COMUNICATO SULL' INCONTRO PRESSO L'ARAN DEL 23-4-97


L'ANPRI ha comunicato  formalmente  all'inizio  della  riunione di avere
rotto la trattativa con le seguenti due motivazioni:

1) l' inaccettabilita' della proposta presentata;

2) la dichiarazione  del Prof.  Rebora, nel precedente  incontro, che la
proposta presentata dall'ARAN non e' trattabile.

L'ARAN sul secondo punto non ha fatto osservazioni, confermando cosi' la
non trattabilita' dello schema presentato.

L'intenzione  dell'ANPRI, come e' noto, era quella di essere presente al
tavolo  con  un  proprio   osservatore  come  segno  della  volonta'  di
riprendere  le  trattative  qualora vi fossero  delle  aperture da parte
dell'ARAN.

Su richiesta  della CISL e con il silenzio delle altre sigle e del Prof.
Maiani,  presente  a nome dei  Presidenti  degli  EPR,  l'ARAN ha negato
questa  possibilita' e  l'osservatore  dell'ANPRI e` stato  costretto ad
allontanarsi.

L'ANPRI rileva a proposito del gravissimo episodio quanto segue:

- esiste una legge che da' diritto  all'ANPRI di sedere al tavolo  delle
trattative, mentre non esiste una legge che lo impedisce;

- pertanto l'ANPRI non accetta esclusioni  pretestuose e se decidera' di
sedere  al  tavolo  delle  trattative  lo fara'  quando  e nei  modi che
riterra' piu' opportuni;

-  l'atteggiamento  dell'ARAN e del tavolo attesta la  disponibilita'  a
concludere  il  contratto  sulla base della  proposta  del 2 aprile, che
distruggerebbe  il parallelismo  con  l'Universita' e instaurarebbe  una
situazione di serie B per i ricercatori e tecnologi degli EPR.

L'ANPRI esprime forte preocccupazione che un tale contratto sia il primo
passo  di  un'operazione  che  verrebbe  poi  completata  con i  decreti
delegati  di  riordino  degli EPR;  infatti  sono gia`  visibili i primi
segni:

1) il  Governo ha  ribadito  nella  legge  delega  che gli  universitari
restino decontrattualizzati e regolati dagli attuali ordinamenti, mentre
per i ricercatori  degli EPR ha ottenuto dal Parlamento la  soppressione
della  clausola, gia` approvata in  Commissione,  che lo impegnava a una
normativa di stato giuridico;

2) gli universitari  possono svolgere  attivita' di ricerca e direzione,
anche  negli  EPR,  fino  a  77  anni,  mentre  il  Governo  propone  lo
"svecchiamento"  degli Enti mandando  nella piccola e media  industria i
ricercatori piu' esperti ;

3) continua a mancare la prevista  legge sui concorsi dei  ricercatori e
tecnologi degli EPR, che quindi vengono reclutati sulla base delle leggi
degli impiegati e con bandi e commissioni  lasciati  all'arbitrio  degli
Enti;  mentre in Senato e' stata  recentemente  approvata  una legge sui
concorsi  che  pero'  riguarda  solo  l'universita'  e che cita  gli EPR
esclusivamente per introdurre ulteriore precariato.

La  professionalita`  dei  ricercatori  degli EPR e`  pertanto  in grave
pericolo.  In  questo   contesto   l'ANPRI   si   rivolge  al   Ministro
dell'Universita'  e Ricerca e a tutte le forze  politiche  perche' venga
salvaguardato  e valorizzato  il vitale  settore della ricerca  pubblica
italiana, secondo il processo iniziato con il DPR 568 e la creazione del
MURST.

L'ANPRI dichiara percio' che lo stato di agitazione  continua, ed invita
i ricercatori e i tecnologi a manifestare  in tutti i modi  possibili la
loro  preoccupazione per il pericolo di svendita della ricerca negli EPR
e del ruolo del personale scientifico.


                                     LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPRI-EPR

Roma, 24 aprile 1997