Roma, 15 marzo 1996
dott. Lamberto Dini
Presidente del Consiglio dei Ministri
Palazzo Chigi
Roma
p.c
Prof. Alberto Clò
Ministro dell'Industria, Commercio ed Artigianato
Prof. Franco Frattini
Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Funziona Pubblica
Signor Presidente,
la situazione ENEA si è deteriorata notevomente negli ultimi mesi,
a causa delle ripetute inadempienze da parte della Direzione dell'Ente.
Esponiamo i fatti:
A) Il Decreto Legislativo 29/93 impone all'ENEA di attenersi "nella stipulazione dei contratti collettivi alle direttive impartite dal Presidente del Consiglio dei Ministri". La Legge non esplicita particolari condizioni che le direttive debbano rispettare, sembra anzi lasciare ampia discrezionalità in materia alla Presidenza del Consiglio. E' evidente che tali direttive sono, per loro stessa natura, non oggetto di contrattazione ma anzi della contrattazione costituiscono, ove presenti, le premesse e nel contempo i limiti.
B) La direttiva fondamentale per il rinnovo del contratto
collettivo nazionale di lavoro (CCNL) per il biennio 94/95 fu impartita
all'ENEA dal Dipartimento della Funzione Pubblica, per delega della
Presidenza del Consiglio, con nota del 5 settembre 1994. Essa prevede la
stipula di due contratti distinti rispettivamente per il personale di area
dirigenziale e per il restante personale. L'area dirigenziale prevede la
presenza della dirigenza amministrativa e delle specifiche tipologie
professionali dell'Ente, cioé ricercatori e tecnologi. E' facile vedere in
questa direttiva la volontà del Governo di:
- rendere il contratto del Personale ENEA uniforme alla generalità del
Pubblico Impiego e, in particolare,
- creare le condizioni di mobilità delle risorse rappresentate dalle più
elevate professionalità, per cui l'eventuale costituzione del "polo della
Ricerca" (vd. il ddl a suo tempo presentato dal Governo) non trovi nelle
situazioni contrattuali eccessivi ostacoli.
C) In data 28 settembre 1995 il CdA dell'ENEA ha nominato con delibera la composizione della delegazione dell'Ente per le trattative del nuovo CCNL, formata dal Presidente, prof. Cabibbo, dal vice presidente, da un consigliere di amministrazione, dal direttore generale, dai responsabili dei tre Dipartimenti dell'Ente.
D) In data 7 novembre 1995 sono state aperte formalmente le trattative. Le OO.SS confederali, pur avendo una rappresentanza solo marginale di ricercatori e tecnologi, hanno chiesto il disconoscimento delle direttive con la stipula di un unico contratto e l'estromissione dal tavolo delle trattative delle rappresentanze dei ricercatori e tecnologi. L'Ente ha di fatto ceduto a tali richieste, cercando poi di imporre una qualche mediazione che eludesse le direttive ed i vincoli introdotti.
E) Di fronte alla ferma posizione della nostra OO.SS hanno avviato una serie di tentativi, tutti falliti, tendenti a modificare il quadro normativo e giuridico con interventi sul ministro della Funzione Pubblica, sul quale sono state fatte pressioni anche attraverso il ministro dell'Industria, membro dell'attuale CdA ENEA prima di assumere l'attuale Dicastero.
F) Al momento attuale, la direzione dell'ENEA si ostina, malgrado reiterate richieste dei ricercatori e tecnologi dell'Ente, a non avanzare nelle trattative e a non produrre alcuna proposta sui contenuti del contratto.
Per quanto riguarda questo ultimo punto, l'Ente ne indica la causa nella
considerazione che la contrattazione separata per i ricercatori e tecnologi
e per i dirigenti non corrisponderebbe alla effettive modalità di lavoro
dell'ENEA e, ancor meno, alla necessità di rafforzare gruppi di lavoro
dedicati a obiettivi specifici rispondenti ad esigenze di soggetti esterni.
Ebbene, questa non è la causa vera della rottura delle trattative, ma
soltanto un risibile pretesto. La causa vera sta nel rifiuto delle OO.SS e
della FNDAI che sia riconosciuto una qualifica dirigenziale ai ricercatori
e tecnologi dell'ENEA come avviene attualmente in tutti gli EPR; tutto ciò
contro il parere del ministro Frattini, che ha anche inviato lettere in tal
senso al ministro Clò ed alle OO.SS confederali, e del TAR Lazio, che ha
recentemente (con sentenza n.244/96), confermato in sede giurisdizionale
l'impostazione della Presidenza del Consiglio. Tale rifiuto delle OO.SS si
avvale all'interno dell'ENEA del supporto di alcuni burocrati interessati a
conservare una posizione di privilegio, quella di sedicenti manager
aziendali, incuranti del danno che deriva alla funzionalità dell'Ente
dall'essere tenuto fuori dal generale contesto della comunità scientifica e
tecnologica nazionale.
Inoltre, vale la pena notare che l'ENEA ha avuto a disposizione, per ogni
approfondimento, la citata direttiva per circa 14 mesi prima dell'apertura
delle trattative: ben avrebbe potuto prospettare i propri dubbi sul merito
del provvedimento, come vien fatto inopinatamente ora. Sia l'ENEA, sia
eventuali altri soggetti interessati -in particolare le OO.SS.- avrebbero
potuto adire la sede giurisdizionale per presunte illegittimità,
trattandosi di un atto amministrativo. Nulla di tutto cio' e' avvenuto nel
periodo -14 mesi! -intercorrente tra l'emissione della direttiva e
l'apertura delle trattative per il rinnovo del CCNL.
In realtà, al momento dell'avvio della contrattazione, il quadro di
riferimento quale risultava dalle direttive della Presidenza del Consiglio
era:
- nella sostanza, del tutto opportuno, a nostro avviso, poiché determinava
di fatto il superamento di un contesto contrattuale che si era rivelato del
tutto inefficace e aveva contribuito non poco alla stessa scarsa
incisivita' dell'Enea,
- nella forma, del tutto ineccepibile e consolidato, anche nelle
aspettative che aveva determinato nelle diverse categorie di lavoratori e
nelle Organizzazioni di rappresentanza.
G) L'invio all'ENEA della direttiva del 5 settembre 1994 sgombra il
campo anche da ogni residuo dubbio interpretativo circa la necessità che
fosse applicata anche ai ricercatori e tecnologi dell'Ente la normativa
relativa all'istituzione dell'albo dei dirigenti pubblici, prevista dal
DPCM n. 374/94 per tutte le amministrazioni pubbliche. Tale DPCM, attuativo
del comma 1, art. 23 del Decreto Legislativo n.29/93, regolamenta la
trasmissione delle informazioni relative al personale dirigente,
comprensive dei relativi curricula, e definisce i codici per la
trasmissione dei dati relativi ai ricercatori e tecnologi. L'Ente, a
tuttoggi, si è ben guardato dall'ottemperare a tale richiesta, e questa
Associazione si è trovata nella necessità di promuovere, assieme a diverse
centinaia di ricercatori e tecnologi, un apposito ricorso presso il TAR
Lazio.
Un discorso del tutto analogo vale per quanto concerne la mancata
tramissione, da parte della Direzione dell'ENEA alla Funzione Pubblica, dei
dati relativi alla rappresentatività delle OO.SS , in particolare del
personale di qualifica dirigenziale appartenente alle "specifiche
tipololgie professionali" (Circ. Funz. Pub. n.3/95, G.U. n.44/95).
Questi in sintesi i fatti più gravi, che sono dettati da scelte precise della Direzione, legata da pluriennale politica cogestiva alle OO.SS confederali e ed alla FNDAI, scelte mirate a conservare lo status quo, anche se di totale illeggitimità, anche a rischio del totale degrado dell'Ente.
Signor Presidente, siamo in clima di totale inadempienza, con grave danno
delle alte professionalità dell'ENEA. Una rottura così aperta tra direzione
e ricercatori è inaccettabile e rischia di compromettere definivamente il
già precario funzionamento tecnico-amministrativo dell'Ente; l'attuale CdA
non sembra rendersene conto. Non è la prima volta che ciò accade ed il
progressivo allontanamento dell'Ente dalla comunità scientifica nazionale
ed il non elevato tasso di produttività scientifica degli ultimi anni sono
a testimoniarlo.
Il rinnovamento delle strutture tecnico scientifiche dell'Ente e della sua
dirigenza, vecchia di quasi 15 anni e generata in tempi di completa
partitocrazia, è legato alle potenzialità del ruolo che viene assegnato ai
suoi ricercatori. In tempi di scarsità di mezzi finanziari, essi
costituiscono l'unica risorsa di finanziamento della ricerca e di
sopravvivenza dell'Ente. Solo se i ricercatori saranno messi finalmente in
grado di farsi parte dirigente delle strutture e dei programmi dell'Ente,
questo potrà assolvere ai compiti istitutivi; ed il nuovo quadro giuridico
e normativo indicato dalla Presidenza del Consiglio sembra finalmente aver
creato le premesse in tal senso.
La situazione è così critica da esigere la Sua attenzione ed il Suo intervento.
Cordiali saluti,
dott. Vincenza Celluprica dott.Raffaele Conversano ( Segretario Generale ) (responsabile per l'ENEA )