ovvero
LE DOMANDE DI PETER PAN AI ``GRANDI'' DELLO
SNUR CGIL
Ieri è venuto a trovarci Peter Pan, l'eterno fanciullo che non vuole crescere. Era piuttosto seccato con noi perchè ha letto in un comunicato della Segreteria Nazionale SNUR GGIL che l'ANPRI vuole fargli concorrenza.
Abbiamo cercato con pazienza di spiegargli che noi, ahimè, siamo tutti ormai piuttosto cresciuti, che la politica di non reclutamento degli Enti di ricerca fa sì che da queste parti gli under 40 sono una rarità, che abbiamo responsabilità scientifiche anche pesanti e che ci sentiamo fortemente responsabili nei confronti dei ricercatori e tecnologi in questa delicata fase contrattuale.
Dopo averci ascoltato ed essersi alquanto disteso, Peter, con il candore e la curiosità tipica dei fanciulli, ha cominciato a farci domande su domande. Abbiamo cercato di rispondergli come meglio potevamo e ci pare di averlo accontentato per quanto riguarda il nostro atteggiamento: non ha infatti sollevato questioni sulla nostra coerenza e ben sappiamo come i fanciulli sappiano cogliere al volo le incoerenze degli adulti.
Quello invece su cui non siamo riusciti a ripondere in modo esauriente, è stato l'atteggiamento dei ``grandi'' dello SNUR CGIL espresso nel comunicato che aveva scatenato la sua irritazione. Su questo punto infatti le domande non finivano mai: e perchè questo, e perchè quello, ma come mai di qui, ma come mai di lì. Per accontentarlo, gli abbiamo dovuto promettere di girare direttamente le sue domande ai ``grandi'' in questione e di fargli avere poi le risposte.
Ecco che, fedeli alla promessa, ci troviamo a chiedere allo SNUR CGIL per conto di Peter quanto segue:
- Come mai nel comunicato unitario prima dello sciopero del 14 aprile voi dicevate ``il nostro giudizio su questo impianto [quello dell'ARAN presentato lo scorso dicembre] è fortemente negativo, sia sulla cadenza degli scatti, sia, e soprattutto, sul salario accessorio, sulla ipotizzata ulteriore verifica sulle sue quantità e modalità'', mentre ora dichiarate, dopo lo sciopero e l'incontro con il Governo, la ``volontà di entrare in un sistema che lega la retribuzione alla valutazione, abbandonando le garanzie automatiche''?
- Come mai voi accusate l'ANPRI di irresponsabilità se dice che non sottoscriverà un contratto che preveda ``lo smantellamento del sistema retributivo del DPR 171/91, il cui sostanziale mantenimento [l'ANPRI] continua a ritenere imprescindibile ai fini della sottoscrizione del contratto, in quanto elemento qualificante di stato giuridico della categoria''? Vuol dire che voi siete disposti a sottoscrivere un tale smantellamento? Vuol dire che non ritenete importante lo stato giuridico dei ricercatori e dei tecnologi?
- Cosa avete detto ai Capi di Gabinetto della Funzione Pubblica e del MURST, quando vi hanno detto che il Governo non vuole dare nuove direttive? Avete cercato di convincerli, con tutto il vostro peso, che senza una appropriata direttiva per questo contratto sarà difficile conservare la sostanziale omogeneità di trattamento con l'università, come richiesto in occasione dello sciopero da moltissimi ricercatori e tecnologi, tra i quali anche molti vostri iscritti? Oppure vi siete arresi senza discutere più che tanto?
- Perchè voi avete voluto andare dal Governo a sostenere la vostra battaglia da soli e prima del previsto incontro che il Governo aveva invece convocato unitariamente? Per ottenere qualcosa di più di quello che si sarebbe potuto ottenere presentandovi assieme all'ANPRI? O per non ottenere proprio quello che non abbiamo ottenuto e che voi nella vostra saggezza non ritenevate giusto ottenere?
- Con la vostra saggezza di ``grandi'', potreste dire se il sacrificio dello sciopero, indetto anche da voi, ha dato i risultati sperati? E, se la risposta fosse ``no'', sapreste per caso indicarci qualche colpevole?
- Dal vostro comunicato sembra in definitiva che lo sciopero sia servito al Governo per ottenere da voi un cambiamento di rotta. Non vi sembra che questo sia il contrario di quanto normalmente dovrebbe avvenire?
Dalla sua Isola-che-non-c'è, il nostro amico Peter aspetta le vostre risposte.
La Segreteria Nazionale
ANPRI-EPR
Roma, 6 marzo 1997
si allega il comunicato citato: CGIL-Sindacato Nazionale Universita' e Ricerca 28/2/1997 Comunicato La Sindrome di Peter Pan E' utile e necessario ripuntualizzare, nella situazione difficile del contratto dei ricercatori e tecnologi, quale` il quadro reale che ad oggi si e` determinato. l)Sino a dicembre la trattativa si e` esercitata nel tentativo di evitare la soppressione del meccanismo automatico di classi e scatti imposta dal DL 29 e dalle Direttive di Governo. La Cgil e` convinta da tempo della necessita` di insediare un serio meccanismo di valutazione nel lavoro di ricerca, alternativo agli automatismi ma, nondimeno, questa richiesta era sorretta, secondo noi, da due serie motivazioni: a) la volonta' di mantenere l'analogia con la docenza universitaria in una fase in cui si preannunciano consistenti elementi di riforma sia per gli enti di ricerca sia per l'Universita'; b)l'inopportunita` di procedere, al buio, a modifiche della struttura della retribuzione senza conoscere gli elementi di quadro che dalle riforme annunciate potrebbero provenire, e per di piu` in un contratto che scadra` il 31.12.97. A dicembre, in un incontro con il ministro Berlinguer, abbiamo esplorato al massimo livello la possibilita` di derogare ai vincoli sopra richiamati, mantenendo classi e scatti. Il ministro si e' impegnato ad una verifica di Governo con la Funzione Pubblica su questa possibilita'. L'esito della verifica e` stato negativo. Il Governo non considera possibile una deroga alle Direttive, per il solo settore della ricerca, ultimo tra tutti i contratti pubblici; anche a prescindere dalle convinzioni delle singole organizzazioni, quindi, alla luce di questa posizione del Governo il rinnovo del contratto e' possibile solo a condizione che venga eliminata l'automaticita` della corresponsione di classi e scatti: tutti i sindacati presenti alla trattativa, dopo quest'estremo tentativo, ne hanno preso atto . 2) L'Aran ha a questo punto (dicembre 96) formalizzato la propria proposta, quella basata su scatti non automatici a sei anni, etc. Tutti i sindacati l'hanno giudicata inaccettabile. Successivamente (gennaio '97) l'Aran, nel ribadire la propria proposta come ultimativa e non modificabile, ha anche fatto scivolare sul tavolo quella che e` stata definita niente piu` che "un'idea" consistente nel mantenimento per questo contratto (scadenza 31/12/97) di classi e scatti, con una decurtazione degli aumenti salariali rispetto al resto del Pubblico Impiego, ed un aumento complessivo analogo a quello percepito dalla docenza universitaria (+ 8-9% anziche` +14,1%). Sempre per senso di responsabilita` non abbiamo respinto a priori "l'idea", ma balza agli occhi di chi non sia sprovveduto che essa ripropone esattamente l'ipotesi e le correlate difficolta` di praticabilita`, contenute nella richiesta di matenimento del meccanismo automatico su cui il Governo aveva gia` espresso un no irrevocabile. Tanto e` vero che quando il 14 febbraio, in occasione dello sciopero dei dei ricercatori, abbiamo incontrato i capi di Gabinetto di Funzione Pubblica e Murst, esaminando le proposte in campo, i Ministeri hanno ribadito l'impercorribilita' dell'"idea" di mantenere, anche in via transitoria, gli scatti automatici in deroga alle Direttive, anche a fronte di un minore aumento salariale. Una domanda sorge spontanea: perchi l'Aran ha riproposto un'ipotesi che il Governo giudica reiteratamente impraticabile? La nostra ipotesi e` che l'Aran teme, modificando la propria proposta, i contraccolpi da parte di settori Pubblici (vedi Scuola), ben piu` "pesanti" quantitativamente della Ricerca, che hanno accettato gli scatti non automatici a sei anni. Nella difficolta' di modificare la propria proposta l'Aran ha riproposto un'ipotesi che sa essere preclusa, con il doppio effetto: -rilanciare al Governo la palla di qualsiasi decisione di modifica degli scatti a sei anni e proposte correlate, evitando di decidere; -spaccare il fronte sindacale, contando su quelle organizzazioni tanto sprovvedute da abboccare all'amo (e ci sta riuscendo - vedi l'ultimo comunicato dell'Anpri). Il gioco e` pericoloso, perchh rischia di prospettare come soluzione una strada che si e' rilevata senza uscita, deresponsabilizzando il tavolo di trattativa ed inchiodando il contratto su un falso obbiettivo. In conclusione, quindi, la strada da seguire non puo' essere che una: abbiamo dichiarato la nostra volonta` di entrare in un sistema che lega la retribuzione alla valutazione, abbandonando le garanzie automatiche; ora tale volonta` deve tradursi in meccanismi contrattuali coerenti che tengano conto della specificita` del lavoro di ricerca. Dobbiamo percio` convincere le controparti, a comiciare dal Governo, che il nostro rifiuto ad essere omologati alle soluzioni contrattuali di altri settori nasce non gia' dalla difesa corporativa di presunti privilegi, ma dalla necessita' di salvaguardare l'identita' funzionale ed organizzativa tipica del lavoro dei ricercatore. La strada e` certamente difficile e costellata di rischi, ma e' l'unica che puo' coniugare una corretta visione del lavoro di ricerca con un trattamento contrattuale ad essa aderente. E' fatale che, quando i rischi e le difficolta` crescono, le tentazioni di defilarsi dai problemi si moltiplicano, scaricando le responsabilita' su chi decide di giocare sino in fondo il proprio ruolo. E' la sindrome di Peter Pan, quella dell'eterno fanciullo che non vuole crescere per evitare le responsabilita' nei momenti cruciali, quella che evidentemente affligge l'Anpri. Noi non soffriamo di sindrome di Peter Pan; anche se la situazione e' difficile ci assumeremo, insieme ai ricercatori e tecnologi, l'onere di decidere come condurre in porto il contratto. La Segreteria Nazionale SNUR CGIL