Comunicato 3 febbraio 2000

Primi risultati della mobilitazione dei ricercatori e tecnologi:

il Presidente dell'ARAN incontra l'UNIRI

Mercoledì 2 febbraio una delegazione dell'UNIRI e della CIDA (presente il Vice-Presidente CIDA, Rembado, e il Segretario Generale della Federdirigenti Funzione Pubblica, Dionisi) è stata ricevuta dal Presidente dell'ARAN, Dell'Aringa. La delegazione ha ribadito a Dell'Aringa che l'UNIRI non si limita a protestare per i "tavoli separati" chiesti da CGIL-CISL-UIL, ma contesta radicalmente la pretesa di queste OO.SS. e dell'ARAN di pervenire ad un unico contratto per tutto il personale degli EPR non appartenente alla dirigenza amministrativa, invece di discutere un "contratto separato" per ricercatori e tecnologi in area dirigenziale, come loro diritto. A sostegno di questa posizione sono state ricordate al Presidente dell'ARAN tutte le argomentazioni "di diritto", vecchie e nuove, sulla base delle quali l'UNIRI e la CIDA hanno presentato varie istanze di ricorso e che sono in parte riportate nella lettera allegata.

Il Presidente Dell'Aringa, dopo avere auspicato un ripensamento di CGIL, CISL e UIL sulla richiesta di tavoli separati, ha dovuto innanzitutto ammettere che al momento, comunque, non esiste ancora una proposta ufficiale dell'ARAN di nuovo contratto. Ha quindi ascoltato con attenzione le argomentazioni dell'UNIRI, dando la sua disponibilità per un ulteriore incontro tecnico, nel corso del quale tali argomentazioni potranno essere approfondite.

L'UNIRI ha ribadito con forza che la situazione attuale, nella quale i ricercatori e tecnologi sono estromessi dall'area contrattuale della dirigenza e quindi a grave rischio di declassamento professionale, è la conseguenza di uno sciagurato accordo firmato dall'ARAN e da CGIL,CISL e UIL, accordo illegittimo e che renderebbe altrettanto illegittimo un eventuale contratto "unico" conseguente a tale accordo.

Pertanto, per non rischiare l'annullamento del nuovo contratto, l'UNIRI chiede all'ARAN di rinegoziare l'accordo contestato, ricollocando i ricercatori e tecnologi nella area di contrattazione dirigenziale per loro prevista dalla legge.

A tale fine, è importante che la mobilitazione in corso prosegua e si intensifichi, facendo crescere intorno alle richieste dell'UNIRI il maggior consenso possibile.

La delegazione UNIRI