Roma 9.6.1977
Prot. n.86

      Al Presidente del Consiglio dei Ministri
      on. Romano Prodi

      Al Ministro per la Funzione Pubblica
      on. Franco Bassanini

      Al Ministro dell'Industria
      on. Pierluigi Bersani

      Al Ministro dell'Università e della
      Ricerca scientifica e tecnologica
      on. Luigi Berlinguer

      e p.c.  Al Presidente dell'ENEA
      prof. Nicola Cabibbo

      Ai Membri del C.d.A. dell'ENEA

      Ai Ricercatori e tecnologi dell'ENEA
      e degli EPR


OGGETTO: richiesta di dimissioni del Presidente dell'ENEA


Signor Presidente, Signori Ministri,

dopo il periodo di profonda crisi e di incertezza sulla missione dell'ENEA
verificatesi sotto la presidenza del prof. Umberto Colombo, la designazione
nella tarda estate del 1993 alla Presidenza dell'Ente del prof. Nicola
Cabibbo è stata salutata dai ricercatori come una promessa di profondi
mutamenti nell'organizzazione scientifica dell'Ente, mortificata così a
lungo. Questa speranza è purtroppo presto svanita.

Uno dei primi atti del nuovo Presidente, nel ricevere (marzo 1990) le
Disposizioni del Presidente del Consiglio dei Ministri (D.P.C.M. n.374
dell'11.3.1994) contenenti le norme di attuazione per iscrizione all'Albo
dei dirigenti Pubblici (D.Legs.29/93) dei Ricercatori e dei Tecnologi è
stato quello di scrivere, il 29 luglio 1994, una lettera (prot. 64407) al
Dipartimento della Funzione Pubblica chiedendo di essere informato sulle
modalità seguite dal CNR e dall'INFN nell'inserimento dei loro ricercatori
e tecnologi nell'Albo, preoccupato, 'di assicurare al personale ricercatore
ENEA un trattamento non difforme da quello operante per il corrispondente
personale degli altri Enti'. L'iscrizione a tale Albo, istituito per
rendere possibile la mobilità ( nella fattispecie dei ricercatori e dei
tecnologi degli EPR)  ha oggi assunto una valenza fondamentale, essendo la
mobilità il principio cardine del riassetto del settore della ricerca, che
il Governo si accinge ad attuare (legge n.59 del 17.3.97) e un'urgenza
drammatica per l'Ente, di cui è in discussione la riforma.

Tuttavia, ottenuta una rassicurante risposta della Funzione Pubblica, nel
settembre dello stesso anno, tutta l'azione del Presidente si è indirizzata
per due anni nella direzione opposta a quella  enunciata, mirando ad
ottenere per i ricercatori dell'ENEA un trattamento del tutto diverso da
quelli del CNR, INFN e di tutti gli altri EPR e allontanandolo così dagli
enti di ricerca, col pretesto, questa volta, della "specificità" dell'ENEA.
Il prof. Cabibbo vede la legittima aspirazione dei suoi ricercatori di
venire iscritti all'Albo, cioè di accedere ad un'area dove la carriera
verrebbe determinata da concorsi, come negli altri Enti pubblici - secondo
la normativa vigente  coerente con il dettato della Costituzione - e,
soprattutto, come in tutta la comunità scientifica internazionale, come una
richiesta di "garantismo" con "una forte componente di automatismo". Ad
essa il Presidente contrappone il principio di gestione del personale
sempre seguito all'ENEA, quello della " correlazione concreta tra risultati
conseguiti e riconoscimenti di inquadramento e retributivi" (lettera al
Ministro dell'Industria del 21 dicembre 1995, prot. 15786). Di fatto, la
correlazione all'ENEA era stabilita, per norma della sua legge istitutiva,
dall'insindacabile giudizio del Direttore Generale, che aveva l'immenso
potere di nominare, senza concorso, i Dirigenti dell'Ente e di determinare
di fatto  i passaggi di livello del personale.

Infine, sollecitato dalle Circolari del Ministro della Funzione Pubblica,
il 15 aprile 1996 (due anni dopo) il Presidente  ha inviato alla Funzione
Pubblica un elenco dei suoi laureati tecnici, atto che definisce "l'area
separata della dirigenza" per la stipula del nuovo contratto. Ma l'atto
non si è attenuto alle regole fissate dalla Funzione Pubblica e solo di
recente i ricercatori hanno avuto dal Ministero la notizia che "nessun
dipendente ENEA" risulta iscritto all'Albo. In altre parole, l'ENEA, ente
di ricerca quando si tratta di ottenere fondi dal MURST o fondi europei,
non ha ricercatori.

Non sorprende, Signor Ministro, questa paradossale affermazione, perché
essa ha costituito alla lettera l'oggetto di un ricorso al TAR-Lazio di
alcune OO.SS., secondo cui  i cosidetti "ricercatori dell'ENEA sono al più
paragonabili con i tecnici laureati dell'Università." Questa affermazione,
falsa ed offensiva, è stata rintuzzata dal TAR in una recente sentenza. Ma
il Presidente dell'ENEA, non solo non ha levato alcuna protesta contro
l'affermazione delle citate OO.SS., ma il 14 giugno 1996 ha firmato la
Delibera n. 215 del C.d.A., dove si dice che le citate OO.SS. "sulla base
di una serie di argomentazioni logiche e giuridiche ( quelle del  ricorso
suddetto) ritengono che la legge 29/93 non si applichi all'Enea" . Poiché,
tuttavia,   l'autonoma separata area di contrattazione, che avvicinerebbe
il trattamento dei ricercatori dell'ENEA ai colleghi del Comparto Ricerca,
non si è potuta evitare, per la ferma posizione della Funzione Pubblica,
nella citata Delibera n.215 si è escogitata, con l'approvazione del
Presidente, la soluzione di definire l'area non in base alla professione,
ma in base al livello stipendiale del contratto a ruolo unico 1988-91. In
questo modo sono usciti dall' "area dei ricercatori" circa 800 dipendenti
che erano stati assunti come tali dall'Ente e ne sono entrati circa 300
(con possibilità prevista dal contratto di arrivare ad oltre 400), che
nulla avevano a che fare con la professione di ricercatore o tecnologo,
dipendenti in possesso di diploma di scuola superiore o anche solo
dell'obbligo.

La protesta dei ricercatori contro questa decisione, che appare loro
illegittima alla luce delle vigenti leggi (come confermerà autorevolmente
la Corte dei Conti) si attira le minacce del Presidente dell'ENEA, che
scrive " Tale affermazione riveste carattere di estrema gravità e in
proposito saranno assunte le appropriate iniziative a tutela dell'immagine
dell'Ente e degli interessi del personale".

Il nuovo contratto è stato quindi steso su queste basi e ha visto,
naturalmente, all'opposizione i ricercatori dell'Associazione, che non lo
hanno sottoscritto e sono ricorsi a loro volta al TAR contro la Delibera
n.215. Il Tribunale ha sospeso il giudizio su questo ricorso, in attesa che
il Contratto venga registrato, ma ha già emesso un parere severo sul testo
attuale del contratto stesso. Inoltre, la Corte dei Conti, dopo
l'autorizzazione del Governo del 20.12.96,  ha espresso rilievi di
illegittimità che minano alla base il contratto, e cioè: illegittima la
definizione delle aree separate di contrattazione e illegittima la
determinazione delle carriere. Nonostante questi giudizi l'Ente non ha
modificato in nulla il Contratto presentato e ha cercato di giustificarne
la legittimità. La Funzione Pubblica lo ha rinviato alla Corte, che ne ha
rifiutato  la registrazione.

A questo punto il Presidente dell'ENEA, prima di conoscere le ragioni per
le quali la Corte ha respinto per la seconda volta il Contratto, il 30
aprile ha firmato un verbale di riunione con le OO.SS. (eccetto l'ANPRI),
in cui si impegna a richiedere al Governo la registrazione con riserva.

Ora le motivazioni della Corte dei Conti del rifiuto della registrazione
sono note: la Corte ha confermato i gravi rilievi di illegittimità nei
confronti del D.Legs.29/93,  della Legge 421/92 e delle Direttive del
Governo, già espressi, oltre a rilevare un'incompatibilità economica. Ma il
Presidente non ha mutato la sua posizione e su di essa ha coinvolto anche
il Consiglio di Amministrazione dell'Ente.

Signor Ministro,
tutto il comportamento descritto sopra mostra, agli occhi
dell'Associazione,  un costante atteggiamento, da parte del prof. Cabibbo,
di aperta ostilità verso i ricercatori dell'Ente, ostilità che appare
incompatibile con la funzione da lui ricoperta e in contrasto con la
necessità, per il Paese, di rilancio e valorizzazione delle risorse
scientifiche dell'Ente. L'ANPRI-EPR ne chiede pertanto le dimissioni da
Presidente dell'ENEA.

                                      Il Segretario Generale dell'ANPRI
                                         dott.ssa Vincenza Celluprica