Gianmaria Testa in concerto. CandianiAperto2002

È un sapore strano, fatto di libertà e di prigionie quello della musica di Gianmaria Testa e di Piermario Giovannone. Sa di entroterra, di gente che sa cosa c'è oltre le colline ed oltre i monti, c'è la Francia, c'è il mare, c'è il viaggio, l'avventura, c'è la libertà. C'è! È lì! la si sente, il suo profumo è forte, ne si conosce l'importanza, la si apprezza come propria, come parte indivisibile di se stessi, ma è sempre al di là… sembra sempre non appartenere al cantautore piemontese.
La sua musica è ingabbiata da ataviche ancore che sembrano legarlo indissolubilmente alla terra natia, a quel Piemonte che sembra immobile, immoto. Testa conia parole e immagini semplici come di colui che debba sempre partire e che sa di non tornare… ma alla fine è sempre immobile con le valige pronte. Ecco un esempio da Le traiettorie delle mongolfiere

"A guardarle sono quasi immobili / lune piene contro il cielo chiaro / e l'uomo che le sorveglia
adesso non è più sicuro / se veramente sono mai partite / oppure sono sempre state lì / senza legami, colorate e immobili / così"

Le sue canzoni-poesie sono quadri di paesaggi comuni dove si tende a celare la poesia naturale degli eventi, ma dove questa esplode ad ogni angolo, anche là dove una battuta tende a sdrammatizzare l'infelicità della nostra vita, oppure la felicità di essere vivi.
Il concerto di Testa ha portato in questa serata mestrina, nell'ambito di Candiani Aperto2002, oltre ad un velo di sottile e intelligente ironia, un gusto di antico "chansonnier di paese", di colui che sa e vede le cose e le racconta agli altri con il dono della sua arte. In concerto, come nel suo ultimo album, era accompagnato dalla chitarra e dalle poesie di Piermario Giovannone, un contributo non indifferente che apre un varco, fra gli altri, nella logica scontata della rima cuore/amore. Eccone un esempio:

Avrei voluto baciarti
avrei voluto baciarti
con la forza del vento
urlarti che t'amo…

con un filo di voce
ti salutai
come si saluta il panettiere

Ironia, senso di malessere e di libertà, amore per la vita, per i propri lidi, ma voglia di evadere di capire, di scoprire cosa ci riserva il mondo, tutto questo e molto di più hanno donato al pubblico Gianmaria Testa e Piermario Giovannone, suonando, cantando e recitando le loro canzoni-poesia. La maggior parte di queste appartiene appunto a Il valzer di un giorno, Canzoni e poesie (Harmonia Mundi / Ducale - ottobre 2000), che segue gli ottimi e acclamati Montgolfières (Label Bleu 95), Extra-Muros (WEA 96) e Lampo (WEA 99). Quattro album che hanno condotto Testa a Parigi al New Morning (96 e 99) e all’Olympia (97 e 2000) e ancora al Teatro Regio di Torino, al Valle di Roma, alla Pergola di Firenze, al Duse di Bologna o al Gustavo Modena di Genova. L'hanno condotto in Francia, in Canada, in Svizzera, in Belgio, in Spagna, in Portogallo e in altre centinaia di piazze italiane fino ad oggi, nonostante la sua carriera artistica da professionista sia iniziata solo a 35 anni dalla sua nascita. katia rossetto

Mercoledi’ 3 Luglio 2002

Gianmaria Testa
(voce, chitarra)

Piermario Giovannone
(chitarra, melodica)

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