XIX Le Giornate del Cinema Muto - Sacile 2000

Lunedl 16 ottobre

ANINAZIONI NORDICHE Victor Bergdahl.

Intorno agli anni 10 l'animazione iniziava a farsi strada nel cinema nordico con i primi esperimenti che tuttavia difficilmente riuscivano a raggiungere alti livelli e ad oltrepassare le frontiere. Uno dei pochi che vi riuscì fu Victor Bergdahl, autore svedese che vide i suoi lavori giungere fino in Brasile. Il suo primo lavoro fu Trlldrycken (La bevanda magica, 1917), ma il personaggio che lo portò al successo fu il capitano Groggs e le sue bizzarre quanto mai improbabili avventure. Il primo film di questo buffo quanto mai burbero personaggio fu Kapten Groggs underbara resa (Il meraviglioso viaggio del capitano Groggs, 1916) che lo vede salpare assieme al suo fedele marinaio Kalle e ad una abbondante scorta di liquori per paesaggi e mondi sconosciuti; fra tempeste e animali feroci il viaggio dei due compagni si concluderà in mezzo alle savane africane ospiti di un villaggio indigeno ospitale e accogliente. Prima di tredici avventure ci illustra fin dal principio la tecnica utilizzata da Bergdahl: una serie di cartoncini disegnati e sovrapposti a scenografie immobili e spesso inesistenti perchè non necessarie nell'economia della pellicola, del film etereo nella sua allucinazione visiva.

Di notevole interesse anche le produzioni animate legate a dei prodotti commerciali, veri e propri spot che evidenziavano da parte degli autori una lungimiranza e un'inventiva fuori dal comune e dalla logica che tuttora regola i nostri schemi visivi e mentali. Particolarmente importante il filone legato all'industria del tabacco, che con i suoi prodotti si poneva (con non poca ironia) quasi come il toccasana a tutti i mali e problemi della società. Notevole per tecnica ed inventiva Tyverier fra Bagdad (Furto a Bagdad, 1926), un carosello - è proprio il caso di chiamarli cosl - che si conclude con trasformazione del ladro di Bagdad nella figura che campeggia come marchio sui pacchetti di sigarette. A proposito: mamme fate attenzione perché l'orsetto Teddy è un accanito fumatore, (Teddy paa biltur / Teddy guida la sua automobile, 1927; Teddy paa strandpromenaden / Teddy alla spiaggia, 1927). (stefano cavagnis)

Lo spirito di Erich von Stroheim a cura di Rick Schmidin

La mostra, a cura di Rick Schmisin, organizzata dalle Giornate del Cinema Muto per omaggiare il grande regista e attore von Stroheim è particolarmente interessante ed invitante per tutti coloro che non conoscono questo autore nella sua totalità e genialità, nel suo universo immaginifico e cosmogonico, ma anche per coloro che già conoscono von Stroheim vista la quantità e la qualità dei materiali inediti proposti ai visitatori. Tra questi segnaliamo telegrammi che Stroheim scambiava con Sergej M. Ejzenštejn: dei documenti di vita quotidiana che descrivevano chiaramente e in modo inequivocabile il ritratto della sua, loro genialità, la loro rivoluzionaria e al tempo stesso tradizionale, dal punto di vista pittorico, messa in scena; la loro concezione innovativa del cinema, della possibilità di questa nuova tecnica di trasformarsi in arte, inequivocabilmente.

In mostra, oltre a numerosi ritratti suoi e della famiglia e alla prima cartolina inviata a May Jones sua futura moglie, vi è il primo soggetto originale scritto a New York per il regista John Emerson nel 1917. Una soggetto ritrovato solo pochi mesi fa. L'esposizione ospitata al primo piano dello storico Palazzo Flangini Biglia a Sacile è aperta a tutti ma rimarrà allestita, purtroppo, solo durante le Giornate del Cinema Muto. (valerij bossenko)

Martedì 17 ottobre

Bebé, Bout de Zan e Boubule. I piccoli divi di Louis Feuillade

Louis Feuillade, l'unico art director, regista e sceneggiatore di caratura internazionale che riuscì sempre a sopportare Léon Goumont e il suo modo dispotico e "avaro" di condurre la casa francese, fu un geniale talent scout. Tanto è vero che, dopo la creazione e la realizzazione del "film esthétique" e della successiva strategia opposta de "la vie tele qu'elle est", scoprì l'influenza che i piccoli divi avevano sul pubblico del cinematografo - sempre impaziente di ammirare le loro capriole, lazzi, burle e biricchinate - e quindi scoprì, creò due piccole star e due rispettive serie di film.

Il primo fu Bébé - al secolo il piccolo Clément Mary (1905-1974) - che vide la luce alla fine del 1910 e con circa 70 pellicole di brevissima durata, prolungò la sua vita, sullo schermo, fino all'inizio del 1913. Bébé divenuto presto una stella al pari di altre vedette quali Max Linder, fu oppresso, come tutti i piccoli "geni" da genitori esigenti e una consapevolezza troppo accentuata del suo ruolo di divo che lo portò precocemente ad essere scavalcato da Bout de Zan - fratellino che lui adotta nel film Bébé adopte un petit frére (1912) - e ad un declino dovuto anche alla fuoriuscita dalla Goumont ad opera del padre e alla sua non valorizzazione presso la casa Pathé (non avrà un Fouillade a condurlo per mano). Ritornerà al cinema solo nel 1935 col nome di René Dary e troverà un discreto successo in Grisbi (1954).

Bout de Zan, appunto, lo soppianterà. René Poyen (1908-1968) possedeva una carica spontanea, istintiva e soprattutto veniva presentato come un ragazzino del popolo, un figlio della strada e non come un piccolo borghese come Bébé; Poyen darà vita successivamente a Eustache Mazamette in Le vampires, un serial, anch'esso di Fouillade, che fece scuola assieme a Fantomas (da notare che proprio la produzione di Fantomas, trasposizione sullo schermo di un'opera letteraria che aveva riscosso un enorme successo, segna il momento di controtendenza della politica commerciale della Goumont che fino ad allora, esempio è proprio il filone "le film esthétique", per non pagare i diritti d'autore ritenuti troppo esosi, realizzava opere "inedite" ritenendo che i soggetti andavano scritti espressamente per lo schermo e non trasposti dalla carta o dal teatro).

L'ultima creazione di Feuillade fu Boubule, una bambina incantevole, spontanea e vivace. La scoperse poco più di un anno prima della sua morte, avvenuta il 26 febbraio 1925. La utilizzò in tutti i film che fece da allora in poi, ovverosia quattro lungometraggi e i serial Orpheline de Paris e Le Stigmate) Per Boubule fu subito un grandissimo successo fin dal primo film che interpretò Le gamin de Paris (1923) accompagnata per mano da uno splendido e delicato sedicenne René Poyen.

Mercoledì 18 ottobre

Méliès tocca i 200 grazie all’archivio del Gosfilmofond

Il Gosfilmofond di Russia, l’archivio cinematografico di stato, è stato fondato ufficialmente nel 1948, il 4 ottobre, per volere di numerosi cineasti sovietici. L’idea dalla quale sono partiti fu di Ejzenstejn e di altri autori che condividevano, ancora prima della seconda guerra, la necessità di conservare in un luogo accessibile a tutti la memoria e il sapere cinematografico della rivoluzione, della Russia, ma non solo.

A tutt’oggi nei suoi depositi conta oltre 56,000 titoli e di questi molti, qualche centinaio, sono ancora da attribuire e catalogare. Ad esempio alcuni anni fa è iniziata una collaborazione con alcuni enti e l’archivio del cinema nazionale del Giappone, l’interazione fra queste realtà a portato alla scoperta di una quarantina di titoli della cinematografia giapponese anteguerra non conosciuti, non facenti parte dei cataloghi generali del cinema nipponico.

Un’anticipazione sulle Giornate del Cinema Muto del prossimo anno: è stato chiesto proprio agli archivisti russi, su segnalazione di alcuni storici del cinema giapponese che ritengono depositata presso di loro l’unica copia originale esistente, di ricercare nel loro oceano di celluloide un film di Mizoguchi del 1926, Asahi Kagayaku.

Sempre sulla base di queste collaborazioni internazionali si è giunti alla scoperta del duecentesimo film di Méliès. Le ricerche condotte da Marie-Hélène, pronipote di Georges Méliès, per continuare l’opera di salvaguardia iniziata dalla cugina Madeleine Malthête-Méliès, l’hanno portata nel gennaio del 2000, durante il gelido inverno russo, a visitare gli "scantinati" dell’archivio di Bielye Stolby (vicino a Mosca).

Ed ecco il miracolo previsto da Paolo Cherchi Usai alla signore Marie-Hélène… compare come per incanto il film François Premier et Triboulet (Star Film, 1907). Questo titolo, conservato negli archivi del Gosfilmofond che contano pochi film di Mélies - la maggioranza è già presente nell’archivio francese -, dura circa 5 minuti, una lunghezza inferiore ai 100 metri. Racconta la storia ridicule delle relazioni fra il re Franceso 1 e il suo buffone di corte Triboulet. Si vedono le solite e meravigliose trasformazioni fantastiche, le solite magie che il mago francese ha portato sullo schermo, nonché le nuove follie permessegli proprio dal mezzo tecnico.

Purtroppo la pellicola è molto rovinata e non è stato previsto, almeno in questo primo anno della sua "rinascita", un restauro vero e proprio.

Gli altri film di Georges Méliès che si sono potuti ammirare durante la serata, commentati dalla pronipote, sono stati i classici che oramai tutti conoscono, hanno visto e rivisto, ma nonostante ciò continuano a rivederli sempre incantati e meravigliati: Escamotage d’une dame chez Robert Houdin (1896), Le diable noir (1899), Le voyage dans la lune (1902), La chryalide et le papillon (1901), La fée carabosse (1906), Une partie de cartes (1899), e altri… (valerij bossenko)

Sunshine Sammy Morrison. Un bimbo nero al fianco di Harold Lloyd

Dei denti bianchissimi su un volto carboncino, un sorriso a 32 denti: questa la chiave per entrare fra i credits con il suo nome. È Sunshine Sammy Morrison (al secolo Frederick Ernest Morrison, 1912-1989), il primo bambino di colore che abbia avuto il suo nome fra i titoli di coda a fianco di quello dei bianchi. Figlio di un capocuoco di New Orleans con conoscenze giuste, fu consegnato a Hollywood ricoprendo a cinque anni un ruolo a fianco di Baby Marie Osborne. Il successo lo arrise tanto che nel 1924 si permise di lasciare il cinema per calcare il palcoscenico con la sua band, la Sunshine Sammy and His Hollywood Syncopators, oramai era maturo e saggio, aveva la veneranda età di 12 anni. Ma ancora di più, a quarant'anni decise che era ora di chiudere definitivamente e si ritirò a vita privata lavorando completamente al di fuori del mondo dello spettacolo come ispettore tecnico in un'azienda aeronautica di Los Angeles, suo padre era divenut padrone nel frattempo di un'importante catena di drogherie e negozi di abbigliamento.

Nella serata dedicata alle "Riscoperte comiche" le Giornate 2000 ce l'hanno ripropostoin un film di Hal Roach del 1920, al fianco niente meno che di Harold Lloyd: Get Out and Get Under. Un Harold Lloyd geniale anticipatore delle mode e delle manie di questo secolo impero della tecnica e della tecnologia; una sagace commedia che, abbandonando il genere lapstick, illustra senza tregua il rapporto di amore e odio del protagonista con la sua adorata macchina nuova fiammante, trattat con tutti i riguardi, tenuta come un gioiello, ma che, tuttavia, non si comporta in modo 'logico' e 'umano' pretendendo oltre a numerosissime attenzioni anche che il suo pilota si intenda di tecnica e motori.

A seguire è stato proiettato l'ultimo film di André Deed, alias Cretinetti: Cretinetti e il mistero del direttissimo n° 13 (1923). Il mistero non è solo nella trama della ilare commedia, ma anche nella realizzazione dello stesso film - forse non all'altezza dei precedenti prodotti di Cretinetti -, tanto è vero che nulla si sa del regista J. Mandemant o Mandement; gli attori erano per lo più sconosciuti, fatto salvo Edouard Mathé e Jane Rollette, già apprezzati nei film di Feuillade. (s.c.)