Scritto da Voi
The River


Questo spazio è dedicato a tutti voi, infaticabili e irriducibili fan del grande Bruce. Qui potete scrivere tutto ciò che vorrete: rimarrà per essere letto da altri appassionati come voi. Non si tratta di una messaggeria, ma di uno spazio critico dove inserire recensioni dei dischi, racconti dei concerti, esperienze vissute da voi e da altri. Tutto quello che vi viene in mente, insomma, che ha attinenza con il solo mito vivente della musica Rock: Bruce Springsteen! Per comunicare, scambiarvi notizie, materiale, informazioni di vario genere, vi ricordo che potete usufruire del Guestbook, dove gradirei che mi lasciaste anche qualche consiglio e qualche parere sul sito. Per vedere pubblicati i vostri lavori, spediteli all'indirizzo spanish.johnny@libero.it in formato .doc (Word '97 o precedenti), oppure in formato .txt (puro testo). Mi riservo di apportare le modifiche strettamente necessarie alla pubblicazione e alla formattazione. I vostri lavori verranno pubblicati al più presto.
NOTA: Questa seconda parte contiene i racconti con titoli dalla 'F' alla 'M'.

A-E | F-M | N-Z | BOLOGNA



* = Questi scritti compaiono originariamente sul sito Knockin' on Rock 'n' Roll. Consiglio a tutti di visitare questo sito dove potete lasciare i vostri commenti sulla musica che più amate. Un grazie a Marco Giani per avermi concesso di utilizzare i suoi scritti.




Ho Fatto un Sogno

di Gianvito C. (Jonny) L'altra notte ho fatto un sogno, ho sognato di trovarmi in cima ad una montagna dalla quale si potevano vedere all'orizzonte diversi paesaggi, ad un certo punto mi sono accorto che vibrando leggermente le braccia riuscivo a staccarmi da terra e prendere il volo e volare sopra i paesaggi che prima sembravano statici visti da lassù, e che invece adesso apparivano trasformarsi ad ogni nuovo passaggio, se dovessi dire a quale canzone possa assomigliare quel sogno risponderei semplicemente al pezzo finale della canzone "Racing in the Street" versione live (Live 75-85). E come sentirsi morire e rinascere allo stesso tempo, ascoltate la canzone e immaginatevi di trovarvi sopra una montagna come ho fatto io, chiudete gli occhi e cercate di immedesimarvi in un uccello (Dai un pò di immaginazione), non pensate alle parole del brano ma alle note del pianoforte, e quando raggiungete la parte in cui Bruce finisce di cantare allora ascoltate il pianoforte, vi sembrerà che le note vi trasformino in senso metaforico in uovo, pulcino di uccello, uccello adulto, ed infine prendere il volo, sorvolate colline mai immaginate prima, fiumi fertilissimi, campi sterminati senza fine, fiori dai colori mai percepiti dai nostri occhi, profumi di rosa e giglio, lepri che saltellano nei campi fioriti, bambini che ridono e corrono nei campi, e voi che da lassù osservate il tutto, planando fino quasi al suolo, per poi riprendere il volo semplicemente vibrando le vostre mani, e come un uccello immaginario percorrete gli infiniti spazi che vi separano tra voi e le stelle. Non so a voi, mi è capitato spesso di fare quel sogno, è di una bellezza che non si riesce con semplici parole a raccontare. "Se esistesse il posto in cui i sogni più belli si potessero avverare, io in quel posto vorrei proprio viverci" Gianvito C. (Da una e-mail comparsa su BRUCE_IT). Grazie.

I close my eyes and feel so many friends around me (N.Y. 01-07-2000)

di Lorenzo Semprini Quando passi anni insieme ad una persona, ed insieme condividi parole, emozioni, sentimenti, sogni, giochi, lacrime, giornate intere passate a scherzare sotto il sole splendente d'estate o corse sotto la pioggia autunnale rimane difficile parlarne con un certo distacco, quella distanza emozionale che ci dovrebbe essere tra chi fa qualcosa e chi ne deve (o ne vuole) scrivere. Le canzoni di Bruce Springsteen & The E Street Band sono probabilmente state qualcosa di più di un buon amico nel corso di questi anni (e degli anni futuri credo.) e ogni concerto che ho visto e vissuto ha sempre rappresentato il punto culmine di questa amicizia, di questo rapporto. Per me vedere Bruce e banda a New York City nel mitico Madison Square Garden ha da sempre rappresentato qualcosa che va al di là di un semplice sogno. La fine di questo tour ha rappresentato un'occasione unica di un anno vissuto all'insegna di giornate passate a cercare biglietti, a scovare su Internet le scaletta di ogni show, ore passate a parlarne con gli amici, attese davanti ai cancelli, canzoni cantate con tutto quello che avevo dentro, chilometri percorsi sotto il sole, la pioggia, la nebbia, il vento caldo e la voglia di rimettermi in viaggio un'altra volta. Ricordo ancora quel giorno di marzo passato davanti allo schermo del computer ed al telefono per riuscire ad avere un biglietto per il paradiso. Ma i sogni per realizzarli bisogna conquistarseli con il sudore e con il sangue, quindi solo grazie ad un autentico miracolo (che ho promesso di non raccontare) alla fine di maggio abbiamo trovato la "via" (thanks George!) per essere presente con i miei due amici Fabio e Alessandro agli ultimi 3 concerti del Nostro. Ci si sono messi pure i controllori di volo francesi il 27 giugno a lasciarci a piedi ('sti francesi ..) e a farci perdere il concerto di quella sera. Un altro miracolo (Thanks Elisa) ci ha rimesso su un volo il giorno dopo (questa volta con i tedeschi) per raggiungere la nostra meta. Il concerto del 29 mi ha investito come un uragano, davanti alla potenza di Don't look back, Ties, Youngstown e 10th Avenue ho vissuto una sera in cui mi sembrava di ascoltare la musica per la prima volta..E poi cosa dire di quell'American Skin straordinaria e della commozione davanti a The Promise e la gioia della prima Growin' Up (almeno x me)..con gli americani che ci guaradavano e che alla fine ci hanno detto: "Thanks so much." Il 1 luglio preceduto il giorno prima da una bellissima giornata passata tra Freehold, Asbury Park, Rumson e Sea Bright è quello che potremmo chiamare il B(ruce)-Day. Nel tempio del Madison si poteva respirare nell'aria l' emozione, la tensione, la grandezza di quel momento, con tutte quelle bandiere (le nostre italiane però erano le più numerose :- ). Quando ha attaccato con Code of silence e My love si è capito subito che stavamo assistendo ad un vero e proprio evento che, penso, resterà nella storia già piena di trionfi e successi di Bruce e Banda. Ogni nota mi sembrava che venisse suonata con un tale impeto e impegno come se il tour partisse quella notte stessa. E poi allora poco importa se ci risentiamo per l'ennesima volta Mansion on the hill, The river o Prove it all night (che assolo Big Man!!!) perché poco dopo ci stende con la solita indescrivibile energia di Out in the street, Badlands e Promised land. Il k.o. definitivo arriva con E Street Shuffle e Lost in the flood con una Born in the USA rinnovata e bellissima (per la migliore di sempre) con la sempre splendida Backstreets. Quei momenti penso che vivranno in eterno nella mia mente e nel mio cuore, come quando lui e Stevie allo stesso microfono cantavano Ramrod, o quando le noti di Bobby Jean hanno fatto inumidire gli occhi a molti, o come durante Land of hope and dreams (vero simbolo di questo tour) dove il pensiero della fine del tour sembrava iniziare a farsi sentire nell'aria. Vorrei essere capace di descrivere il momento in cui Bruce con un gesto ha fatto segno alla E Street di riprendere i propri posti e di suonare un'altra canzone, ma non credo di esserne capace. Io credo che quella Blood Brothers sia stato uno dei momenti più sinceri ed emozionanti dell'intera storia del rock; quella stretta di mano era un abbraccio collettivo per tutti coloro che in questi anni hanno seguito quel sogno con forza e pazienza e che alla fine ci hanno creduto e che ancora oggi continuano ad alimentarlo con la propria passione. Per questo vorrei ringraziare tutti coloro che (anche in minima parte) sono stati i protagonisti di questa splendida avventura, perché alla fine ciò che conta non è aver visto 1, 10, o 100 concerti, aver ascoltato Rosie oppure The Promise, ciò che conta davvero è aver trovato dentro se stessi, per un attimo, per un giorno o per sempre, una voce che ti dice di continuare a correre verso quel sogno e di non mollarlo per nessuna ragione. Probabilmente per questo se dovessi scegliere alla fine una canzone la mia scelta cadrebbe su This Hard Land suonata a New York, dedicata a noi italiani e spagnoli e con quella frase finale urlata con tutta la voce in corpo: "Stay hard, stay hungry, stay alive if you can".si perché è proprio questo il difficile: rimanere duri, vivi e affamati e in questa dura terra. Grazie a tutti i fans di Bruce Springsteen & The E Street Band, grazie ai quei Blood Brothers che dal palco del MSG la notte del primo luglio mi hanno fatto capire cosa sia la fratellanza e la fiducia, Lorenzo Miami Semprini. Lorenzo Semprini (Da una e-mail comparsa su BRUCE_IT). Grazie.

Il Migliore

di Nicola Bruce Springsteen credo che sia la leggenda vivente del rock. E' il migliore di tutti. L' ho visto dal vivo 5 volte e lo rivedrei volentieri altre 100. A lui non servono effetti speciali, luci, raggi laser o mega schermi. Lo show e' lui, non gli effetti speciali. Suona sempre 3 ore con una carica incredibile e con un magnetisno unico. L' E Street poi e' sempre in formissima (sono un fan sfegatato di Mighty Max Weinberg). Ho visto concerti degli U2, di Vasco, di Dylan, di Joe Cocker e del Liga. Tutti grandissimi e bravissimi, ma il Boss e' un' altra cosa. Non so se sia il miglior autore di tutti i tempi, certo e' il piu' carismatico e istrionico showman del rock. Oggi svettano in classifica cantanti finti, costruiti, di plastica, senza consistenza, senza cultura musicale e senza capacita' vocali. Niente a che vedere con Bruce. Dei suoi lavori apprezzo particolarmente The River, Born To Run e Born In The Usa, ma devo dire che ultimamente sto ascoltando incessantemente Tracks, una raccolta veramente grandiosa. Ho trovato anche splendido Live in New York City, nella quale credo che siano incredibili le versioni di Youngstown , Murder Incorporated, Lost in the flood e Jungleland. Aspetto incessantemente un nuovo disco rock con la band e una nuova incredibile tournee. The Reunion Tour e' stato il tour di maggior successo del biennio 99/2000 (battuti anche i grandi Stones) e credo che se Bruce fara' un grande disco rock, potra' rimettersi on the road come solo lui sa fare. Che ne pensi??? Un ultima domanda: so che in Usa Live in NYC ha superato il milione di copie... e nel resto del mondo quanto ha venduto????? Ciao. Nicola

Incontrare Bruce...

di Ettore E' un messaggio un po' lungo ma sono sicuro che alcuni di voi gradiranno la storiella che vi sto per raccontare. Non so nemmeno come mai non l'ho fatto prima, forse perchè questo episodio è l'unica cosa al mondo che mi fa provare un sentimento solitamente estraneo e cioè l'invidia. Ma andiamo con ordine. Luogo: New Jersey 4 agosto, è la nostra prima vacanza negli USA e siamo venuti anche per quello ... Dei quattro giorni (pochini) che passiamo a NYC uno è dedicato ad Asbury, in verità molto molto IN RUINS, la sera eccoci alla Meadolands Arena ... c'è quello striscione SOLD OUT che non ci spaventa, il biglietto lo trovano tutti ... col cavolo, è la sera più bastarda, anche i miei amici che sono lì per andare tutte le sere da Bruce fanno fatica a trovarlo, le cifre sono pazzesche. Un amico conosce Anna ed Ettore di Casale Monferrato (che Dio li benedica) che sono in coda per i biglietti riservati all'ultimo minuto ... possono prendere i biglietti fingendo che siamo con loro ... inizia lo show, si sente il rimbombo, è Max che pesta duro ma non si capisce niente (ci diciamo: vabbè è My Love,l'abbiamo già sentita ... pazienza (pazienza un cavolo, era No Surrender). Entriamo finalmente mentre Darlington County rimbomba nell'Arena, corriamo come pazzi per cercare il nostro settore ... alla fine scopriremo che girando nel senso opposto sarebbe stato il primo che avremmo incontrato, praticamente giriamo a tuttà velocità l'intero percorso della Continental, credo circa tre volte il Forum di Assago, cantando sha la la sha la la la la la .... eccoci dentro! Che emozione! Siamo nel Great State of New Jersey, a vedere Bruce che gioca in casa. La lingua è per terra ma è il nostro momento, arriva una For You splendida, arriva la world premiere di Back in your arms .... e Ramrod nei bis. Un giorno indimenticabile. La mattina dopo voliamo sulla costa Ovest con il cuore gonfio mentre alcuni amici rimangono a NYC per i concerti, tornano ad Asbury e il giorno 10, in cui Bruce non suona (le ultime due date alla Continental sono il giorno 11 e 12) fanno anche il giretto a Rumson. Uno di loro credo che molti di voi lo conoscano, ha visto più di 60 show di Bruce, fra cui tutti quelli in questa Arena sia del tour 92 che del 99, si chiama Andy. Potrebbe perdersi nel suo paese ma conosce Manhattan e il Jersey shore come pochi altri, ha incontrato Bruce un paio di volte e nel 92 lo vide già vicino a casa perchè frequenta una celebre gelateria del paese .... Il gruppetto è composto da due ragazze e quattro ragazzi, girano intorno alla casa di Bruce e lo intravedono indaffarato in giardino .... Poi vanno alla gelateria nella quale pare ci siano dei cartelli che invitano i clienti a lasciare il locale entro 10 minuti al massimo dalla fine della consumazione ... per ovvi motivi. Ci vanno cauti, ordinano ancora qualcosa per far passare ancora il tempo, non si sa mai. La gelateria ha due ingressi, loro sono ai tavolini sul retro. Ecco che arriva un fuoristrada (o pick up) nero dalla parte opposta, scende un ometto sui 50 .... cappellino, SENZA occhiali, bermuda verdi, calze bianche, ANFIBI e canottiera con qualche buco ... ma è proprio Bruce. Entra quindi dall'ingresso opposto a dove si trovano i ragazzi e va ad ordinare il gelato. Loro sbiancano, l'emozione li paralizza, non riescono a dire o a fare nulla. In momenti come quello ogni cosa preparata, ogni frase ogni pensiero scompaiono nel nulla e le gambe non vogliono saperne di muoversi. Realizzano che è l'occasione della vita e quindi Chris prende coraggio (me l'immagino, sarà stato terrorizzato) e decide l'approccio alla leggenda. Si avvicina, lo tocca sulla spalla e gli dice: "Hi Bruce, excuse me ..." "Ah, italians!" gli risponde il boss Beccato alla grande il povero Chris chiede gentilmente: "se quando hai finito trovi un minuto per uscire e fare una foto con noi ci faresti un grande regalo ... noi siamo fuori da quella parte" Bruce finisce il gelato, potrebbe uscire dalla porta da cui è arrivato, salire in macchina e andarsene senza che nessuno gli dica niente, invece esce dall'altra proprio dove ci sono i fortunelli e va verso di loro, chiede come stanno. Chris gli dice: "noi ci conosciamo e siamo amici grazie alla tua musica" e lui risponde: "Oh, that's good". Poi chiede: "come mai siete qui?" Chris cerca una balla credibile (quale potrebbe esserlo? si sa che Bruce non ama intromissioni nella sua vita privata) ... Andy risponde diretto: "we are here for you". "That's not good" ... replica Bruce con un MEZZO sorriso. Andy, che è il più grande nostalgico del rock and roll che conosca, gli chiede come mai non esegua più il Detroit Medley alla fine degli shows e Springsteen risponde che dovrebbe cambiare tutto il finale per poter eseguire quella maratona. (ndr: Non molte sere dopo però canterà un pezzo di CC Rider durante Light of day). Chris rilancia e gli dice: "il 12 è anche il suo compleanno (indicando Andy, e questa non è una balla), perchè non gli dedichi una canzone? Sai che lui ti ha visto in concerto più di 60 volte?" Bruce lo guarda e dice: "It's a lot, man!" e gli chiede che canzone gli piacerebbe ascoltare .... Break: voglio a Andy un gran bene, come ad un fratello, ma è stato un pazzo furioso e lo capirete dalla sua risposta. E' stato coerente, questo lo riconosco, molte volte ascoltando musica nella mia taverna ci aveva detto che gli sarebbe piaciuto sentire quella canzone di Elvis fatta da Bruce solo voce+chitarra ... ma non avrei mai pensato che arrivasse a chiederglielo di persona! Risposta: "Love me tender". Ma dico io, con tutte le canzoni che poteva scegliere ...basta, tanto glielo ripeterò all'infinito. Bruce sorride ... anche lui ama Elvis alla follia; fanno le foto e il Capo dimostra in un particolare una grande attenzione: le prime foto le scatta Steffy, allora Bruce la vuole vicina nelle foto successive. Saluta e torna al giardinaggio. La sera dopo si apre con Night, regala Incident e chiude con Sandy ... mica male, gli italians gli hanno fatto un effetto positivo. Spero di non avervi stufato troppo, ma mi sembrava giusto condividere con voi l'emozione di quel giorno che ... non ho vissuto. Beninteso: sono felicissimo per i miei amici, certo quando vedo quella foto mi sembra sempre che manchi qualcuno che mi assomiglia un casino .... Ettore

In difesa di Born in the U.S.A.

di Alessandro Vanzaghi Alle 12.50 ho assistito alla versione integrale della suddetta canzone (seguita poi dalle prime note di "My Hometown"...poi quei maledetti hanno interrotto la diretta televisiva!!!!!) dalla casa del Grande Fratello. Oltre a ringraziare ancora una volta il mitico Pietro Taricone di non essere soltanto uno sbruffone palestrato,ma anche un costante estimatore del NOSTRO( ricordo "Thunder Road","Glory Days",ancora "Born in the U.S.A." ...richieste da lui!)...colgo l'occasione per sottolineare,esprimendo un parere del tutto personale, la bellezza e la forza coinvolgente di una canzone spesso bistrattata da una buona parte di noi mailers e fans accaniti di Bruce. Questo pezzo,solo ed esclusivamente nella sua versione elettrica, rimane per me unico e bellissimo; ascoltarne la base acustica nonchè originaria durante il Tom Joad Tour e poi su "Tracks" rafforza la mia convinzione: è una canzone fatta di rabbia,non della triste rassegnazioni che queste spente versioni vorrebbero disegnare. Quando Bruce grida alla fine "nowhere to run...nowhere to go..." è molto più rassicurante leggere in quella voce il desiderio di vincere e continuare a correre nonostante tutto e tutti, piuttosto che l'impressione di una sconfitta accettata e di un viaggio ormai terminato... impressione che deriva appunto dalle versioni non elettriche. Ebbene sì... sono tra quelli che pur apprezzando coerenza,coraggio e maturazione artistica di Springsteen (o come la volete chiamare!!!) ...non accetterà mai BORN TO RUN o THUNDER ROAD acustiche...perchè,per me,suonate e cantate in questo maniera...NON HANNO SENSO!!!!! Continuando con Born in the U.S.A.....poche settimane fa da un sondaggio fra di noi è risultata essere la canzone con il VIDEO PEGGIORE (...è invece il mio video preferito!): ora,c'è un momento... nella parte finale di quel video,in cui la panoramica passa rapidamente su uno di quegli immensi ed anonimi cimiteri made in U.S.A... mentre in sottofondo si sente l'urlo soffocato con cui Bruce accompagna quelle immagini... non posso credere di essere l'unico a tremare di fronte ad una scena dalla realtà così immediata e coinvolgente. ...e anche se fossi l'unico... è un momento splendido per me,ogni volta,comunque. Alessandro Vanzaghi (Da una e-mail comparsa su BRUCE_IT). Grazie.

Io e Bruce Springsteen

di Alberto Calandriello Il mio rapporto con Bruce inizia, banalmente, con Born in the USA, all'epoca avevo 12 anni e sentivo questo nome strano che cantava musica straniera (all'epoca non mi fregava niente della musica), ma che soprattutto era indicato come il cantante preferito di tanti calciatori (all'epoca leggevo solo la Gazzetta!!!). Poi ho iniziato ad ascoltare musica (prima cassetta: Edoardo Live!! Di Bennato... e sapete perché? Perché c'era la sigla della "Domenica Sportiva" - è goal!... cazzo sono proprio fissato!!!) e il nome di Bruce tornava sempre più spesso, fino a che a Natale del 86, Gesù Bambino mi portò il triplo Live 75 - 85... Cazzo la luce!!!!!!!! Ho letteralmente divorato quelle tre cassette, al punto che la terza è stata distrutta dal mio primo stereo!!! (Che dramma)!!! Del concerto di S. Siro non ho particolari ricordi, forse perché la Gazzetta non ne ha parlato. Poi arrivò Tunnel Of Love ed io, che già allora, come dice Remo, avevo una "leggera vena polemica" mi trovai circondato da chi sfotteva questa scelta morbida rispetto al rock di Born in the USA, costringendomi alla difensiva. Un amico con un fratello più grande mi invitò a casa sua ed io casualmente mi ritrovai fra le mani una doppia cassetta con su scritto "Live in Milano"... belìn sta cassetta ce l'ho ancora adesso (sono passati almeno 14 anni!!!)... poi arrivò giugno '88 ed io avevo, come al solito, da salvarmi il culo a scuola e quindi di andare a Torino manco a parlarne, tranne sentirmi dire da mia madre "potevamo andarci insieme" a settembre 88 dopo Amnesty (mamma cazzo...). Così tra boots in cassetta, libri con i testi e album ufficiali sono praticamente cresciuto con lui, arrivando ad avere con la sua musica un rapporto quasi maniacale, affievolito solo dallo scioglimento della E Street Band e dal tour con i Pilgrims. [...] Poi arrivò Tom Joad, acustico, inizialmente accolto con scetticismo, perché per me Bruce voleva dire rock, casino, sudore, ma poi amato da pazzi, e... il fottuto tour nei teatri! Ma come, cazzo ora che non avevo più esami di riparazione, che l'università andava bene mi vai a fare un tour in teatri da 2000 posti e... a Genova, cazzo a Genova (Km 81 da casa mia!!); biglietti chiaramente introvabili e ennesima rinuncia! Però, visto che Dio esiste, il venerdì prima del concerto (12.04.96) un mio amico mi dice "sai mia sorella ed il suo fidanzato domani vanno a Genova a vedere il concerto, dovevano andarci anche altri due amici ma uno ha avuto un incidente in motorino ed ha il collo bloccato!!!" Panico! In un'ora ho fatto 30 km a piedi in giro per Albenga [...] tra casa di amici, di amici di amici, negozio di dischi, negozio di fotocopie (chi c'era saprà che il biglietto era nominale, quindi abbiamo mandato, alle 19 di sera un fax con nell'ordine: dichiarazione dell'amica che mi cedeva il biglietto, fotocopia della sua carta di identità, fotocopia della mia patente, perché quel giorno avevo scoperto che la carta di identità era scaduta [...]) ma finalmente sono riuscito a combinare l'affarone!!! Del concerto mi ricordo principalmente il fatto che ero assolutamente la persona più lontana da Bruce nel teatro e le mie lacrime alla seconda canzone (Darkness)... Poi Tracks e l'amore riscoppia forte, possente e... con un sacco di arretrato!!! E poi... REUNION!!! Quel concerto DOVEVO vederlo ASSOLUTAMENTE ed infatti... Milano 20.04.99!! Fino a quando non è uscito LUI sul palco ho pensato "cazzo non sta succedendo davvero, non posso essere ad un concerto di Bruce Sspringsteen & the E Street Band, non posso essere così vicino al palco, sta per succedere qualcosa di brutto ora esce e dice "non sto bene e non suono più"... beh per fortuna non è andata così, ma penso di essere rimasto FERMO (nonostante il casino) per 5 - 6 canzoni a guardarlo e a pensare "ehi tu lassù lo sai che ti voglio bene vero? Lo sai che le tue per me non sono canzoni ma esempi? Lo sai? Lo sai? Lo sai?... scusatemi ma ora ho DAVVERO gli occhi lucidi!!!! [...] Poi Genova - 11.06.99, e qua la storia si fa pesante!!! Riassumendo: a maggio 99 lascio la mia fidanzata dopo 9 anni e con seri progetti di matrimonio in piedi perché mi innamoro di una ragazza di 9 anni più giovane di me (io sono capo scout e di questa ragazza sono stato capo)... ergo: cervello in merda, sensi di colpa che manco Hitler, rapporto perverso con l'alcool ed amenità varie... Però c'è Bruce a Genova ed io penso "ecco finalmente passerò una giornata dedicata solo al divertimento" sìsì... col cazzo!!! Il fratello di questa ragazza si fa la pensatona di regalarle per il 18° compleanno proprio il biglietto del concerto!!! Così parti in macchina con lei (all'oscuro di tutto) lui, io ed un altro amico... Almeno il concerto è stato FAVOLOSO (a mio parere nettamente superiore di quello di Milano), anche se io ogni tanto mi giravo verso gli spalti per guardarla... Dopo un'estate passata praticamente sempre ubriaco mi sono messo con questa ragazza e, per la prima volta io ed una mia fidanzata avevamo "la nostra canzone", sapete quale? "Thunder Road"!!! A settembre 2000 la ragazza mi pianta [...] aridaje col cervello in merda!!! Inizio quindi, per ovvi motivi, uno sciopero "anti Bruce" (ehi tu uomo del N.Jersey, che cazzo di diritto avevi di scrivere Thunder Road senza preoccuparti delle conseguenze?) che si interrompe solo a dicembre, quando scarico "My City of Ruins."... appena Bruce inizia a cantare "There's a blood red circle..." cazzo cazzo cazzo scoppio a piangere, [...] ma comunque, passato lo shock ritorna fortissimo l'amore per l'italo-americano [...] Ho riascoltato Thunder Road a gennaio e non vi dico cosa mi è successo, tanto lo sapete già... [...] Alberto Calandriello (Da una e-mail comparsa su BRUCE_IT). Grazie.

Jackson Cage

Torna alla Traduzione Mail #1 di Andrea Boido [...] La canzone non si riferisce a nessun fatto in particolare: la "prigione" di Jackson non parla di alcun penitenziario, è solo una metafora per raccontare la vita della protagonista che finisce piano piano per autoisolarsi nella sua città e nella sua casa. Mi pare che il testo spieghi questo suo "auto-imprigionamento" con la paura di affrontare la vita ed anche con la mancanza di reali possibilità nella cittadina, una specie di "baby this town rips the bones from your back" espresso in modo molto più amaro. Il pezzo finisce in modo quasi angosciante notando che questa alienazione, questa chiusura verso l'esterno della protagonista, la farà diventare prima o poi una parte di quel "sistema" che conduce le persone a chiudersi in sé stesse, a portare quella comunità ad essere solo un gruppo di individui isolati che vivono ognuno nella propria "gabbia" per paura di esporsi, di instaurare relazioni positive con altre persone, di rendere quella città un luogo migliore e più umano. In un certo senso è una presa di coscienza più matura rispetto a Born To Run: lì la cittadina era un inferno dal quale fuggire, qua i protagonisti vi restano intrappolati e si rendono conto che sono loro stessi e le loro paure a renderla un cattivo posto dove vivere. Almeno, questo è il modo in cui l'ho sempre letta io. [...] Andrea Boido (Da una e-mail comparsa su BRUCE_IT). Grazie. Mail #2 di Filippo Cantù [...] Jackson Cage è un luogo qualsiasi (nel senso più triste del termine) come ce ne sono tanti altri, dove i protagonisti (la ragazza di cui si parla e il ragazzo che ne racconta la storia) vivono, anzi sopravvivono. Si intravede un misto di appiattimento nella situazione attuale e voglia di evadere da questa situazione in cui ci si sente intrappolati (il luogo si chiama Jackson CAGE - GABBIA, PRIGIONE). Il narratore osserva nelle prime strofe il comportamento della ragazza che vive in un posto dove le persiane sono chiuse per evitare di vedere cose che lei non vuole conoscere (Into a house where the blinds are closed/ To keep from seeing things she don't wanna know) ma altrettanto sa che anche all'interno della Jackson Cage ci si sente soli e anche se ci si prova in tutti i modi non si può dimenticare di essere come destinati a viverci (You can try with all your might / But you're reminded every night / That you been judged and handed life /Down in Jackson Cage). Ogni giorno finisce con una inutile tentativo di sistemare le cose, si combatte (Just crossed swords on the killing floor) ma è chiaro che la ragazza ha vissuto troppo a lungo nella Jackson Cage (Little girl you've been down here so long I can tell by the way that you move you belong to The Jackson Cage) dove devi essere duro abbastanza per giocare a determinate regole altrimenti rischi di scomparire... Nelle strofe successive riappare la il SOGNO (Baby there's nights when I dream of a better world), la SPERANZA (Just waiting to see some sun) ma immediatamente segue il risveglio alla dura realtà (But I wake up so downhearted girl), riemerge la preoccupazione che la speranza sia vana (Never knowing if that day will ever come) e si rimane soli e si accetta tutto fino quasi alla autodistruzione (Left alone standing out on the street / Till you become the hand that turns the key down) Personalmente non la considero nel complesso una dichiarazione di resa, una sconfitta, ma come un voler prendere e far prendere coscienza in modo deciso della situazione. Un modo per analizzarla freddamente e per accumulare rabbia ed energia a sufficienza per poter reagire e finalmente scappare, correre via da Jackson Cage. Filippo Cantu (Da una e-mail comparsa su BRUCE_IT). Grazie.

Joe D'Urso su Bruce Springsteen al Madison Square Garden (N.Y.) PART 1

di Joe D'Urso, Flavio Brizzi e Francesco Magni Quelli che erano a NY con me sanno che Joe D'Urso oltre ad essere un grande fan del nostro è anche in giro per promuovere il suo nuovo disco. Il 28 giugno ad uno dei suoi concerti ho avuto occasione di conoscerlo (insieme ad altri MLers...come già detto) e parlando abbiamo scoperto che anche lui ha assistito ad una data a NY. Qualche giorno fa l'ho contattato per e-mail e gli ho chiesto se voleva commentare quella sera.... (Testo) June 12, 2000 This was the opening night of the 10 show stand for Bruce Springsteen and the E Street band. After over a year of circling the globe they were gonna end it for a while. There had been a lot of news in the paper over Bruce's new song "American Skin (41 Shots)" which only added to the excitement of the evening. I have seen Bruce and the band many times over the years but they have never been this tight as a unit before. All the songs were performed well and the stamina of the band never faltered. They was some actually booing and not Bruuuucccing during "American Skin" but I think that was a lot of people who had heard about the song in the media and didn't listen to the words themselves. Bruce isn't and has never been a cop basher and this was no exception. The evening ended on the song "Land of Hope and Dreams" as most of these shows on this tour have. I give Bruce all the credit in the world as he could have mounted a tour that could have played it safe and just played the "hit" songs of his "glory days" but he choose, as he often has in the past, the tougher, more artistic path. He performed obscure songs as well as new compositions. When all was said and done I felt proud that the man I had chosen as a music hero when I was 15 years old still made me smile and made me proud now as a recording musician at 35 years old. Thanks Bruce. (Traduzione, di Flavio Brizzi e Francesco Magni) Giugno 12, 2000 Questa era la prima serata dei 10 concerti di Bruce Springsteen & E Street band. Dopo più di un anno in giro per il mondo loro stavano per terminare il tour. C'erano stati molti articoli sui giornali sulla nuova canzone di Bruce "American Skin (41 Shots)" che avevano aggiunto tensione alla serata. Avevo visto Bruce e la band molte volte negli anni addietro, ma mai mi erano sembrati cosi` uniti prima. Tutte le canzoni furono eseguite bene e il vigore della band non ha mai avuto scadimenti. Ci furono dei Booo durante American Skin, ma penso che c'erano parecchie persone che avevano sentito parlare della canzone dai media e non avevano mai letto le parole. Bruce non è e non è mai stato un "cop basher" (penso che si intenda uno che vuole mettere in cattiva luce la polizia) e questa canzone non fa eccezione. La serata terminò, come molti dei concerti di questo tour, con "Land Of Hope And Dreams". Bruce ha tutta la mia stima per come ha impostato lo show, poteva suonare le "hit" dei suoi "glory days", ma ha scelto, come ha spesso fatto nel passato, la strada artisticamente più dura. Ha suonato oscure canzoni e allo stesso modo nuove canzoni. Quando tutto fu finito mi sono sentito orgoglioso per quell'uomo che quando avevo 15 anni ho scelto come eroe musicale e che mi fa ancora felice e sentire orgoglioso ora che sono un musicista di 35 anni. Grazie Bruce Joe D'Urso, Flavio Brizzi e Francesco Magni (Da una e-mail comparsa su BRUCE_IT). Grazie.

Joe D'Urso su Bruce Springsteen al Madison Square Garden (N.Y.) PART 2

di Joe D'Urso e Flavio Brizzi (Testo) June 28th - Desmonds Tavern, New York City: The 4th Cd release show of the week that myself and my band Stone Caravan were performing. After this show we would play the Jersey Shore on Friday, Chicago on Saturday and Milwaukee on Monday. A lot of singing and a lot of traveling. The New York show was a special treat as there were many people in town from other countries as Bruce and the E Street Band were in the midst of their 10 show stand at Madison Square Garden. In the audience that night there were people from Norway, England, Scotland, Switzerland and Italy. Myself and Stone Caravan played songs from my new CD "rock and roll station" in the sequenced order of the CD. It was the first time I had really ever done that before and it was a great experience. Less then halfway through the show the power in the venue went off. We were rocking too much!!! I decided since all the tables had candles on them to continue....acoustic. I played two songs, "The Key" which I dedicated to the late great songwriter Harry Chapin and "Badlands". The second song was sung by the crowd towards the end and made the lights going out a quite enjoyable experience. The rest of the evening was a collection of songs from the "Rock-Land", "Glow" and "Mirrors, Shoestrings & Credit Cards" CD's. If was a fun, sweaty evening that ended on a great high note...smiling exhausted faces. (Traduzione, di Flavio Brizzi) 28 Giugno 2000 - Desmonds Tavern NY Quello del 28 Giugno è stato il 4 concerto in una settimana per la promozione del nuovo disco. A quel concerto hanno fatto seguito un concerto Venerdi nel Jersey, uno Sabato a Chicago e uno Lunedi a Milwaukee. Tante concerti, tanti viaggi. Il concerto di N.Y. è stato speciale perché c'era tanta gente da varie parti del mondo venuta a N.Y. per Springsteen e la E-Street Band. C'era gente dalla Norvegia, Inghilterra, Svizzera e Italia. Suonammo canzoni dal nuovo CD "rock and roll station" seguendo l'ordine del disco. E` stata la prima volta che ho fatto una cosa del genere ed è stata una grande esperienza. Poco prima della metà dello spettacolo la corrente è venuta a mancare. "Ci stavamo dando dentro di bestia!!!" (licenza poetica!!!)... Visto che sui tavoli c'erano le candele decisi di continuare con un set acustico... Ho suonato due brani "The Key" che ho dedicato al grande songwriter Harry Chapin e Badlands. Il finale della seconda canzone venne cantato dal pubblico e questo ha fatto sì che la mancanza di corrente si trasformasse in qualcosa di piacevole. Il resto della serata è stato una collezione di canzoni da "Rock-land", "Glow" e "Mirrors..." E' stata una divertente serata che è terminata con un grande finale.... un sacco di facce stanche ma sorridenti. Joe D'Urso e Flavio Brizzi (Da una e-mail comparsa su BRUCE_IT). Grazie.

Jungleland

di Andrea Boido Torna alla Traduzione Su Jungleland si potrebbero scrivere libri e non è certo mia intenzione dare un'interpretazione completa. C'è però un aspetto di questa canzone che più di tutti, per me, fa la differenza: la favolosa commistione tra testo e musica. Jungleland è una di quelle rare canzoni di cui puoi comprendere l'argomento anche senza leggere il testo e basandoti solo sulla musica. Uno degli esempi più fulgidi che mi viene sempre in mente per definire questa ristretta categoria di pezzi è Exit degli U2, dall'album The Joshua tree. Jungleland è l'ultima, in tutti sensi, di una serie di canzoni che più di tutte mi hanno fatto innamorare della musica di Bruce: Lost in the flood, Zero and Blind Terry, Incident on 57th street, giusto per citarne alcune, tutti lunghi pezzi che raccontavano piccole ed eroiche storie di malavita, di bande, di scontri con la polizia. Ho volutamente tolto da questo elenco NYC serenade, che ha, secondo me, caratteristiche diverse: è un pezzo intriso di jazz non tanto (o non solo) nella musica, ma proprio nella scrittura delle liriche, che sono più che altro una serie di schizzi il cui scopo è più quello di trasmettere uno stato d'animo, un'atmosfera, piuttosto che di raccontare una vera e propria storia. Jungleland ha però caratteristiche diverse rispetto a Zero ed a Incident, che sono le sue progenitrici: è di più, è più grande, quasi eccessiva. E' l'ultimo capitolo. Se le altre due canzoni erano due delicati film su una storia d'amore dei sobborghi, Jungleland è un kolossal in cinemascope. E' come se Bruce avesse deciso di chiudere quel capitolo della sua carriera, quel suo modo di scrivere, con il più grande ed il più esagerato esempio di quel "genere". Jungleland, per più di un motivo, mi è sempre parsa una sorta di cronaca di una rappresentazione teatrale. E' come se raccontasse la messa in scena di uno spettacolo che ogni notte ha luogo in città, ed è quasi irrilevante che gli attori qui muoiano veramente. Nella prima parte della canzone è come se tutti i personaggi prendessero posto in scena: la musica inizia piano, ma con un andamento che lascia intuire il fatto che si sta procedendo verso un'esplosione. E' una sorta di risveglio: c'è una parte della città, quella solare, quella più visibile, che sta andando a dormire, che è al suo quotidiano crepuscolo, ma la canzone sceglie di ignorarla, come se non esistesse. Si focalizza invece su quell'altra parte della città, quella che durante il giorno è come se vivesse nel sottosuolo o magari nascosta in qualche vicolo buio; è quella parte di città che si sveglia quando l'altra va a dormire, in una sorta di passaggio di consegne quotidiano. E' un po' come in I guerrieri della notte: tutta la città passa nelle mani delle gang. Cala la notte e tutti questi personaggi sbucano fuori dal nulla ed ognuno di loro va ad occupare il proprio posto, vestendo i panni del ruolo a loro assegnato. Non vorrei essere blasfemo in più di un senso, ma somiglia un po' all'inizio di Jesus Christ Superstar (il film); avete presente quando, nella prima scena, arriva il pulmino che porta tutti gli attori, questi scendono ed ognuno indossa i propri abiti di scena e va a prendere il suo posto nella scenografia? Ecco, è un po' così che io immagino l'inizio di Jungleland: in rapida sequenza ci vengono presentati tutti i protagonisti della vicenda: Magic Rat, la barefoot girl, i Rangers, ecc. Arrivano tutti da un posto che non si sa bene quale sia, quasi si fossero materializzati di colpo dal nulla e si ritrovano tutti nello stesso luogo, pronti ad andare in scena. L'immagine che chiude questa sorta di presentazione è un'immagine di attesa: "and the kids round here look just like shadows always quiet, holding hands" A questo punto la musica sale, e l'attesa si fa spasmodica in pochi secondi: tutta la città (anzi, tutto il mondo) sta in silenzio, forse perchè dorme, o forse perchè è un po' come il pubblico che sa che lo spettacolo sta per iniziare: "from the churches to the jails, tonight all is silence in the world" e gli attori sono pronti: "as we take our stand down in jungleland" da qui in poi succede di tutto. La musica esplode e con essa l'azione: l'ascoltatore è investito da una serie disorientante di immagini, che l'andamento musicale serrato non fa altro che mescolare in un montaggio ancora più serrato. Per pezzi come Incident o Zero spesso si fa riferimento a West side story ed ha un senso: in fondo sono anch'esse trasposizioni di Romeo e Giulietta ambientate in un mondo di gang metropolitane. Ma Jungleland ruba forse un'altra cosa a West side story: le coreografie, i balletti. Non è forse un caso allora che ci sia un riferimento preciso ad un balletto: "man there's an opera out on the Turnpike there's a ballet being fought out in the alley" un balletto per di più non danzato ma "combattuto nel vicolo", proprio il modo in cui venivano mostrati i combattimenti tra gang in West side story. Ma il parallelismo mi sembra più profondo: tutta questa parte di canzone è un turbinio di colori, di flash, di azione. Tutta questa seconda sezione è in sè un balletto, lo spettacolo che i personaggi mettono in scena ogni notte. Poi il ritmo cala leggermente, mentre la notte sta giungendo rapidamente al suo termine ed a questo punto entra l'assolo di sax, che ha come il compito di dilatare la notte, quasi i personaggi non volessero staccarsene, perchè per loro questo equivale a svanire. Il sax aumenta la drammaticità e nello stesso tempo rallenta l'azione, come è rallentato lo scorrere di quelle ore che vanno dalle due-tre di mattino fino all'alba; nulla al mondo potrebbe mai descrivere meglio di quell'assolo l'atmosfera ovattata, più che onirica, di quella parte della notte. Poi finisce anche questo. La notte giunge al termine, anzi, letteralmente muore. E' giunto il tempo di raccogliere i corpi rimasti sull'asfalto e chiudere il sipario. La musica rallenta e l'anticlimax, iniziato con l'assolo di sax, è compiuto del tutto. E' come se i protagonisti di tutta l'esplosione di azione che c'è stata prima, ora tentassero di trascinarsi stancamente fino a casa. Non è un caso, penso, che questa piccola sezione si chiuda con un'immagine di morte, con un ambulanza che si allontana, con una luce che si spegne. Poi c'è un ultimo sussulto, ma questa volta è quasi disperato, ed è molto diverso da quello di prima: è come un rifiuto della morte, un rifiuto di sparire. Come se il narratore guardasse (o ripensasse) a tutta quella sorta di carnevale che la notte si scatena nelle strade, a tutto quel movimento, a tutta quella vita e lo facesse per convincersi che non può finire così, che non finirà mai, che il cuore di quella città notturna, di quella (spietata) libertà, batterà per sempre. Così arriva il giorno, gli attori lasciano la scena, ma sono convinti che domani ci sarà un'altra replica, come ogni notte, e che se anche qualcuno è morto, presto ci sarà qualcun altro che prenderà il suo posto. Ci sarà sempre un altro Magic Rat ad occupare il suo posto in scena. Per quanto riguarda la musica di Springsteen però, questa è solo un'illusione. Magic Rat muore davvero (malgrado l'accenno ambiguo dell'ultimo verso), e nessuno prenderà più il suo posto. Quel modo romantico di dipingere queste storie di malavita muore con lui, ed in questo senso il personaggio di Magic Rat ne è l'apoteosi, l'incarnazione più perfetta, ma anche l'ultima. Bruce non scriverà mai più nulla del genere, non guarderà più con gli stessi occhi romantici la vita di strada, ma, da Darkness in poi, sarà impegnato solo a coglierne gli aspetti più reali e più spietati. Gli occhi del romanticismo si chiudono assieme a quelli di Magic Rat mentre un'ambulanza se lo porta via nell'indifferenza generale. Da qui in avanti ci sarà posto solo per la verità, nuda, cruda e dolorosa e quell'ultimo sussulto di azione dell'ultima strofa di Jungleland resterà per sempre solo un disperato canto del cigno. Lo spettacolo è finito, una volta per tutte. Andrea Boido (Da una e-mail comparsa su BRUCE_IT). Grazie.

La Prima Volta

di Matteo Piancastelli Oggi trovo un po' di tempo per scrivere e decido anch'io di raccontarvi come ho fatto a conoscere Bruce. Era il 1986 o 1987. Avevo 15-16 anni e la mia compagna di banco al liceo era una completamente fatta per Bruce. La stanza tappezzata di poster, fanzines ovunque, cassette e video di tutti i tipi. Il diario di scuola ve lo lascio immaginare. Fu così che le chiesi di prestarmi qualcosa da ascoltare e quella fu la mia rovina. Bruce sapevo già chi fosse (e chi poteva non saperlo, quando alla radio la canzone Born in the USA era passata in tutte le salse ed a tutte le ore?). Ovviamente mi prestò l'album Born in the USA e mi piacque subito. Me lo duplicai (sacrilegio griderà qualcuno dopo le ultime discussioni fatte sulla ML) e quella cassetta ce l'ho ancora. Il resto è venuto da sé. La mia compagna mi ha prestato gli altri album e, visto che era uscito anche il Live 75-85, i miei me lo regalarono in CD, edizione cofanetto. Così in classe eravamo in 2 con la stessa passione e da quel momento, a parte 3 sole occasioni, la comune passione l'abbiamo sempre condivisa. Il primo distacco avvenne nel 1988, quando lei andò al concerto di Torino ed io, invece, niente. Non ero ancora mai andato ad un concerto e 17 anni mi sembravano ancora pochi per andare fino a Torino da solo. Tornata dal concerto e comprato il bootleg, me lo copiai. Fu così che comprai Tunnel of Love, Human Touch, Lucky Town e via via gli altri. Momenti indimenticabili della mia passione, sono stati i primi concerti (Milano 92 e Milano e Verona 93). Una parola su Monaco 93, a cui sono andato con Giulia, la mia iniziatrice. Eravamo solo noi due e, grazie al fatto che lei aveva conosciuto Tommy Simms a Verona, tanto da riuscire a farsi un vero servizio fotografico con Bruce, riuscimmo ad arrivare sotto il palco, entrando prima. Fu il mio primo concerto sotto il palco e da quel momento ho fatto sempre di tutto per non perdere quel posto. Rifiutai però di accompagnare Giulia a Roma, dove Simms le faceva avere i pass, per stupidi sensi di economia. Non me lo perdonerò mai. Giulia fu ospite in albergo della band! Finito il concerto di Monaco, ero senza voce ed il giorno dopo mi aspettava un concerto di musica lirica per gli amici. Niente di speciale, ma visto che è un'altra delle mie passioni e che mi cimentavo in appartamento all'università, gli amici di studi con un pianista mi invitarono a fare un concertino ufficiale. Per i miei amici ignoranti fu un gran successo e forse anche un bel divertimento, visto che mi fecero sfinire del tutto con il bis del Toreador della Carmen. Come feci a cantare quella serata? Con molte Fishermans e con una carica da vero rocker nel cuore, che da quel momento mi avrebbe accompagnato per sempre. Il primo anno di università mi ero fissato due esami in due giorni consecutivi. Il primo andò bene, ma dopo caddi nello sconforto e volevo abbandonare il secondo. La sera, dopo mensa, nel prendere il bus per andarmene a casa, avevo nelle orecchie il walkman e iniziò No Surrender del Live '75-'85, Arrivai in stanza con una carica tipo spinaci per Braccio di Ferro. Ripassai tutto il libro nella notte, andai a dormire ed il giorno dopo presi 30/30. Ecco cosa è per me Bruce. E' la voce che dentro mi spinge a cercare il 30 in ogni cosa, anche se poi magari non ci riesco. L'importante è non tirarsi mai indietro ed andare avanti. Il Reunion Tour è arrivato in un periodo in cui ero molto giù e per me è stata una vera scarica di adrenalina. Credo di aver capito solo lì cosa vuol dire per Bruce il rock'n'roll. Durante l'intermezzo di Light of Day mi sentivi trascinare ed alla fine di ogni concerto ero un uomo nuovo. Il 19 marzo compio 30 anni. Se dovessi fare un bilancio della mia vita, non sarei molto positivo. Tanti sogni che avevo e che ho non si sono avverati o si sono dimostrato delle vere illusioni. Ma tengo sempre nel cuore e sul mio comodino due libri: la Bibbia e i testi di Bruce. Entrambi mi hanno fatto camminare e quando è servito anche correre. Entrambi mi ridanno la carica nei momenti più difficili e soprattutto mi gridano sempre di tentare senza mai arrendersi. La mia canzone preferita è Born To Run, con la quale inizio spesso la mia giornata di lavoro. Da luglio faccio parte di un'associazione che ogni notte esce per le strade a dare da mangiare e qualche vestito ai senza tetto. Qualche volta mi hanno mandato a rendere la mia testimonianza a dei gruppi giovani o di bambini e non mi vergogno a raccontare che se sono lì è grazie a due Persone. A già..... Volete sapere che fine ha fatto Giulia? Davanti ai cancelli di Milano '99 ha conosciuto un ragazzo di Roma. Insieme con altri amici sono andati a Zurigo in estate e dopo le vacanze mi hanno invitato in trattoria per annunciarmi che ero invitato al loro matrimonio l'8.01.2000. Eravamo una trentina a Positano quel primo gennaio e le musiche al matrimonio sapete già di chi erano. Matteo Piancastelli (Da una e-mail comparsa su BRUCE_IT). Grazie.

La Lunga Strada Verso Bruce

di Remo Smacchia [...] Devo dire che trovo non poche difficolta' nel rievocare certi ricordi adolescenziali, ormai parecchio lontani nel tempo. Pero' prima di arrivare a quella luce accecante datata 1978 l'anno di Darkness... scaturita dalle note di Badlands, Racing in the street, The promised land etc. che comunque sopravvive disperata in una vecchia cassetta duplicata da un lp di chissa' quale compagno di scuola, e che se l'accendo ora miagola e si dispera, perche' il suo messaggio e' morto...smagnetizzato nel tempo. Eppure quella cassetta misera senza neanche piu' una custodia e' li come reliquia da me conservata per ricordarmi il mio primo passo verso l'artista che ha contrassegnato la mia maturita' musicale. Io vorrei pero'... e perdonatemi per questo, andare ancora piu' indietro nel tempo e cercare anche di raccogliere qualche sprazzo di quella memoria, che spero, qualcuno di voi riconoscera' anche come la sua. Perche' per arrivare a quella splendida luce accecante, si e' prima dovuta accendere una fiammella. Il primo ricordo che mi viene in mente riguardo la musica rock, e' figlio di mamma RAI, quella in bianco e nero per intenderci... c'era la sigla di un programma, che mi colpi' pesantemente allo stomaco, era una canzone dei Pink Floyd, credo s'intitolasse One of these days (oppure night mah!), un ritmo incalzante e inquietante allo stesso tempo, mi prese per mano e m'accompagno nella scoperta di quel fantastico mondo rock che erano gli anni '70. Ho parlato dei Pink Floyd, beh il rock psichedelico delirante che usciva dalle note di lp come Umma Gumma, Meddle, Atom heart mother era figlio di quei giorni. Poi vennero i giorni del rock progressivo e parlo dei Genesis, quelli di Peter Gabriel, lui e' stato l'artista che ha contrassegnato la mia adolescenza, cosi' come The lamb lies down on Broadway fu l'album che amai di piu' in quel periodo e poi...correndo ancora dietro ai ricordi, mi vengono in mente i fantastici equilibrismi con il flauto di Jan Anderson nei Jethro Tull di Aqualung, o ancora i deliri di In the court of the crimson king dei King Crimson. Poi in crescendo scoperta su scoperta il grande rock di Lou Reed e dei Velvet Underground, trascinanti songs come Sweet Jane ed album imperdibili come Berlin, rock n roll animal, Take no prisoner oppure il dotto David Bowie. E il mito della musica country? Crosby, Stills, Nash & Young, gli Eagles e poi ancora Bob Dylan, i Led Zeppellin, i Rolling Stones, gli Who, i Queen ma in questa notte sicuramente dimentico qualcuno di quei grandi e domani, quando mi svegliero' saro' li a chiedermi "come hai fatto?" Ero ancora un ragazzetto di 14 o 15 anni ...un lp costava 5000 lire, ma io con qualche sacrificio e tanti piccoli lavoretti, mentre i miei coetanei ballavano in discoteca con John Travolta e la febbre del sabato sera, cercavo nuove emozioni negli scaffali polverosi di mitici negozi di dischi, ormai scomparsi nella mia citta'. Poi le riviste di quell'epoca, Ciao 2001, Popster, Rockstar per arrivare al Mucchio selvaggio di cui tanto hanno parlato in questi giorni, anch'io come Monica e penso tanti altri all'inizio pensai "credevo di conoscere bene la realta' rock e invece..." nomi su nomi, album su album, recensioni su recensioni e tantissimi artisti conosciuti su quelle mitiche pagine scritte da gente appassionata proprio come noi, mi sembra di ricordare i loro nomi, Max Bianchini oppure Guglielmi. Ma gli anni, i nomi, le canzoni si confondono pericolosamente in un cocktail di memoria dall'effetto stordente, che mi fa porre domande su domande "ma era il '76...no il '78...ma prima non vennero...no che sto' dicendo..."perdonatemi ma 25 e piu' anni possono fare di questi scherzi. E questi ricordi, questi volti, queste note, queste emozioni non mi spingono a documentarmi, a fare delle ricerche per stabilire una certa cronologia, no devono affiorare cosi'... confusi in un delirio di immagini sfocato come una vecchia fotografia, smagnetizzato come quella vecchia cassetta che conservo cosi' gelosamente. Cosi' che poi arrivo a lui, e quando venne lui, la mia smania crebbe in tal modo dentro di me che volevo sapere tutto, possedere tutto, conoscere tutto di lui, e cercai disperatamente nel suo passato...un passato allora breve ma gia' cosi' ricco, di una ricchezza che solo BTR sarebbe bastata... si BTR, tanto che se anche avesse smesso li...per me sarebbe bastato...troppo grande infatti l'emozione suscitata da Jungleland, Thunder road, Backstreets... Perdonatemi...di nuovo ve lo chiedo, forse saro' stato un po' OT, non vogliatemene, ma secondo me questo era il percorso giusto per arrivare a lui, il seguito poi... beh lasciatemi qualcosa per il prossimo futuro, altrimenti cosa vi scrivo piu'? [...] Remo Smacchia (Da una e-mail comparsa su BRUCE_IT). Grazie.

Losanna e il Concerto del Primo Luglio

di Leonardo Vanneschi Ciao a tutti, vi voglio raccontare qualcosa che mi e' successo ieri sera: mi sentivo un po' malinconico, allora ho preso il mio walkman con i sei fantastici cd delle serate del Madison e me ne sono andato a fare una passeggiata in riva al lago (per chi non lo sapesse a Losanna c'e' un bellissimo lago circondato dalle montagne innevate, un vero spettacolo naturale). Arrivo e faccio partire il walkman: ragazzi questi cd sono di fuoco!!!! L'inizio e' dinamite pura: Code Of Silence come non l'avevo mai sentita!!! Gia' mi vedo la scena: Bruce entra sul palco per ultimo, la E Street e' gia' schierata e tutti aspettano solo un suo gesto... lui fa qualche passo, poi fa un cenno a Mighty Max, che comincia a picchiare come un disperato sulla batteria... pochi istanti e tutta la band sta suonando a mille e... se sei triste quella musica sembra un coltello che ti strappa la tristezza dal cuore!! Alla fine di Code Of Silence le chitarre fanno rumore, si capisce che stanno introducendo il secondo brano, non mi aspetto My Love, perche' di solito comincia con la batteria da sola, ed invece e' proprio lei!! Ed anche questa e' la migliore versione che io abbia mai sentito!! La voce di Bruce e' tenera e melodiosa e questo provoca un contrasto magnifico con l'energia sprigionata dalla band.... che inizio ragazzi!! Finisce My Love in un turbinio di suoni e frastuoni e, senza un istante di pausa... one... two... one, two, three... ed attacca Prove it all night!!! Ti conosco Bruce... so che mentre canti stai leggermente sollevando le spalle seguendo il ritmo della batteria e so che sul tuo viso, mentre canti, c'e' una specie di sorriso... vedo quel sorriso riflesso nel lago, dove il sole riflette la sua luce rossa mentre sta per sparire dietro la montagna.... che meraviglia ragazzi!!! E' finita? Nooo: dopo un assolo tirato alla morte, un grido: "Once more, Steeeeve!!!" ed e' ancora energia pura con Two Hearts: amici per sempre, ragazzi!! Solo adesso la musica finisce e Bruce puo' dire "Good evening New York city!!!"... Poi l'annuncio che stanno tentando di registrare e quindi... "Please don't clap along"... era tanto che ceravo una registrazione della nuova versione di "Mansion On the Hill" con un suono cosi' buono: sembra quasi di sentirla per la prima volta... poi entra anche la voce di Patty... quanto siete romantici ragazzi!!! Quanto bene vi voglio!!! Finisce in un applauso, strozzato dal sax sporco di Big Man che introduce The River... Nel silenzio dopo The River si sente una voce isolata ed accompagnata solo dai piatti di Max... "41 Shots"... e' Bruce, poi e' la volta di Nils... "41 Shots"... poi Steve... "41 Shots"... poi Patty e poi tutti insieme... devo ripetermi: se avete sentito la versione che circola su Napster e non avete mai sentito QUESTA versione, allora non avete sentito niente!! E' semplicemente perfetta, sublime e commovente... ed ironia del destino, il sole sparisce dietro le montagne proprio sulla frase "Potresti essere ucciso solo per vivere nella tua pelle americana"... adesso sono le montagne ad essere rosse, mentre il lago si intetrisce e diventa piu' scuro. Segue Promised Land, come una volonta' di rinascita, e vi assicuro che essere circondati dal tramonto sulle montagne innevate, mentre senti Promised Land e' qualcosa.... ti senti davvero in una Terra Promessa e senti veramente il bisogno di ringraziare qualcuno per avertici messo... E poi l'incredibile, la maestosa Youngstown, con la voce di Bruce che fa l'eco... anche qui, non potete perdervi questa versione!! Come posso descriverla con le parole? No, non arrivo fin li, va solo ascoltata, e' pura catarsi!! Murder, Badlands, Out In The Street sono da gustare tutte d'un fiato, ma chi ha detto che Bruce sta invecchiando? Ha un'energia incredibile!! E su Tenth Avenue presenta la band con il solito entusiasmo che sfocia nell'high five con Big Man ed un applauso lungo una vita... I ragazzi si fermano un attimo, confabulano, e poi... non ci credo!! La voce di Bruce grida "The Shuffle!!!", accennando ad una specie di sorriso che e' complicita' con il suo pubblico...e' vero... e' The E Street Shuffle!!! Quanto tempo era passato dall'ultima volta che lo avevo ascoltata!! E quanto sembra diversa... migliore... oggi. Le sorprese sono finite? Ma neanche per sogno, il bello arriva adesso!! Alle prime note del piano si sentono poche voci dagli spalti che gridano "Yeeeeeeeah!"... sono i primi ad averla riconosciuta!!! "The ragamuffin gunner is returnin' home..." e' Lost In The Flood!!!! Scusate la piccola polemica, ma c'e' qualcuno che ha avuto la fortuna di essere a NYC quella sera e che tutto cio' che ha saputo scrivere su questo brano e' stato che gli occhi di Bruce erano fissi sul video prompter perche' non si ricordava le parole... scusatemi ma l'ultima cosa che mi viene in mente in questo momento e' dove sono i suoi occhi... preferisco pensare a dov'e' il suo cuore, visto che e' cosi' vicino... proprio qui, accanto al mio, seduto in questa panchina sul lungo lago. Comincia a fare freddo, mi scaldano "Born in The USA" (urlata, non cantata) e Backstreets, sempre intramontabile, poi il monumento al rock'n'roll con Light of Day, mentre me ne sto tornando a casa. E che dire di "The Promise"? Ma quante sorprese quella sera!! "Quando la Promessa fu spezzata ero lontano da casa"... proprio come me adesso, che sono cosi' lontano dalla mia piccola Toscana... Poi Ramrod, Bobby Jean, Born To Run, Further On Up The Road, Thunder Road... dove il rock diventa anima.... me le ascolto camminado e sulla metropolitana... le luci della citta' mi scorrono davanti, come sei romantico Bruce!! Rendi poesia tutto cio' che mi circonda!! If I Should Fall Behind e' una dichiarazione d'amore alla E Street Band e Land Of Hope and Dreams e' la fiamma della speranza che va sempre tenuta accesa. Mentre sono gia' a casa, senza mai togliermi un attimo le cuffie, "one more song... one more song...." I ragazzi tornano sul palco... io so gia' che fara' Blood Brothers, so gia' che cambiera' l'ultima strofa e la cantera' mano nella mano con tutta la band e con la voce rotta dal pianto... ma cosa deve aver provato chi era li e non se l'aspettava?? Non ce la faccio, sento il bisogno di andare a prendere un quaderno e scrivere qualcosa... da quel quaderno, stamattina leggo: grazie piccolo uomo del Jersey, grazie per provare esattamente cio' che provo io, ma per essere piu' forte e riuscire ad esprimerlo... Dio benedica tua madre che ti ha fatto cosi' come sei, accolga accanto a se tuo padre per la forza che ti ha dato, e non gli faccia mai mancare un solo giorno la sua amata birra, e benedica Se Stesso per averti donato un'anima cosi' sensibile ed in grado di filtrare e cantare tutto il mondo!! Leonardo Vanneschi (Da una e-mail comparsa su BRUCE_IT). Grazie.

Monaco, 17 luglio 1988

di Monica Mangano 17 luglio 1988 - 17 luglio 2001 Sono passati 13 anni e mi sembra ieri....in giugno avevo visto il mio primo concerto di Bruce, a Torino. Dopo un'attesa che sembrava interminabile, finalmente avevo potuto vivere in prima persona ciò che fino a quel momento avevo solo immaginato ascoltando i bootlegs o guardando i concerti in vhs... però non potevo averne abbastanza! Una mia cara amica era a Monaco quell'estate per studio e io "casualmente" notai, guardando le date dell'European Tunnel of Love Express Tour, che il 17 luglio Bruce avrebbe suonato proprio a Monaco... I miei genitori in quei giorni erano in Sicilia dai parenti e io, sicura che per telefono, in casa d'altri, non avrebbero potuto farmi scene, li chiamai: "Mamma, sai, ho sentito Paola, sai che è a Monaco, e mi ha chiesto di andarla a trovare. Sta via tutta estate e ha voglia di vedermi. Che ne dici se vado un fine settimana da lei?"...e mia mamma: "Ma quando?"...e io: "Non so, potrei andare sabato 16 e tornare lunedì 18... che ne dici?"... "Ti passo il papà!"... stessa scena, con l'aggiunta: "Sai papà, per caso proprio in quel fine settimana suona anche Springsteen a Monaco...se Paola ha voglia magari andiamo a vederlo."... Alla fine, aiutata dalla mia solita abitudine a non cedere mai (!!!), strappo ai miei un si molto convinto ;-))) Forse potete immaginare la mia gioia... a quei tempi per me era una cosa incredibile pensare di andare all'estero a vedere Bruce e non stavo più nella pelle! Sabato 16 io e Saverio (ebbene si, già allora era un santo!) partiamo in macchina alla volta di Monaco. E' stato un viaggio bellissimo, era la prima volta che andavamo via insieme per più di un giorno e per di più correvamo verso un sogno chiamato Bruce! Mi sembrava di viaggiare verso la terra promessa!!! Per tutto il viaggio ovviamente il concerto di Torino l'ha fatta da padrone nello stereo della macchina...una sorta di rito preparatorio! Arrivati a Monaco ci accoglie una gigantografia di Bruce che pubblicizza il concerto del giorno dopo... eravamo proprio arrivati nel posto dove io volevo andare e mi sembrava veramente di camminare in the sun!!! Ci incontriamo con Paola, visitiamo un po' la città, ma la mia mente è al giorno dopo! La mattina successiva sveglia presto e si parte! A questo punto vi racconto come è andata, ma promettete di non ridere... A quei tempi le informazioni che avevo non erano molte, il biglietto non l'avevo e sapevo solo che il concerto era allo stadio. Mi fido quindi di Paola che ci porta allo Stadio Olimpico... arrivati qui mi viene un attacco di depressione... nessun manifesto, nessuna fila di ragazzi in attesa di entrare, nessun segno dell'arrivo di Bruce... solo un po' di turisti di mezza età che si aggirano intorno allo stadio in bermuda e macchine fotografiche.... "Ma Paola, qui non c'è il concerto!!!".... meno male lei parla tedesco e si informa. Il concerto non è lì ovviamente, ma allo stadio Reitstadion Riem, alle porte di Monaco. AHHHHHHHHHHHH!!!!! Corriamo alla metropolitana e dopo circa mezz'ora arriviamo allo stadio giusto. Qui ci mettiamo alla ricerca dei tre biglietti che ci servono. E' tutto esaurito, ma io li troverò! Si avvicinano dei bagarini tedeschi che sparano prezzi assurdi... Paola non ha nessuna intenzione di spendere quelle cifre e io sono sempre più depressa... Saverio cerca di riportarmi alla ragione.... Impresa vana! Alla fine, forse attirati dalla mia faccia disperata, si avvicinano dei ragazzi italiani che ci offrono tre biglietti al prezzo giusto, nemmeno un marco in più! Non so chi fossero, ma li ringrazierò per sempre.... in quel momento mi sono sembrati degli angeli mandati da qualcuno per salvarmi dalla disperazione!!! ;-)))) Con il trofeo in mano ci dirigiamo verso l'entrata.... qui la scena è incredibile per noi abituati ai concerti italiani (non solo di Bruce) con tutti i controlli che ci fanno manco fossimo dei criminali.... Qui portano dentro di tutto, radio, registratori in spalla, macchine fotografiche in bella vista, ombrelli aperti (si, perché nel frattempo si era pure messo a piovigginare). Una volta entrati, senza nessuna spinta (incredibile!), ci sistemiamo. Alle 19 in punto inizia il concerto.... E' l'apoteosi. Forse qualcuno si ricorda i miei commenti sulla giacca fucsia dell'11 giugno a Torino.... beh, qui Bruce si presenta in gilet con canottiera sotto e le braccia muscolose in bella vista... una delizia per i miei occhi!!! Appena comincia il concerto mi rendo subito conto di una cosa: è passato più di un mese dall'inizio dell'European Tunnel of Love Express Tour e si vede! La band è più unita, Bruce è più sciolto, ha più voglia di divertirsi e lui e Patti non fanno più nulla per nascondere quello che provano....Le prime tre canzoni le aveva fatte anche in Italia: Tunnel of Love, presentata in una versione molto potente, Boom Boom e Adam Raised a Cain, arricchita dai cinque fiati capeggiati da Richie "La Bamba" Rosenberg. Soprattutto Boom Boom, una canzone di John Lee Hooker del 1960, mi colpisce per la sua potenza. Bruce la canta con una carica incredibile, ne dà un'interpretazione anche fisica, dando vita alla sua chitarra che si muove all'unisono col suo corpo....poi arriva, improvviso, un tuffo al cuore....DOWNBOUND TRAIN! Non credevo alle mie orecchie...una delle mie canzoni preferite, che sognavo di sentire dal vivo, e Bruce la stava cantando proprio in quel momento! Ho provato un'emozione fortissima, ogni istante era emozionante perché era tutto nuovo, tutta una sorpresa, tutta una scoperta....A seguire All that heaven will allow, sulla cui introduzione si sovrappone il rumore di un aereo che passa proprio in quel momento sullo stadio, seguito nel suo passaggio dallo sguardo divertito di Bruce! Inoltre inizia a piovere e Bruce commenta: "Nice weather!". C'è una lunga introduzione con Here she comes walking e con Bruce che si chiede se deve ascoltare il suo cuore o la sua testa...Poi è la volta di The River, con la storia di Mary e dei sogni infranti che sembra sempre di sentire per la prima volta..... Poi esplode Badlands! Non so quanto ho urlato al cielo quelle parole, con i tedeschi che mi guardavano un po' stupiti, impegnati ad addentare hotdogs giganteschi e a bere fiumi di birra... ma per la prima volta potevo cantare con lui: "for the ones who had a notion, a notion deep inside, that it ain't no sin to be glad you're alive".... In quel momento mi sentivo così, mi sentivo viva, sentivo che non importava se gli altri mi consideravano pazza perchè avevo fatto tutti quei km per essere lì, sapevo che non era un peccato voler essere vivi, ed io lo ero in quel momento ed ero felice! Nella fase americana del tour Badlands non era mai stata cantata e fino ad ora nemmeno in Europa. Fa il suo esordio proprio a Monaco! Cover me viene notevolmente arricchita dai fiati di La Bamba ed è interpretata con potenza da Bruce che introduce, come già aveva fatto nelle altre date, It's just a kiss away, uno spunto preso da Gimme shelter degli Stones. Cover me è legata nel finale a Brilliant disguise, nella quale Patti si mette in evidenza con i suoi vocalizzi. Quindi Spare parts, con una bellissima introduzione del pianoforte di Roy che fa da sfondo a Bruce mentre ci racconta che è una canzone che parla di una donna che sta cercando di capire il valore della sua esistenza e di mettere da parte il passato e di trovare qualcosa di nuovo e di bello nella sua vita ora....particolarmente suggestiva è la prima strofa cantata molto lenta da Bruce ancora con il solo piano come accompagnamento, per poi essere ripetuta veloce quando esplode la band. Anche qui i fiati danno un contributo notevole! Con Spare parts inizia una sequenza molto energica. E' infatti seguita da War, vecchia canzone di Edwin Starr, e, come logica prosecuzione, da Born in the U.S.A. Dopo questa sequenza, che ci riporta alle amare considerazioni sulla guerra, Bruce fa la scelta, secondo me azzeccatissima, di inserire Chimes of freedom, brano di Dylan che aveva fatto il suo esordio nel Tunnel of Love Express Tour il 29/6 a Rotterdam. Prima di questa data, Bruce l'aveva cantata solo un'altra volta, il primo settembre 1978 a Detroit, durante il tour di Darkness, e per la sua esecuzione Bruce si rifà più alla versione dei Byrds che a quella acustica di Dylan. Fatto sta che la sua collocazione a questo punto del concerto è perfetta, evocando le campane della libertà che risuonano per i guerrieri la cui forza è di non combattere, per i rifugiati sull'inerme via della fuga, per gli sfruttati soldati nella notte, per gli sfortunati, gli abbandonati, i rifiutati, gli esclusi. A questo punto Bruce ci saluta per una pausa del concerto. Io riprendo fiato e la mia mente ripercorre attimo per attimo quello che è successo finora, mentre la maggior parte dei miei vicini si precipita al bar-ristorante ripercorrendo con la mente le decine di hotdogs che si sono ingoiati durante il concerto! :-))))) Si riprende con Paradise by the "C", il pezzo strumentale che non veniva eseguito dalla E Street Band dal 1978! Poi Bruce ci regala She's the one, preceduta da due magici minuti di Who do you love, come era avvenuto nella seconda sera di Roma (a Torino e nella prima sera di Roma al suo posto c'era Ain't got you). She's the one, "nera come gli incubi e pallida come le prime luci dell'alba", si avvale di una sezione ritmica incredibile, con Clarence in primo piano che si muove ancheggiando e agitando due maracas. Seguendo quel ritmo incalzante che tutti conosciamo, Bruce e Clarence sono i padroni della scena, avanzano uno a destra e l'altro a sinistra camminando lungo la passerella più bassa, fino ad incontrarsi di nuovo al centro per improvvisare un ballo a due che porta Bruce a cedere al ritmo di Big Man, a sdraiarsi con le spalle contro il suo petto imponente, con la chitarra e le maracas che continuano ad agitarsi. Dopo aver urlato al cielo che lei, con la sua grazia assassina e il suo sorriso che lo uccide, è l'unica, Bruce riesce subito a sdrammatizzare il desiderio dei sensi, che in She's the one aveva assunto un ritmo quasi affannato, lanciandosi in You can look che, come ho già detto in un'altra mail, ha un'introduzione molto divertente in cui Bruce parla di alcune fasi della sua vita all'insegna del guardare, ma non toccare! Dopo aver rincorso le ragazze sul palco, essere stato trascinato via da La Bamba e dopo essersi strizzato nei pantaloni una spugna piena d'acqua, Bruce passa a I'm a coward, anche questa spunto per divertenti scene con Patti e La Bamba, sempre molto efficaci negli interventi con i loro fiati. Tutta questa parte del concerto è particolarmente centrata sull'amore e sulle pulsazioni che provoca...segue infatti I'm on fire, sempre presente in scaletta, e Because the night, con un intro di chitarra un po' più lungo rispetto alle date italiane, anche se non ai livelli del periodo di Darkness, purtroppo..... A questo punto arriva un momento che ancora oggi mi fa emozionare. Bruce attacca Dancing in the dark e per tutta la canzone l'attesa è per la parte finale, quando farà salire sul palco una fortunata ragazza per ballare con lui..... dopo un interminabile camminata lungo la passerella cantando: " Sometimes I feel, I can feel so lonely, that's why I wanna reach out somebody for a little help! Now I'm searching, I'm searching, I'm searching for my baby, I'm looking, I'm looking, I'm looking for my baby........." . A questo punto fa segno di far salire la ragazza e non potete immaginare la mia emozione quando ho visto in mano alla fortunata di turno una bandiera italiana!!! Era Robertina! E' stato bellissimo essere lì all'estero, in Germania, distante km da casa, e vedere la ragazza che in quel momento rappresentava tutte noi sventolare la nostra bandiera, metterla al collo di Bruce e ballare come una pazza, felice come non mai..... I nostri soliti vicini ci hanno dato delle pacche sulle spalle in quel momento, sorridendoci divertiti.... è stato un momento bellissimo! Robertina è stata bravissima, non si è lasciata intimidire come hanno fatto altre che ho visto, ma si è scatenata, l'ha abbracciato, si è goduta in pieno il suo momento, ed ha fatto benissimo! Ma l'emozione non era finita perché dopo che Robertina era scesa dal palco sventolando ancora la bandiera, Bruce, girato verso la band, con già in sottofondo le note di Light of day, ha esclamato: "Italiano!". Siamo ovunque, Bruce, ti devi rassegnare! Dopo Light of day, con in mezzo Land of 1000 dances (invece della Born to be wild che aveva fatto in Italia) e la presentazione della band, è la volta della versione acustica di Born to run, che calma un po' tutti.... Poi la calma si perde del tutto fino alla fine del concerto! In sequenza Hungry heart, Glory days (quanti salti!), Bobby Jean (che sembra sottolineare l'assenza di Little Steven... I miss you baby, good luck, goodbye...), Cadillac ranch (ero particolarmente felice di vedere dal vivo l'esecuzione di questa canzone, con le mosse che finora avevo visto solo nei video, con Bruce seduto a terra con un ginocchio piegato e l'altra gamba stesa in avanti...), Tenth avenue freeze out che con i fiati di La Bamba è stupenda.... sul finale Bruce si rivolge al pubblico dicendo: "You start to look a little tired to me...." e noi: "no!!! " e lui: " oh yeah! It's getting a little late for you!" e mostra l'orologio facendo segno che è ora di andare a dormire....impresa vana! Deve riprendere (e figuriamoci se smetteva!) e si riparte con Sweet soul music e Raise your hand, alla fine della quale Bruce sembra barcollare, non reggersi più in piedi, sembra stremato... ma è talmente stanco che all'improvviso si esibisce in tre capriole, una di seguito all'altra! Dove prenderà tutta quell'energia lo sa solo lui! Queste tre canzoni messe in sequenza regalano allo show un'impronta r'n'b incredibile e molto coinvolgente! Si conclude con Twist & shout arricchita, oltre che da La Bamba, anche da Do you love me e da un finale veramente inaspettato: una versione molto rallentata di Havin'a party, durante la quale Bruce mette in evidenza tutta la bellezza della sua voce! E' stata un'altra sorpresa, come se non ne avessimo già avute durante la serata! Poi riprende Twist & shout per il gran finale, nell'entusiasmo più totale! E' stato un concerto veramente emozionante, che ancora oggi, a distanza di tredici anni, ricordo come se fosse ieri! Grazie a tutti voi che avete retto fin qui! Ciao. Monica Mangano (Da una e-mail comparsa su Springsteen_IT). Grazie.