riordino del quadro dell'obiettivo di effettivo potenziamento dell'ente e di valorizzazione della professionalità dei ricercatori e tecnologi in esso presenti.

Distinti saluti

           Il Presidente di UNIRI e
           Segretario Generale dell'ANPRI-EPR

           dott.ssa Vincenza Celluprica