UNIRI  (ANPRI-EPR,  CIDA-Ricerca)
UNIONE SINDACALE PER LA RICERCA
FEDERDIRIGENTI FUNZIONE PUBBLICA
 
 
ANPRI-EPR
Associazione Nazionale Professionale Ricercatori
Enti Pubblici di Ricerca
CIDA - Ricerca
Sindacato Nazionale Dirigenti
Enti di Ricerca

Data: 4-11-98
Prot. 78/98

Al Direttore dell'ISPESL
Dott. Antonio Moccaldi

Al Direttore del Dipartimento per la
Programmazione e la Gestione delle
Risorse Economico-Finanziarie e del Personale
Dott. Prof. Leonardo Carrato


e p.c.

Al Presidente dell'ISPESL
Ministro della Sanità
On.le Rosy Bindi

Al Personale ISPESL

LORO SEDI


Oggetto: Organizzazione del lavoro ISPESL


Con la presente nota l'UNIRI intende segnalare alcune tematiche di estrema importanza per l'attività istituzionale dell'ISPESL allo scopo di avviare un confronto il più possibile costruttivo con codesta amministrazione.

E' noto l'interesse che la problematica dell'inquinamento elettromagnetico nell'ambiente di vita sta suscitando nell'opinione pubblica e negli addetti al settore. E' altresì noto l'impegno e la determinazione che l'ISPESL, tramite il proprio Dipartimento Insediamenti Produttivi ed Interazione con l'Ambiente, ha profuso sul tema negli ultimi tempi, tanto da riceverne un carico di lavoro tale da giustificare, secondo codesta Direzione, un repentino incremento di risorse umane e strumentali della competente X U.F. del DIPIA, mediante l'accorpamento, peraltro avvenuto senza informare le OO.SS, di parte di una unità funzionale del Dipartimento di Tecnologie di Sicurezza.

Allo stato attuale dei fatti si ha però notizia di una possibile ulteriore azione di ampliamento di risorse umane della suddetta U.F. del DIPIA, riguardante personale di qualifica ricercatore, laureato in Fisica, e personale tecnico del Dipartimento di Igiene del Lavoro. Tale ulteriore incremento sarebbe motivato dalla necessità di costituire un "pool" di lavoro, in grado di svolgere attività di consulenza tecnica retribuita, richiesta da diversi organismi privati operanti nel settore della telefonia mobile.

L'UNIRI richiede formalmente una conferma od una smentita da parte di codesta Amministrazione, riguardo il reale interesse a perseguire tali iniziative. In caso affermativo, l'UNIRI esprime forti perplessità circa l'opportunità che tale attività sia ritenuta da codesta Amministrazione talmente prioritaria, da metterla in pratica a discapito e svantaggio della primaria missione di codesto Istituto, vale a dire la prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Rimanendo in tema di inquinamento elettromagnetico, è infatti noto che le attività lavorative che comportano una potenziale esposizione alle radiazioni elettromagnetiche sono numerose, specie nei settori dell'industria e della sanità, e peraltro tali esposizioni possono in svariati casi avvenire a livelli di campo di gran lunga più elevati di quelli cui è potenzialmente esposta la popolazione. Di tale fatto è anche testimonianza la mole di attività di ricerca e consulenza svolta negli ultimi anni dal Laboratorio Radiazioni Ionizzanti e Non Ionizzanti del DIL, che ha permesso di evidenziare e risolvere numerose situazioni di reale rischio o pericolo per i lavoratori. Tale decisivo e realmente produttivo impatto sulle attività lavorative è certamente estendibile anche agli altri settori di interesse del DIL (amianto, rumore, agenti chimici e biologici), e di nuovo ne è prova la grande mole di lavori di ricerca e consulenza, tuttora in corso di svolgimento pur in una cronica condizione di carenza di personale, diffusa in tutte le Unità Funzionali del Dipartimento, in un quadro generale di realtà produttive tutt'altro che privo di condizioni a rischio.

Non può invece essere trascurato il fatto che, in riferimento ai rischi per la popolazione, la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, sul cui prestigio ed imparzialità nessuno può avanzare dubbi, ha affermato nel Promemoria n. 193 su campi elettromagnetici e salute pubblica, pubblicato a Maggio 98 che: "l'evidenza scientifica attuale indica che l'esposizione a bassi livelli di campi RF, compresi quelli emessi dai telefoni mobili e dalle stazioni radio base, non inducono né favoriscono, verosimilmente, il cancro". Al riguardo anche la International Agency on Cancer Research non ha ritenuto sufficienti gli elementi raccolti, malgrado decenni di studi ed indagini e le notevoli risorse consumate nelle ricerche, per includere tra gli agenti cancerogeni i campi elettromagnetici.

Risulterebbe pertanto ai limiti dello sconcertante che codesto Istituto, nella inevitabile condizione di limitatezza della risorse umane, trascurasse la propria missione istituzionale allo scopo di realizzare un'attività di controllo e servizio a larga scala poco attinente ai compiti dello stesso. In maniera analoga sembrerebbe assai bizzarro sottrarre e ridurre le già esigue risorse a disposizione dei laboratori del DIL, fino al punto di metterne a rischio la sopravvivenza e quindi, di conseguenza, ridurre il livello di prevenzione da agenti sicuramente patogeni e cancerogeni o da pericolosi effetti acuti, per dedicarsi alla prevenzione da eventuali, a tutt'oggi non dimostrati, effetti tardivi di agenti ritenuti certamente pericolosi solo da una minoranza della comunità scientifica.

L'UNIRI ritiene inoltre tale intento non conforme alla volontà di rilanciare l'attività di ricerca, più volte sostenuta a parole da codesta amministrazione, constatando un drammatico scollamento tra i proclami avanzati e le concrete misure di organizzazione del lavoro intraprese.

E' considerazione di carattere generale, inoltre, che il controllo ambientale sul territorio spetti giuridicamente agli organismi periferici, come peraltro riportato nel progetto di legge sull'inquinamento elettromagnetico di iniziativa governativa che assegna tutte le funzioni di controllo e vigilanza alle Agenzie Regionali per la Protezione dell'Ambiente. Questa situazione prefigura anche la paradossale eventualità che, in un ipotetico futuro contenzioso tra una ARPA ed un gestore di telefonia, l'ISPESL assurgerebbe a consulente di parte (poiché remunerato) di quest'ultimo.

In conclusione l'UNIRI, per i motivi sopra riportati, invita codesto Istituto a valutare e ponderare con la massima attenzione l'eventuale trasferimento di personale del DIL ad altro Dipartimento.

Distinti saluti.


Il Segretario Generale ANPRI-EPR e
Presidente UNIRI (ANPRI-EPR, CIDA-Ricerca)
Dott.ssa Vincenza Celluprica