Introduzione ai Vangeli Gnostici


Nel colto mondo intellettuale di Alessandria d'Egitto, durante il secondo secolo, il problema religioso è inserito nell'ambito di una matura esperienza filosofica e mistica. I dottori alessandrini distinguono tra pístis, la fede accettata immediatamente, per adesione sentimentale, e gnôsis, l'esame della fede stessa, la conoscenza delle verità religiose per una loro accettazione razionale.
Allacciandosi al neoplatonismo, gli gnostici ritengono che il cosmo sia formato da una gerarchia di entità incorporee (gli «eoni») emanate da Dio, sempre meno perfette a mano a mano che si allontanano da lui, come una luce che progressivamente si attenua distanziandosi dalla sua fonte. L'ultimo eone, l'anima umana, venuto a contatto della materia, è stato sopraffatto da essa, è caduto nelle tenebre, è divenuto schiavo del male, del dolore, della morte.

Questa situazione è quindi conseguenza di oblio e ignoranza della propria origine divina, e la gnosi è appunto il riprendere conoscenza di essa e aspirare al ritorno ad essa, cioè alla perfezione di Dio, momento di origine.

Concedere all'uomo la possibilità del proprio riscatto è un gesto d'amore da parte di Dio, che egli compie mandando al mondo il modello perfetto dell'uomo spirituale, l'Anthropos celeste. Questi, con l'esempio di se stesso e con la rivelazione delle verità dimenticate dall'uomo, rende l'uomo partecipe della gnosi, cioè della conoscenza salvatrice.

La scarsa conoscenza che si aveva finora dello gnosticismo (poche citazioni e commenti ostili dell'eresiografia patristica) non permetteva nemmeno di risolvere un problema di fondo: cioè, se lo gnosticismo fosse un movimento eretico, staccatosi dal cristianesimo, oppure un indirizzo filosofico-religioso indipendente dal cristianesimo.
La recente scoperta di un'intera biblioteca di scritti gnostici (in parte tuttora all'esame di specialisti) dimostra l'esistenza di un cristianesimo gnostico contemporaneo alle tendenze giudeo-cristiane, che ha influito sul Nuovo Testamento, specialmente su Giovanni.
La scoperta della biblioteca gnostica, in lingua copta, è avvenuta nel 1945 presso il villaggio di Nag Hammâdi, in Alto Egitto, nella zona di Khenoboskion, dove nei primissimi anni del IV secolo Pacomio aveva fondato un monastero cristiano. Complicate questioni circa i diritti di possesso e di acquisto dei testi rinvenuti, hanno ritardato fino al 1956 l'inizio regolare degli studi, salvo per un piccolo gruppo di essi, tempestivamente acquistato dall'Istituto Jung di Zurigo. Poi gli studi sono stati di nuovo sospesi, e ripresi nel 1962, dopo un accordo tra l'Unesco e il governo della Repubblica Araba unita. Una nuova interruzione è stata causata, nel giugno del 1967, dalla guerra arabo-israeliana.
Ora i tredici codici in papiro, contenenti complessivamente 49 scritti gnostici, sono catalogati, sommariamente esaminati, e alcuni di essi già trascritti e studiati.
Completando l'elenco dei testi di Nag Hammâdi con altre notizie pervenuteci dalla patristica, si può tracciare il quadro della letteratura gnostico cristiana, che puoi raggiungere cliccando sul link in basso.

Quadro della letteratura gnostico cristiana


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