COMUNICATO
STAMPA
UN
IMPEGNO PER LA PROSSIMA LEGISLATURA.
Con
la legge 59/97 i Governi che si sono susseguiti nel corso della legislatura
in scadenza hanno avuto ampia delega per il riordino del sistema della
ricerca nazionale. Tra gli interventi delegati, in particolare, era prevista
(art. 18 c.1a) l'adozione di misure che valorizzino la professionalità
e l'autonomia dei ricercatori e ne favoriscano la mobilità interna
ed esterna tra Enti di ricerca, Università, Scuola e Imprese.
Mentre
il bilancio complessivo del riordino presenta "luci ed ombre", evidenziate
in un dossier diffuso dall'ANPRI inconcomitanza
con il Convegno, per la valorizzazione dei ricercatori il bilancio è
tutto negativo: non solo tale valorizzazione non è stata attuata,
ma diversi provvedimenti adottati sono andati decisamente in direzione
opposta, "svalorizzando", dei ricercatori, sia lo status contrattuale,
sia le retribuzioni, sia il ruolo nel governo degli Enti di ricerca.
Tale
questione non potrà essere elusa dalla prossima legislatura se si
vorrà intraprendere con maggiore decisione la strada del rilancio
della ricerca italiana, da tutti dichiarato necessario ed urgente perché
il nostro Paese non perda ulteriore terreno nei confronti dei suoi partners-concorrenti
sia europei che internazionali. Rilancio che non può ridursi ad
una questione di maggiori fondi per la ricerca, ma che deve comportare
un forte investimento sul capitale umano finalizzato sia al reclutamento
di nuovi ricercatori sia all'incentivazione dei ricercatori già
presenti nella rete di ricerca.
Gli
interventi delle forze politiche (erano presenti i responsabili nazionali
per la ricerca di AN, CCD, CDU, FI, PdCI, PRC, UDEUR) hanno messo in rilievo
una diffusa sensibilità nei confrontidelle
istanze dell'ANPRI. Il Segretario Generale Betrò ha auspicato in
chiusura che tale attenzione trovi ora corrispondenza nei programmi di
governo degli schieramenti che si fronteggeranno il 13 maggio.