UNIRI Roma, 5 ottobre 2000 Al Presidente del Consiglio Prof. Giuliano Amato Al Ministro URST Sen. Ortensio Zecchino Al Sottosegretario MURST Ing. Antonino Cuffaro Al Ministro per la Funzione Pubblica On. Franco Bassanini Al Presidente dell'ARAN Prof. Carlo Dell'Aringa Al Consiglio Direttivo dell'ARAN Al Responsabile Comparto Ricerca Dr. Raffaele Tortora Ai Presidenti degli Enti di Ricerca e p.c. Ai ricercatori e tecnologi degli Enti di Ricerca Oggetto: LETTERA APERTA SULLE RETRIBUZIONI DEI RICERCATORI E TECNOLOGI DEGLI ENTI DI RICERCA Il recente aumento delle retribuzioni dei ricercatori e docenti universitari in misura pari allo 2,08% a decorrere dal 1.1.2000 pone con tutta evidenza il problema della crescente sperequazione economica, che si aggiunge a quella "tradizionale" di status, tra i membri della comunita' scientifica nazionale che operano nelle Universita' e quelli che operano negli Enti di ricerca. Le retribuzioni dei ricercatori e tecnologi, infatti, sono ferme dal 1997 e le prospettive di una rapida conclusione della tornata contrattuale in corso sono tuttora piuttosto lontane. Peraltro nell'ultimo contratto la progressione economica per i ricercatori e tecnologi e' stata "raffreddata" e sottoposta a verifica, mentre quella di docenti e ricercatori universitari ha continuato a procedere per aumenti biennali automatici. Infine va ricordato che le retribuzioni universitarie sono aumentate annualmente, con D.P.C.M., e non ogni quattro anni come di fatto avviene per quelle, determinate contrattualmente, del comparto ricerca. Si sono raggiunte cosi' differenze notevoli che fanno salvi solo i ricercatori e tecnologi di fascia iniziale nei primi tre anni della carriera, quando il ricercatore universitario e' ancora straordinario. Per tutto il resto della carriera del ricercatore/tecnologo di fascia iniziale, del primo ricercatore/primo tecnologo e del dirigente di ricerca/dirigente tecnologo, il trattamento economico complessivo e' inferiore a quello della corrispondente fascia di docenti - a parita' di anzianita' - di una percentuale che oscilla fra il 5% ed il 22% (corrispondente ad un minore importo mensile variabile tra 200,000 e 2,200,000 lire circa), come dimostrato dai grafici e dalle tabelle di confronto. Le oscillazioni sono legate alla presenza di scatti biennali nel caso dell'Universita', mentre per gli Enti di ricerca gli scatti avvengono dopo periodi variabili tra i 4 e gli 8 (!) anni. Un sistema ricerca moderno ed efficiente non puo' prescindere da una stretta relazione tra Universita' ed Enti di ricerca e dalla mobilita' tra le due reti. Occorre purtroppo constatare che agli sforzi fatti con i D.P.R. 568/87 e 171/91 in questo senso, volti ad un avvicinamento delle due figure professionali, non ha corrisposto altrettanto impegno in questi ultimi anni, cosi' da instaurare addirittura processi di divaricazione, di cui il divario economico qui segnalato e' uno degli aspetti piu' eclatanti, e da fare suonare come una beffa la indicazione al Governo della legge delega 59/97, art. 18, per l'adozione di "misure che valorizzino la professionalità e l'autonomia dei ricercatori e ne favoriscano la mobilità interna ed esterna" Nel delineare il contesto di riferimento del Programma Nazionale di Ricerca (PNR) ed in particolare nell'illustrare "L'anomalia e/o peculiarita' strutturale del Sistema-Paese nel campo della scienza e della tecnologia" le Linee Guida approvate dal CIPE lo scorso maggio giungono alla seguente "Conclusione: il mercato del lavoro per i ricercatori oltre ad essere sottodimensionato ed esposto al processo di invecchiamento degli addetti offre prospettive che non lo rendono piu' attrattivo e competitivo per i giovani talenti.". Occorre dire con tutta chiarezza che la mancanza di attrattiva del sistema ricerca italiano e' anche dovuta alla inadeguatezza delle retribuzioni di ricercatori e tecnologi rispetto agli standard vigenti in campo internazionale, dove da tempo si e' compresa la redditivita' degli investimenti in ricerca e innovazione tecnologica. Con altrettanta chiarezza va affermato che le risorse finanziarie, sia quelle messe a disposizione dal Governo per il rinnovo contrattuale del comparto ricerca per il 98-99, sia quelle che si prospettano per il 2000-2001, sono ben lungi da colmare il divario esistente anche nel solo ambito nazionale. L'UNIRI(ANPRI-EPR, CIDA Ricerca), organizzazione rappresentativa dei ricercatori e tecnologi degli Enti di ricerca, chiede quindi che il Governo, coerentemente con le affermazioni sull'importanza dell'innovazione e della ricerca per il nostro Paese, riconosca pienamente la centralita' della valorizzazione del personale di ricerca e quindi dia un concreto segnale in questa direzione aumentando in modo consistente l'entita' delle risorse economiche da destinare al rinnovo del contratto della ricerca, cosi' da poter realizzare in tale ambito un riequilibrio, se non con i livelli retribuiti europei, almeno nei confronti della componente universitaria della comunita' scientifica nazionale. Il Presidente UNIRI