"Avevo creato un nuovo soggetto con l’ ablazione materiale di elementi
superficiali, tuttavia ad esso veniva meno la connessione
con la realtà poiché si erano persi quelle particolarità
che ne determinavano le finalità
per le quali era stata creata l’immagine :
questo è stato il problema principale che ho affrontato .
In questa prospettiva ho intrapreso 2 strade una delle quali alla fine
è risultata essere la soluzione che cercavo; in un primo tempo
ho cercato di completare i lavori in modo che essi mostrassero
più oggetti legati al soggetto principale ma si trattava di un operazione
che legava gli elementi più sotto il piano concettuale - logico che su quello
finalistico ed il soggetto pertanto non si riconosceva in alcun ambiente
ma in un legame razionale con altri elementi.Da questa esperienza
ho capito che l’unico modo per creare una scenografia organicistica
nella quale inserire l’ attore era quello di affiancargli delle comparse
ovvero altri pannelli di immagini elaborate. In un canovaccio grafico,
cioè nell’unione di più lavori , sarà sempre presente un protagonista e altri attori:
ecco allora che in tutti trittici che ho completato quest’anno emerge
un senso di dipendenza del soggetto principale rispetto agli ambienti completativi.
E’ proprio in questo concetto di legame, dipendenza che leggo il
significato di “canovaccio grafico”: gli attori ottocenteschi recitavano
seguendo un canovaccio cioè una trama sulla quale improvvisavano le battute,
è così nei miei trittici si può percepire quel senso di libertà che viene
lasciato all’ osservatore nella creazione soggettiva
dell’ ambiente equell’ idea di completezzache dopo la
fase analitica dell’ astrazione
materiale si pone in essere con l’attività sintetica dell’ unione dei lavori
giungendo in ultima istanza alla consapevolezza
di osservare un organismo nel vero significato insegnatoci
da Kant nella Critica della Ragion Pratica, ovvero,
di avere d’ innanzi a sé delle parti che sono collegate tra loro con l’ unico
fine di esistere in quanto tali , in un contesto di libertà e di necessaria
( che non può essere diverso da ciò che è ) dipendenza reciproca."
Critica di Marchiori Massimo