UNIRI (ANPRI-EPR, CIDA-Ricerca)
UNIONE SINDACALE PER LA RICERCA - FEDERDIRIGENTI FUNZIONE PUBBLICA

ANPRI-EPR
Associazione Nazionale Professionale Ricercatori Enti Pubblici di Ricerca

CIDA-Ricerca
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COMUNICATO 22 maggio 2001

SULLO STATO DELLE TRATTATIVE DEL COMPARTO RICERCA


Dopo gli incontri tra l'ARAN e le OO.SS.  dello scorso 10 maggio sono
circolati comunicati e controcomunicati CGIL e CISL e una "nota" ARAN che
hanno fornito visioni diverse e parziali degli incontri stessi e di
conseguenza possono avere alimentato confusione e disinformazione
sull'attuale fase delle trattative.  Riteniamo pertanto necessario
richiamare qui i principali termini della questione.

Ricordiamo innanzitutto che sono passati quasi tre anni dall'accordo tra
CGIL, CISL, UIL e ARAN che declassava i ricercatori e tecnologi degli Epr
togliendoli illegittimamente dall'area dirigenziale (in cui le trattative
si sono concluse con sostanziosi miglioramenti economici e normativi), e
piu' di un anno e mezzo da quando sono iniziate le "manovre" contrattuali
con la richiesta di CGIL, CISL e UIL di un tavolo separato in cui, a loro
dire, avrebbero rapidamente concluso il contratto sulla base della loro
piattaforma unitaria.

La trattativa e' stata in realta' trascinata stancamente con
pseudoagitazioni, presentazioni e ritiri da parte dell'ARAN di bozze di
articolato, oscure denunce di parti sindacali riguardo alla "rigidita' del
Comitato di Settore sull'ordinamento", dimissioni e sostituzione del
Presidente di quest'ultimo, comunicazioni governative su "ulteriori
risorse" poi svanite, impegni degli enti di ricerca per rendere disponibili
risorse a carico dei rispettivi bilanci, nuove comunicazioni governative a
ridosso delle elezioni per ulteriori "ulteriori risorse".  Infine, una
quindicina di giorni fa, la messa in circolazione di voci che davano per
certo l'avvio della rituale "non stop" di chiusura del contratto.
Il che, come tutti sanno, non e' avvenuto, ne' poteva avvenire visto che, a
fronte dell'impegno del Comitato di settore di anticipare prima un 3% e poi
ancora un 2% del monte salari sul bilancio degli Enti, il Governo aveva
avallato solo la prima promessa e non la seconda (ne' lo ha fatto finora).
Inoltre mancava una qualsiasi discussione sulla destinazione di queste
risorse e su molti punti aperti e controversi, sia di natura economica che
normativa, la trattativa non era ancora entrata nel vivo.

L'UNIRI, che ha piu' volte denunciato il crescente divario di retribuzione
fra ricercatori e tecnologi degli enti di ricerca e ricercatori e docenti
universitari, sollecitando un intervento economico straordinario, anche
extracontrattuale, rivendica comunque come un suo successo il reperimento
di queste risorse, pur denunciandone l'insufficienza per l'obiettivo della
perequazione con l'universita'.

E' per questo che il 10 maggio l'UNIRI ha voluto siglare con l'ARAN un
verbale congiunto che fissasse come acquisite le risorse in questione.
Quanto alla loro destinazione e ai molti punti ancora aperti e controversi
sul contratto, l'ARAN si e' dichiarata non disponibile a presentare
proposte operative, sia perche' in attesa di avallo governativo, sia per
difficolta' tecniche a redigere in tempi brevi un nuovo articolato
conseguente all'ultimo atto di indirizzo.

In questo scenario, non solo non era possibile come sopra ricordato
chiudere il contratto, ma neppure arrivare ad una preintesa che fissasse la
sostanza del contratto stesso.

E' difficile ora prevedere gli sviluppi ulteriori, anche se il verbale
congiunto siglato dall'UNIRI (e non da CGIL, CISL e UIL) costituisce una
difesa, per quanto riguarda le risorse economiche, contro il possibile
azzeramento della situazione a seguito del cambiamento del quadro politico.
L'UNIRI pretendera' che il nuovo Governo perlomeno onori le disponibilita'
economiche registrate in tale verbale.

Quanto alla destinazione del 5% del monte salari di ricercatori e
tecnologi, l'UNIRI sostiene che l'importo in questione deve essere
corrisposto in forma fissa e continuativa in modo da costituire parte
integrante del trattamento economico al fine di ridurre il gap retributivo
con ricercatori e docenti universitari, senza "distrazione di fondi" per
finanziare a carico del contratto la soluzione di altri problemi di
particolare rilievo, che hanno tuttavia caratteristiche diverse tra ente ed
ente e quindi devono essere piu' correttamente posti a carico diretto dei
bilanci degli enti.

Ci si riferisce ad esempio al problema costituito dal riconoscimento di
anzianita' pregresse maturate, in particolare attraverso contratti ex artt.
36 e 23, questione che l'UNIRI ha sempre posto sui tavoli di trattativa e
che ora diventa del tutto urgente definire in occasione dell'ingresso al
III livello di molti colleghi CNR gia' in posizione di personale a
contratto.

Ci si riferisce anche all'istituto dell'anno sabbatico, che una visione
puramente burocratica tende a respingere in quanto fonte di costi per gli
enti per "mancata prestazione".

Quanto infine alla questione delle "anomale permanenze" nei livelli III e
II per scarsita' di concorsi ai livelli II e I, l'UNIRI, che per prima e da
sempre (come ANPRI-EPR) ha sollevato il problema (gravissimo al CNR),
esprime soddisfazione per il fatto che finalmente questo fondamentale
problema sia riconosciuto ufficialmente dagli enti e sia arrivato al centro
dell'attenzione.

L'UNIRI deve tuttavia esprimere anche forti perplessita' sia sulle
modalita' di applicazione degli strumenti contrattuali proposti (il
Comitato di settore ha dato indicazione che fino al 50% dei concorsi per
sanare "le anomale permanenze" sia riservato), sia sul finanziamento di
tali concorsi a carico del contratto.

Cio' perche' il meccanismo della riserva parziale, vincolato alla revisione
dei piani di fabbisogno, alla ripartizione per settori scientifico
disciplinari e, nel caso CNR, all'attribuzione ai singoli Istituti,
porterebbe ad una assoluta imprevedibilita' dei tempi di applicazione e
della destinazione delle riserve, nonche' ad una parcellizzazione che non
garantirebbe in modo equo e uniforme i ricercatori e i tecnologi in attesa
di concorso.

Inoltre la soluzione "una tantum" incoraggerebbe gli enti a proseguire,
esaurita la tornata in questione, la loro tradizionale politica di non fare
i concorsi in attesa di nuovi provvedimenti "tampone".

Infine, il fatto di porre i concorsi a parziale carico delle gia' esigue
risorse contrattuali fornirebbe un prevedibilissimo alibi per giustificare
il bando di un numero insufficiente di concorsi con conseguenti gravissime
disparita'.

In definitiva, si rischia di sottrarre risorse permanenti alle retribuzioni
per un meccanismo di dubbia equita' ed efficacia e che darebbe ulteriori
alibi agli Enti per non dedicare , nei piani di fabbisogno, il dovuto,
giusto, spazio ai concorsi per la carriera.


Il Presidente UNIRI

Bruno Betro'