Al vertice della tensione


di Phil Aldrn Robinson

"…un affresco di inquietante realismo sulla situazione che si verrebbe a creare se una soltanto di queste armi cadesse nelle mani sbagliate. Stranamente profetico visto il clima politico attuale, il film è la terrificante descrizione del modo in cui la paura può degenerare velocemente in paranoia, impedendo all'uomo di esercitare la propria razionalità". (dal pressbook ufficiale)

Purtroppo, senza togliere nulla al romanzo di Tom Clancy (Paura senza Limiti, 1991), dobbiamo dire che di inquietante non c'è nulla, di realistico ancora meno. Non perchè il film sia basato su sensazionalismi alla missionimpossibilista (per utilizzare un termine caro agli amici del FEF), bensì perchè manca di elementi naturali, quotidiani, esasperanti con la loro presenza sempre costante, primo fra tutti il teleobiettivo, ovvero la stampa, i telegiornali... c'è una catastrofe e non compare nemmeno un giornalista sullo sfondo...

Poi non basta un normalissimo Morgan Freeman nei panni del capo del controspionaggio americano per ovviare alla carenza di stimoli per cose già viste, riviste e straviste.
Sinceramente questo genere di film e di filone catastrofico nucleare ha stufato, non impressiona e non fa paura... forse le nuove paure di tutto il mondo occidentale non è ciò che può succedere in un ipotetico 11 settembre, bensì il fatto che con questa voglia di terrorizzare che hanno i massmedia e con la piega presa dai governi nella limitazione delle libertà, l'uomo medio (anche se ancora non lo sa e forse non se ne accorgerà mai) sarà limitato in tutte le sue espressioni libere e di libertà. Questo è ciò che scaturisce dal post-settembre 2001, e di possiede un briciolo di intelligenza ha veramente paura di questo, della prigionia nel nome della sicurezza dello stato, ossia delle lobby di comando.

Sul film, regia, fotografia eccetera non vi è molto di più da dire, se volete andate a vederlo, ma attenzione che dura 124' e non possiede nulla che possa tenervi svegli, non è un thriller, le carte sono scoperte subito dall'inizio (forse l'unica parte del film che si salva) e praticamente tutti sanno tutto, tranne chi dovrebbe saperlo. stefano cavagnis