COMUNICATO

SULLA SITUAZIONE CONTRATTUALE

Il Ministro Berlinguer lo scorso dicembre, in un incontro con il CUN, nel quale ha cercato di ottenere il consenso sulla contrattualizzazione dei professori universitari in cambio di congrui aumenti salariali, ha preso atto della volontà espressa dai professori stessi di mantenere l'attuale trattamento per legge e ha promesso che avrebbe cercato comunque di ottenere per loro anche consistenti aumenti salariali.

Il Ministro ha mantenuto le promesse.

1) La legge Bassanini, recentemente approvata dal Parlamento, esclude i professori universitari dal regime di contrattazione.

2) E' in corso di approvazione un provvedimento che attribuisce ai professori universitari, a partire dal 1.1.1997, un aumento di circa il 9%, (invece del 4% che avrebbero avuto secondo la normativa vigente), che va ad aggiungersi al 6,24% complessivo già percepito per gli anni 1994-96. Tali aumenti, ovviamente, si ripercuotono sugli scatti biennali automatici.

3) Il Consiglio dei Ministri infine ha approvato un disegno di legge che impegna il Governo per i prossimi anni a integrare (con lo strumento delle finanziarie 1998-2000) gli stipendi dei professori e ricercatori univesitari con miglioramenti economici proporzionalmente corrispondenti a quelli già ottenuti dai dirigenti dello Stato.

Il Ministro Berlinguer esulta e dichiara: ``finalmente hanno avuto esito positivo gli sforzi compiuti in questi mesi affinchè ai docenti e ai ricercatori delle Università venga riconosciuto un trattamento economico migliore''.

Non possiamo che esprimere soddisfazione per l'attenzione dimostrata dal Ministro per la ricerca universitaria. Ma la ricerca pubblica non è solo quella universitaria! Quale è stato lo ``sforzo'' del Ministro nei confronti dei ricercatori degli EPR?

Nell'incontro con l'ANPRI del 4 luglio 1996 e in numerose altre occasioni il Ministro ha sostenuto l'unitarietà del sistema pubblico della ricerca, la volontà di instaurare la mobilità bidirezionale Università- EPR e la necessità di una normativa di stato giuridico dei ricercatori degli EPR come condizione necessaria per attuare tale mobilità.

Il Ministro ha inoltre promesso il suo impegno al fine di una rapida chiusura del contratto dei ricercatori e tecnologi degli EPR.

Nessuno degli impegni è stato mantenuto.

Nella discussione in Aula alla Camera della legge Bassanini, proprio il Governo ha emendato il testo proposto dalle Commissioni parlamentari, facendo scomparire il riferimento allo stato giuridico dei ricercatori degli EPR.

Quanto al contratto, è in pratica completamente bloccato. L'ultima convocazione risale al 19 dicembre '96. Quanto e come si è impegnato il Ministro Berlinguer per fare in modo che i ricercatori e i tecnologi degli EPR abbiano, dopo sette anni, un contratto che sia rispondente alle loro professionalità e non distrugga l'unitarietà del sistema pubblico della ricerca? E si noti che basterebbe solo una ``direttiva'' all'ARAN!

La proposta contrattuale dell'ARAN e l'atteggiamento del Governo prospettano una frattura all'interno della comunità scientifica nazionale, che risulterebbe costituita da ricercatori di serie A e di serie B, come ai tempi bui del parastato. L'introduzione della valutazione, legata al ``fondo accessorio``, per via contrattuale e non per legge, come peraltro previsto dalla Bassanini, e solo per i ricercatori e i tecnologi degli EPR, metterebbe questi ultimi in una situazione di subalternità rispetto agli universitari e trasformerebbe di fatto gli EPR in ``enti di servizio''.

Quale interazione Università-EPR, quale mobilità bilaterale, quale funzionalità del sistema pubblico della ricerca e quale efficienza dello stesso il Ministro Berlinguer e il Governo tutto pensano di ottenere distruggendo il parallelismo tra il trattamento dei professori universitari e quello dei ricercatori e tecnologi degli EPR? I ricercatori degli EPR produrranno di più e meglio, lavorando ``gomito a gomito'' con gli universitari riconosciuti come ricercatori di serie A? Sarebbero soddisfatti e si impegnerebbero di più nella ricerca di fondi UE, per la maggior parte ``portati a casa'' proprio da loro, e di altre forme di finanziamento, che diventano sempre più indispendabili per la ricerca pubblica? Rimarrebbero ``felici'' nei loro enti o non ricomincerebbe l'esodo, dei migliori s'intende, verso altri lidi o, come già stanno facendo gli insegnanti, verso il pensionamento? E' così che si pensa di incentivare la ricerca, di cui il Paese ha un drammatico bisogno, visto l'aggravarsi ogni anno di più del ritardo tecnologico?

Solo ora, dinanzi alla ``fuga'' in massa degli insegnanti, il Ministro Berlinguer si accorge del fallimento dello schema contrattuale del contratto della scuola (peraltro a suo tempo non sottoscritto dallo SNALS, il sindacato più rappresentativo degli insegnanti) e ne promette il superamento nel prossimo contratto.

Al Ministro chiediamo allora: dobbiamo fare un contratto ``sbagliato'' anche per i ricercatori e i tecnologi degli EPR, per sentirci promettere un miglioramento per la prossima tornata contrattuale? Sbagliare è umano, ma perseverare ...

La mancanza di un positivo impegno del Governo sul contratto e sullo stato giuridico dei ricercatori e dei tecnologi degli EPR rischia di produrre gravi e irreversibili danni sulla ricerca pubblica italiana.

L'ANPRI invita pertanto i ricercatori e i tecnologi degli EPR a denunciare, a sostegno dell'azione che l'Associazione sta sviluppando a livello politico, la situazione della ricerca degli EPR in tutte le sedi nazionali e internazionali e in tutte le occasioni, a cominciare dalle manifestazioni della ``Settimana della Scienza (17-23 marzo). Si comunica a tale proposito che molti ricercatori, tra i quali ad esempio quelli dell'INFN di Legnaro e Catania, hanno già bloccato dette manifestazioni per protestare contro la situazione contrattuale.

La Segreteria Nazionale ANPRI-EPR

Roma, 17 marzo 1997