UNIRI (ANPRI-EPR, CIDA-Ricerca) UNIONE SINDACALE PER LA RICERCA - FEDERDIRIGENTI FUNZIONE PUBBLICA ANPRI-EPR Associazione Nazionale Professionale Ricercatori Enti Pubblici di Ricerca CIDA-Ricerca Sindacato Nazionale Dirigenti Enti Ricerca _____________________________________________________________ http://www.anpri.it/
Dopo gli incontri tra l'ARAN e le OO.SS. dello scorso 10 maggio sono circolati comunicati e controcomunicati CGIL e CISL e una "nota" ARAN che hanno fornito visioni diverse e parziali degli incontri stessi e di conseguenza possono avere alimentato confusione e disinformazione sull'attuale fase delle trattative. Riteniamo pertanto necessario richiamare qui i principali termini della questione. Ricordiamo innanzitutto che sono passati quasi tre anni dall'accordo tra CGIL, CISL, UIL e ARAN che declassava i ricercatori e tecnologi degli Epr togliendoli illegittimamente dall'area dirigenziale (in cui le trattative si sono concluse con sostanziosi miglioramenti economici e normativi), e piu' di un anno e mezzo da quando sono iniziate le "manovre" contrattuali con la richiesta di CGIL, CISL e UIL di un tavolo separato in cui, a loro dire, avrebbero rapidamente concluso il contratto sulla base della loro piattaforma unitaria. La trattativa e' stata in realta' trascinata stancamente con pseudoagitazioni, presentazioni e ritiri da parte dell'ARAN di bozze di articolato, oscure denunce di parti sindacali riguardo alla "rigidita' del Comitato di Settore sull'ordinamento", dimissioni e sostituzione del Presidente di quest'ultimo, comunicazioni governative su "ulteriori risorse" poi svanite, impegni degli enti di ricerca per rendere disponibili risorse a carico dei rispettivi bilanci, nuove comunicazioni governative a ridosso delle elezioni per ulteriori "ulteriori risorse". Infine, una quindicina di giorni fa, la messa in circolazione di voci che davano per certo l'avvio della rituale "non stop" di chiusura del contratto. Il che, come tutti sanno, non e' avvenuto, ne' poteva avvenire visto che, a fronte dell'impegno del Comitato di settore di anticipare prima un 3% e poi ancora un 2% del monte salari sul bilancio degli Enti, il Governo aveva avallato solo la prima promessa e non la seconda (ne' lo ha fatto finora). Inoltre mancava una qualsiasi discussione sulla destinazione di queste risorse e su molti punti aperti e controversi, sia di natura economica che normativa, la trattativa non era ancora entrata nel vivo. L'UNIRI, che ha piu' volte denunciato il crescente divario di retribuzione fra ricercatori e tecnologi degli enti di ricerca e ricercatori e docenti universitari, sollecitando un intervento economico straordinario, anche extracontrattuale, rivendica comunque come un suo successo il reperimento di queste risorse, pur denunciandone l'insufficienza per l'obiettivo della perequazione con l'universita'. E' per questo che il 10 maggio l'UNIRI ha voluto siglare con l'ARAN un verbale congiunto che fissasse come acquisite le risorse in questione. Quanto alla loro destinazione e ai molti punti ancora aperti e controversi sul contratto, l'ARAN si e' dichiarata non disponibile a presentare proposte operative, sia perche' in attesa di avallo governativo, sia per difficolta' tecniche a redigere in tempi brevi un nuovo articolato conseguente all'ultimo atto di indirizzo. In questo scenario, non solo non era possibile come sopra ricordato chiudere il contratto, ma neppure arrivare ad una preintesa che fissasse la sostanza del contratto stesso. E' difficile ora prevedere gli sviluppi ulteriori, anche se il verbale congiunto siglato dall'UNIRI (e non da CGIL, CISL e UIL) costituisce una difesa, per quanto riguarda le risorse economiche, contro il possibile azzeramento della situazione a seguito del cambiamento del quadro politico. L'UNIRI pretendera' che il nuovo Governo perlomeno onori le disponibilita' economiche registrate in tale verbale. Quanto alla destinazione del 5% del monte salari di ricercatori e tecnologi, l'UNIRI sostiene che l'importo in questione deve essere corrisposto in forma fissa e continuativa in modo da costituire parte integrante del trattamento economico al fine di ridurre il gap retributivo con ricercatori e docenti universitari, senza "distrazione di fondi" per finanziare a carico del contratto la soluzione di altri problemi di particolare rilievo, che hanno tuttavia caratteristiche diverse tra ente ed ente e quindi devono essere piu' correttamente posti a carico diretto dei bilanci degli enti. Ci si riferisce ad esempio al problema costituito dal riconoscimento di anzianita' pregresse maturate, in particolare attraverso contratti ex artt. 36 e 23, questione che l'UNIRI ha sempre posto sui tavoli di trattativa e che ora diventa del tutto urgente definire in occasione dell'ingresso al III livello di molti colleghi CNR gia' in posizione di personale a contratto. Ci si riferisce anche all'istituto dell'anno sabbatico, che una visione puramente burocratica tende a respingere in quanto fonte di costi per gli enti per "mancata prestazione". Quanto infine alla questione delle "anomale permanenze" nei livelli III e II per scarsita' di concorsi ai livelli II e I, l'UNIRI, che per prima e da sempre (come ANPRI-EPR) ha sollevato il problema (gravissimo al CNR), esprime soddisfazione per il fatto che finalmente questo fondamentale problema sia riconosciuto ufficialmente dagli enti e sia arrivato al centro dell'attenzione. L'UNIRI deve tuttavia esprimere anche forti perplessita' sia sulle modalita' di applicazione degli strumenti contrattuali proposti (il Comitato di settore ha dato indicazione che fino al 50% dei concorsi per sanare "le anomale permanenze" sia riservato), sia sul finanziamento di tali concorsi a carico del contratto. Cio' perche' il meccanismo della riserva parziale, vincolato alla revisione dei piani di fabbisogno, alla ripartizione per settori scientifico disciplinari e, nel caso CNR, all'attribuzione ai singoli Istituti, porterebbe ad una assoluta imprevedibilita' dei tempi di applicazione e della destinazione delle riserve, nonche' ad una parcellizzazione che non garantirebbe in modo equo e uniforme i ricercatori e i tecnologi in attesa di concorso. Inoltre la soluzione "una tantum" incoraggerebbe gli enti a proseguire, esaurita la tornata in questione, la loro tradizionale politica di non fare i concorsi in attesa di nuovi provvedimenti "tampone". Infine, il fatto di porre i concorsi a parziale carico delle gia' esigue risorse contrattuali fornirebbe un prevedibilissimo alibi per giustificare il bando di un numero insufficiente di concorsi con conseguenti gravissime disparita'. In definitiva, si rischia di sottrarre risorse permanenti alle retribuzioni per un meccanismo di dubbia equita' ed efficacia e che darebbe ulteriori alibi agli Enti per non dedicare , nei piani di fabbisogno, il dovuto, giusto, spazio ai concorsi per la carriera. Il Presidente UNIRI Bruno Betro'