ANPRI-EPR Associazione nazionale Professionale Ricercatori Enti Pubblici di Ricerca _______________________________________ Il responsabile per l'Enea Roma, 17 giugno 1996 prof. Pier Luigi Bersani Ministro dell'Industria Signor Ministro, in questa breve nota, che accompagna il documento con il quale questa Associazione vuole informare i ministri competenti della grave situazione venutasi a creare in sede di definizione del nuovo contratto collettivo di lavoro del personale ENEA, vorrei spigarLe i motivi che ci hanno indotto a prendere questa iniziativa. La Sua figura di Ministro vigilante sull'Ente rende necessario illustrarLe la natura del problema in una accezione più generale, diciamo "politica", anche per evitare la facile quanto superficiale illazione, artatamente alimentata, che all'ENEA esista una "questione sindacale", separata e riduttiva rispetto al più ampio e consistente problema del ruolo e del futuro dell'Ente. Il documento accluso alla presente nota è quasi esclusivamente incentrato sul contratto. Esso fa il punto sui più rilevanti problemi di natura giuridica ed istituzionale che ne rendono, a nostro avviso, impossibile il rinnovo in termini banalmente conservativi, com'è invece desiderio dell'attuale Direzione dell'Ente e delle OO.SS operanti al suo interno. In esso Lei troverà descritti ed argomentati i dettagli sulle molteplici anomalie che rendono l'ENEA, pur nella sua identità di Ente pubblico non economico, avulso dal contesto degli altri Enti Pubblici di Ricerca (strumentali e non), e, rispetto a questi, oggetto estraneo di cui è incomprensibile la natura e di cui è difficile giustificare l'esistenza. Vale la pena notare a questo proposito che l'universo degli Enti pubblici di ricerca è a sua volta quanto mai diversificato per fini istituzionali e modalità operative, e che nella sua eterogeneità accoglie Istituti anche a forte connotazione strumentale. Ebbene, tra questi ultimi, funzionano meglio quelli che associano alla chiarezza degli obiettivi e del mandato istituzionale una gestione delle strutture di ricerca demandata alla comunità tecnico-scientifica ed al complesso di regole interne che essa storicamente si é data. Credo che non debba essere io a dover spiegare l'importanza che la definizione dello strumento contrattuale riveste nel mondo del lavoro in generale e nelle attività ad elevato contenuto innovativo, quali sicuramente rappresentano gli Enti in grado di produrre ricerca e tecnologia in particolare. Il contratto è lo strumento principe con cui il personale viene incentivato, motivato e gratificato nel riconoscimento della sua professionalità. E' quindi logico che questa Associazione, che si propone il fine di tutelare la professionalità di ricercatori e tecnologi, abbia individuato nel contratto uno dei capisaldi della propria iniziativa. Il problema è che il vecchio modello contrattuale è stato, nelle mani dell'ENEA, in tutti gli anni dal 1980 ad oggi, strumento di politica consociativa utilizzata per rafforzare la posizione di una classe dirigente scarsamente dotata di visione strategica e di capacità manageriali, fonte di aperto sottogoverno e di pesante mortificazione delle più elevate professionalità. La cosiddetta dirigenza industriale, bandiera del vecchio contratto unico, se valido strumento d'intervento e di gestione negli Enti pubblici di natura economica (ENI, ENEL,etc.), ha prodotto all'ENEA, Ente pubblico di natura assolutamente non economica, danni gravissimi. Non si può in questa sede - ma bisognerà trovare un momento di riflessione anche per questo- entrare nel merito dell'esito dei grandi progetti o programmi importanti che hanno scandito la non breve vita dell'Ente (40 anni). Infatti, in questo caso, i fattori che entrano in gioco sono molteplici e di natura varia, non solo organizzativa. Sicuramente però si può affermare che il vecchio modello contrattuale, funzionale ad un preciso disegno accentratore, è stato determinante per la sequela di fallimenti sul piano tecnico-scientifico che hanno trascinato l'ENEA in una crisi d'identità che si aggrava ogni giorno di più ed ha finito per trasformare l'Ente in un oggetto indefinito, alla perenne ricerca di una giustificazione strategica nel panorama della ricerca italiana. Sicuramente la responsabilità degli insuccessi non può ricadere che sull'alta Direzione dell'Ente (Presidenza, Direzione Generale, CA). Infatti i ricercatori e tecnologi, unici in grado di esprimere una posizione critica sul piano tecnico-scientifico, collocati per contratto in posizione subalterna, sono sempre stati esclusi dalle scelte strategiche, mentre le responsabilità dell'attuale figura di dirigente risultano inconsistenti di per sé, per l'evanescenza della figura medesima, in quanto fiduciaria della Direzione e cooptata in cambio della totale e cieca accettazione delle decisioni delegate ad una ristrettissima oligarchia. Nè si vuole entrare nel merito del modo come la Direzione dell'Ente ha utilizzato l'ampia autonomia consentita all'ENEA negli ultimi quindici anni dalla totale assenza di regole e di controlli. Gli strumenti che la classe politica si è data, sino ad oggi si sono dimostrati insufficienti e solo formali. Non è un caso che la prima volta che è stata introdotta una regola generale che costituisce un vincolo di pubblica trasparenza per la classe dirigente della Pubblica Amministrazione, quale rappresenta appunto il recentissimo d.lgs 29/93, la sua adozione venga ostacolata dalla Direzione dell'ENEA per il fatto che essa introduce l'obbligo della regolamentazione delle procedure di accesso alla dirigenza. E' opinione di questa Associazione che l'ordinamento attuale del personale e l'organizzazione dell'ENEA, basato sulla figura del dirigente fiduciario della Direzione e di una classe di ricercatori totalmente assoggettata in posizione subalterna, non siano mai stati funzionali alle esigenze di una struttura moderna di ricerca e di servizio al Paese, che deve invece garantire la qualità delle professionalità e della capacità propositiva della classe dirigenziale. L'ANPRI-EPR ritiene invece che la classe dirigente dell'Ente debba essere identificata nei ricercatori e nei tecnologi, unici in possesso di reale know-how, unici in grado di individuare e capire in tempo reale il continuo evolversi della tecnologia a livello internazionale, unici in grado di offrire al cosiddetto "mercato della ricerca" le garanzie di un prodotto e quindi di autofinanziarsi. Questo ruolo è già di fatto assolto dai ricercatori e tecnologi nella realtà dell'ENEA, che come altri EPR, provvede in larga parte al finanaziamento delle attività con risorse reperite all'esterno.Tale figura di "imprenditore" della ricerca non ha bisogno di "tutors", di "padrini" o di "organizzatori" del lavoro altrui, figure di dubbia qualificazione imposte dall'alto in quanto fiduciarie di qualche boiardo di Stato. La partita in gioco all'ENEA è tutta qui, uno scontro di potere tra vecchio e nuovo. Ed in questa partita le OO.SS sono su posizioni anacronistiche e conservatrici, perdendo continuamente consenso tra le alte professionalità e sposando tesi incomprensibili per un sindacato che ha a cuore le sorti dell'Ente e dei propri rappresentati. Tra l'altro, l'Ente è precipitato in una situazione caotica e di fatto ingovernabile, alimentata dal perenne contenzioso giudiziario che l'ostinata politica della Direzione ENEA e dei dirigenti è venuta sviluppando. Praticamente ogni atto della Direzione ENEA ha dato luogo ad un atto giudiziario, a ricorsi amministrativi, a raccolte di firme da parte dei ricercatori (l'ultima ne ha raccolte più di 400!), a petizioni politiche: una situazione insostenibile. E' necessario un intervento deciso, che costituisca un segnale forte per il personale ed un cambiamento drastico rispetto al passato. Conoscendo le Sue capacità manageriali e la coerenza della Sua azione governativa e politica, credo che ciò possa finalmente accadere. Mi auguro di poterLa incontrare al più presto, per un confronto approfondito, e farLe conoscere la nostra Associazione. Cordiali saluti, dr.Raffaele Conversano