Amore e Psiche
Durante il periodo trascorso a Roma Canova produsse molte versioni dell' "Amore e Psiche", infatti possiamo trovarne alcune nei musei di New York e San Pietroburgo oltre alle prose in gesso presenti nella gipsoteca di Possagno. Comunque la migliore versione del gruppo scultoreo è quella ospitata al Louvre e portata a termine a Roma nel 1793. L'opera è ripresa dalla favola narrata da Lucio Apuleio nell'Asino d'oro e l'artista ha rappresentato il momento in cui Amore rianima Psiche svenuta perché aveva aperto un vaso ricevuto nell'Ade da Proserpina. Nella rappresentazione la leggiadra Psiche è raffigurata poggiata su una pietra liscia, con la schiena arcuata verso l'alto e con le braccia protese verso Amore che invece è poggiato a terra solo con un ginocchio e abbraccia delicatamente Psiche. L'opera è in marmo bianco, levigato perfettamente come è nello stile neoclassico del Canova. In questo complesso lo scultore è riuscito ad immortalare nel marmo un attimo che rimane sospeso: la tensione dei due giovani corpi che non si stringono ma si sfiorano delicatamente contemplando ognuno la bellezza dell'altro; gli sguardi e l'atteggiamento dei corpi preannunciano un contatto che sta per avvenire, è l'attimo che precede il bacio. Anche da un punto di vista geometrico la figura è perfetta, basti notare i due archi formati dai corpi che si incrociano proprio nei volti dei due amanti e i due cerchi formati dalle braccia che si intrecciano e sottolineano il punto di intersezione degli archi.