ANPRI-EPR
Associazione Nazionale Professionale Ricercatori
Enti Pubblici di Ricerca
via Morgagni 30E-00161 Roma
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Roma, 12 giugno 1996

prof. Franco Bassanini
Presidenza del Consiglio dei Ministri,  Ministro per la Funzione Pubblica

prof. Pier Luigi Bersani.
Ministro dell'Industria, Commercio ed Artigianato

p.c.

prof. Luigi.Berlinguer
Ministro dell'Università , Pubblica Istruzione e Ricerca

on. Edo Ronchi,
Ministro per l'Ambiente,

dr. Salvatore. Nottola
Vice Procuratore.Generale,
Delegato al controllo dell'ENEA, Corte dei Conti

dr. Italo. Ricci
consigliere coordinatore per gli Enti di Ricerca
Sezione "Controllo Enti sovvenzionati" della Corte dei Conti,



Signor Ministro,
        con la presente intendiamo informarLa della grave situazione
esistente nell'ENEA per quanto concerne il Contratto Collettivo Nazionale
di Lavoro (CCNL) del Personale, scaduto da sei anni, e dei principali
problemi connessi al suo rinnovo.

        Dopo oltre sei mesi dall'avvio delle trattative, solo grazie alla
fermezza del Dipartimento Funzione Pubblica e della nostra Associazione,
l'Ente ha dato corso pur con riluttanza alle direttive impartite dal
suddetto Dipartimento ed ha introdotto con delibera del CA (doc. ENEA
96.139/C.A) due aree di contrattazione distinte, per il personale
dirigenziale e per il restante personale. Secondo tale delibera, della
prima Area fanno parte i dirigenti e le specifiche tipologie professionali
della dirigenza (ricercatori, tecnologi, progettisti), come previsto dalle
direttive, più altre figure che l'Ente ha creduto di poter introdurre come
professionisti o come titolari di incarichi di strutture amministrative. La
composizione dell'Area dirigenziale individua anche il personale iscritto
di diritto all'Albo dei Dirigenti  Pubblici, in base al DPCM n.374/94.
Il ritardo con cui l'Ente ha provveduto a chiarire la sua posizione,
malgrado le direttive della Funzione Pubblica fossero note dal settembre
del 1994, si è gravemente ripercosso sulla trattativa. Infatti, a tutt'oggi
questa Associazione, che chiede di introdurre nel nuovo contratto dell'ENEA
per i ricercatori ed i  tecnologi funzioni e modalità di carriera analoghe
a quelle delle corrispondenti figure degli altri EPR, non è stata messa in
grado dalla Direzione dell'Ente di affrontare e discutere alcuno dei temi
propri del contratto (carriere dei ricercatori e dei tecnologi, aspetti
economici, orario di lavoro, etc.); e ciò nonostante l'ANPRI-EPR sia
largamente l'organizzazione più rappresentativa nella categoria. L'attuale
Direzione dell'ENEA, trattando, più o meno "informalmente" con le sole
OO.SS confederali, seguita a tentare di emarginare, anche nel nuovo
contratto, ricercatori e tecnologi escludendoli dalla gestione della
ricerca nell'Ente.
        Per quanto concerne la composizione dell'Area dirigenziale ed, in
particolare, dell'Albo dei Dirigenti, questa Associazione esprime
preoccupazione per la possibilità di un loro ampliamento ed inquinamento .
L'Albo dei Dirigenti Pubblici rappresenta per il Governo, e quindi anche
per l'ANPRI-EPR, lo strumento principe per un riassetto efficace
dell'intero settore dalla ricerca in quanto consente un censimento oculato
delle professionalità esistenti ed assicura il corretto riferimento per
eventuali provvedimenti di mobilità. Tale progetto del Governo, avviato dal
ministro Cassese e fatto proprio da tutti i ministri successivi, viene oggi
messo in discussione dall'ENEA e dalle OO.SS confederali, le quali,
perpetuando le nefaste ed arbitrarie consuetudini proprie del vecchio
contratto unico, hanno interesse ad introdurre nell'Area dirigenziale
figure non appropriate, prive di titoli professionali (se non addirittura
di titoli di studio di livello superiore).

A tal  proposito, l'ANPRI-EPR chiede, a tutela della professionalità dei
ricercatori e tecnologi e nell'interesse dello Stato e dello stesso ENEA,
che i ministri vigilino attentamente sulla corretta identificazione, da
parte della Direzione dell'Ente, delle figure dirigenziali inserite
nell'Albo e nell'Area .
Ad esempio, sulla falsariga di quanto già rilevato dalla Funzione Pubblica
a proposito dei revisori dei conti inclusi dall'Ente nell'Area
dirigenziale, non è accettabile che l'ENEA includa personale tra le
specifiche tipologie professionali della dirigenza solo perchè nel vigente
contratto esso gode di particolari benefici (livelli elevati) o perchè
svolge o ha svolto temporaneamente incarichi nella struttura organizzativa.
E' questo il caso del personale amministrativo già inserito arbitrariamente
dall'ENEA.
Ad esempio, non appare ortodossa la procedura con cui da parte dell'ENEA
sono stati trasmessi i nominativi ed i curricula alla Funzione Pubblica, in
quanto per il personale ricercatore e tecnologo non sono stati utilizzati i
codici di identificazione appositamente previsti dal decreto. Lo scopo di
tale iniziativa della Direzione appare evidente: riaffermare in maniera
subdola l'assioma della diversità dell'ENEA dalle Amministrazioni Pubbliche
ed Enti Pubblici di Ricerca e garantirsi spazi di autonomia gestionale al
di fuori della correttezza giuridica ed amministrativa.

        L'intendimento dell'ENEA e delle OO.SS. di non alterare nella
sostanza i contenuti del vecchio CCNL, si traduce nel furbesco tentativo di
adottare due contratti solo apparentemente distinti.nella forma . In
particolare per garantirsi:
-       la sopravvivenza di una dirigenza di tipo "aziendale" (contratto
FNDAI), sovraordinata  giuridicamente ed economicamente rispetto al livello
apicale delle carriere proprie delle       specifiche tipologie
professionali. Queste quindi risulterebbero o non tipologie della
dirigenza ovvero dirigenza di rango inferiore,
-       l'accesso alla dirigenza per cooptazione da parte del CdA e non per
concorso nazionale  pubblico, come avviene normalmente in tutti  gli enti
pubblici non economici,
-       la possibilità di sfondamenti verso l'area dirigenziale da parte
del resto del personale, in    particolare diplomati tecnici e personale
amministrativo,
-       modalità di carriera  di ricercatori e tecnologi affidate alla
discrezionalità di direttori di  strutture operative, di nomina  temporanea
, e non a criteri coerenti con quelli adottati in    tutta la ricerca
pubblica .
Tutto ciò è in contraddizione con gli elementi più innovativi e
qualificanti che il legislatore ha voluto introdurre nella legge n. 421/92
e nel successivo d.lgs. 29/93: "razionalizzazione dell'organizzazione delle
amministrazioni pubbliche e revisione della disciplina in materia di
pubblico impiego"

        Il nodo più importante, il maggiore ostacolo sulla strada del
rinnovo del contratto ENEA, è rappresentato dall'attuale dirigenza di tipo
industriale, di nomina diretta da parte del CA dell'Ente in base alla legge
n.266/88, ed il cui trattamento economico è stabilito, nel contratto
vigente, con riferimento alla contrattazione collettiva dei dirigenti delle
aziende industriali. L'esistenza di tale dirigenza è oggi chiaramente messa
in discussione dal d.lgs. 29/93. Essa non può continuare a giustificarsi in
un Ente pubblico, di ricerca, di natura sicuramente non economica quale è
l'ENEA. A parere di questa Associazione il problema investe aspetti di
natura amministrativa e costituzionale.
Le disposizioni del d.lgs. 29/93 disciplinano l'organizzazione degli uffici
ed i rapporti di lavoro e di impiego alle dipendenze delle Amministrazioni
Pubbliche (quindi anche degli Enti non economici), nel rispetto dell'art.
97 della Costituzione. Quest'ultimo riserva alla legge lo stato giuridico
della dirigenza pubblica (di esso fanno parte tra l'altro: le sfere di
competenza, le attribuzioni, le responsabilità, non scindibili
dall'ordinamento degli uffici). Le disposizioni del d.lgs. 29 costituiscono
"principi fondamentali", il che implica per definizione l'obbligo di
applicazione del decreto a tutte le Pubbliche Amministrazioni. Non è un
caso che, ai sensi dell'art. 117 della Costituzione, anche le Regioni a
Statuto speciale e le provincie autonome (cioè le Amministrazioni Pubbliche
alle quali lo Stato ha riconosciuto la forma più ampia di autonomia)
debbano recepire tali disposizioni. E il decreto stesso prevede la
possibilità di modalità di applicazioni differenziate di tali disposizioni,
in funzione delle diverse peculiarità delle amministrazioni medesime, cioè
prevedendo "l'adeguamento" dei singoli ordinamenti alle disposizioni.

        L'ENEA è infatti tenuto ad adeguare i propri ordinamenti alle nuove
disposizioni, in particolare la sua dirigenza. Quali i vincoli che più
direttamente emergono per l'ENEA nell'obbligo di adeguare la propria
dirigenza ai "principi fondamentali" del d.lg.29/93?
-       l'obbligo d'introdurre modalità concorsuali pubbliche per le
carriere di natura dirigenziale. Ne consegue che tutte le figure
appartenenti all'area dirigenziale, dirigenti e specifiche tipologie
professionali della dirigenza, al di là di norme transitorie che possono
valere unicamente per la salvaguardia di  diritti  acquisiti, devono essere
a regime soggette a tali regole, del tutto inesistenti nel vecchio
contratto. Se ciò non accadesse, si prefigurerebbe la natura
anticostituzionale della norma di accesso alla dirigenza adottata
(esclusivamente) dall'ENEA;
-       l'obbligo di riservare la direzione delle strutture di ricerca alle
specifiche tipologie professionali della dirigenza. Come reiteratamente
specificato dalla Funzione Pubblica ed esplicitamente disposto dal
d.lgs.29/93, nel definire le funzioni del dirigente della Pubblica
Amministrazione, ai dirigenti "spetta la gestione finanziaria, tecnica ed
amministrativa" degli uffici e delle strutture tecniche di supporto". Non è
compresa la gestione della ricerca, che viene esplicitamente esclusa dalle
attribuzioni della dirigenza.
L'ENEA deve quindi procedere alla definizione e specificazione delle
strutture di ricerca, attribuendone la responsabilità ai ricercatori e
tecnologi. Da ciò consegue la necessità che la dirigenza di ricerca non sia
sottordinata alla dirigenza, nè giuridicamente, nè economicamente, nè
gerarchicamente, in quanto ciò porterebbe all'assurdo di una gestione della
ricerca da parte di una dirigenza diversa da quella di ricerca;
-       l'obbligo di definire, nell'ambito del nuovo CCNL per l'Area
dirigenziale dell'ENEA, le carriere di ricercatore e di tecnologo,
attualmente inesistenti, in analogia a quelle del comparto degli EPR ed
individuarne le figure apicali di dirigente di ricerca e di dirigente
tecnologo. E' infatti questo l'ambito e solo questo nel quale la Direzione
dell'ENEA deve individuare le figure dirigenti di strutture scientifiche e
tecniche.
Da quanto sopra esposto discende che, analogamente a quanto già avvenuto
per gli altri Enti di cui  all'art. 73, comma 5 del d.lgs.29/93, per i
quali l'approvazione del contratto da parte della Funzione Pubblica ha
richiesto la specificazione del comparto di riferimento, nel caso dell'Enea
tale approvazione,quanto meno per il contratto dell'Area dirigenziale,
potrà avvenire solo se sarà stata verificata la sostanziale omogeneità
degli istituti contrattuali con quelli previsti dal corrispondente
contratto degli EPR.

        Da quanto detto emerge l'anomalia dell'attuale figura del dirigente
ENEA, la cui funzione di fiduciario della Direzione appare storicamente
inadeguata ed ingiustificata, legata a leggi superate dalla normativa
vigente e con problemi di legittimità costituzionale. Il suo ruolo nella
gestione dell'Ente è sempre apparso secondario ed ha finito per essere
marginale, ma ha contribuito in maniera determinante al progressivo
impoverimento delle risorse scientifiche e delle più elevate
professionalità.
Quanto sopra spiega  le resistenze della Direzione dell'ENEA, durate due
anni, ad accogliere le direttive della Funzione Pubblica e il suo
attaccamento ai contenuti del vecchio contratto. E' di questi giorni
l'ultimo tentativo di forzare la legalità, attraverso la stipula di un
verbale di accordo con le OO.SS confederali, che rimette in discussione
l'elenco del personale già collocato nell'Area dirigenziale dalla citata
delibera del CA e già trasmesso alla Funzione Pubblica (ennesimo tentativo
di porre i Ministri vigilanti e l'ANPRI-EPR di  fronte al fatto compiuto).

Questa Associazione ritiene determinante ed urgente, anzi urgentissimo,
l'intervento del Ministro vigilante e della Funzione Pubblica sull'alta
Direzione dell'ENEA. Non si può consentire a questa Direzione di sottrarsi
- unica Amministrazione Pubblica in Italia - all'osservanza delle
disposizioni del d.lgs.29/93 e di contravvenire a regole fondamentali
della corretta gestione, allo solo scopo di condurre in porto un'operazione
di mera conservazione del potere e dello status quo .


Fiduciosi di un Suo sollecito riscontro e di un Suo rapido intervento,
ringraziamo per la cortese attenzione. Con i migliori saluti,






       dr. Vincenza Celluprica                   dr. Raffaele Conversano
         (Segretario Generale)                   (Responsabile per l'ENEA)



Si allega per documentazione
- la lettera inviata dal Direttore Generale dell'ENEA, dr.Fabio Pistella,
al sindacato ricerca CISL, in data  14 maggio, disponibile su INTERNET e
quindi di dominio pubblico; da essa si evince quale sia il disegno
dell'attuale Direzione dell'Ente.
- il testo del verbale di accordo siglato qualche giorno fa dal presidente
prof. Nicola Cabibbo
- il testo del telegramma datato dell'ANPRI-EPR con cui si chiede
l'apertura di trattattive distinte per l'Area dirigenziale e la
composizione della  Delegazione dell'ENEA
- due documenti della Funzione Pubblica sull'Albo dei Dirigenti, relativi
al rapporto tra Dirigente e specifiche tipologie professionali e sui codici
di identificazione