GLI  IMPATTI  SOCIOECONOMICI
 

1 INSTABILITA' GENETICA E PERDITA DEI RACCOLTI

Gran parte della promozione dell'ingegneria genetica fa perno su presunti benefici futuri di cui non
si vede traccia. La scarsa affidabilità delle varietà di colture GM ha già portato a perdite dei
raccolti ai quali la stampa non ha dato il giusto risalto.

Nel Mississippi nel 1997, 12.000 ettari di cotone GM resistente agli erbicidi sono andati perduti
con perdite individuali dei coltivatori comprese tra 1 e 2 miliardi di lire (1). Nel 1998 il Comitato
per l'Arbitrato sulle Questioni dei Semi del Mississippi ha decretato che il cotone della Monsanto non ha raggiunto gli obiettivi
pubblicizzati, indicando rimborsi di circa 2 milioni di dollari (oltre 3 miliardi e mezzo di lire) ai tre coltivatori che hanno sofferto
pesanti perdite nel raccolto (2).

Nel 1994 la Calgene (ora controllata dalla Monsanto) introdusse sul mercato il pomodoro FlavrSavr TM, il primo cibo
bio-ingegnerizzato ad ottenere l'autorizzazione alla vendita, modificato per ritardarne l'ammorbidimento (marcescenza) e per
mantenersi sodo abbastanza da sopportare le fasi di raccolta, imballaggio e trasporto. Dal 1997 è stato ritirato dal mercato in
quanto, contrariamente alle aspettative della Calgene, i pomodori erano spesso così morbidi e ammaccati da non poter essere
venduti come prodotto fresco e gran parte delle varietà FlavrSavr TM non presentavano rese accettabili né resistenza alle
malattie in regioni tipicamente adatte alla loro coltivazione (3).

Il cotone Bt della Monsanto si supponeva fosse resistente ad un verme suo parassita; al contrario, la metà circa dei circa
800.000 ettari coltivati a cotone Bt negli Stati Uniti meridionali hanno sofferto una pesante infestazione e ai coltivatori fu
suggerito di salvare il raccolto con trattamenti di emergenza. Nonostante la pretesa di una resa del cotone Bt compresa tra il 90
e il 95%, alcuni esperti hanno rilevato che il prodotto aveva una resa di solo il 60%.

Molti dei recenti "sogni genetici" su elevate rese o aumentate capacità di fissazione dell'azoto, potrebbero risultare errate perché
comportano interventi su complesse caratteristiche multigenetiche. La fissazione dell'azoto, per esempio, dipende almeno da 17
geni nei batteri e da 50 nelle piante (4). Esistono pericoli associati al trasferimento di un singolo gene, si può facilmente
immaginare cosa possono comportare 50 geni. Anche se tutti i geni necessari per queste caratteristiche potessero davvero
essere identificati e trasferiti, come risultato potrebbero aumentare i problemi di instabilità genetica (5).
 

   1.The gene Exchange,
   2.Idem
   3.Idem
   4.Calgene, "News release - Calgene Announces Second Quarter Financial results", 6 Febbraio 1998
   5.King, "Low-tech Woe Slows Calgene's Super Tomato", Wall Street Journal, 11 aprile 1996
   6.Jonston (1989) Biological nitrogen fixation. In A revolution in Biotechnology, Cambridge University Press, Cambridge, New York, pp
     103-118
   7.Ho, M-W (1998) Genetic Engeneering, dream or nightmare? Gateway Books, bath, UK, p.135