Durante il concerto del 17 luglio 2003 a Poggio a Caiano (PO), Juri ha alternato le sue canzoni con la lettura di brani letterari, che in qualche modo introducevano e aiutavano ad entrare nello spirito delle canzoni che li seguivano. Ecco l'elenco delle canzoni eseguite e dei brani.
S. Francesco d’Assisi: Il
cantico delle creature
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Exultet
Edith Stein: beatitudine eterna
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Il Carmelo di Echt
Osho: Le nuvole bianche
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Nuvole bianche
Emily Dickinson: Poesia
695, "Come se il mare separandosi”
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Ave Maris stella
Rabindranath Tagore: A lungo durerà il mio viaggio
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Nomadi
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Il sole nella pioggia
S. Agostino: La memoria nella ricerca di Dio
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Arcano Enigma
Padri del
Deserto
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Visioni
Kabir:
Non andare nel giardino fiorito
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S. Agostino
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La nave dell’eterno talismano
Angelus Silesius: Soltanto
Dio può bastare
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Primo Motore
Gibran: Il profeta
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Tocchi terra tocchi Dio
William Blake: Il sorriso
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Le acque di Siloe
Sri Aurobindo: L’incarnazione universale
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Meditazione indiana
BIS:
Rabindranath Tagore: Mi hai fatto senza fine
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Nomadi
Il Cantico di
Frate Sole
o Cantico delle Creature
Altissimu, onnipotente, bon Signore,
tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.
Ad te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi' Signore, cum tucte le tue creature,
spetialmente messor lo frate sole,
lo qual'è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle:
in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si', mi' Signore, per frate vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale a le tue creature dài sustentamento.
Laudato si', mi' Signore, per sor'aqua,
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si', mi' Signore, per frate focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
Laudato si', mi' Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore
et sostengo infirmitate et tribulatione.
Beati quelli ke 'l sosterrano in pace,
ka da te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si', mi' Signore, per sora nostra morte corporale,
da la quale nullu homo vivente pò skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no 'l farrà male.
Laudate e benedicete mi' Signore et rengratiate
e serviateli cum grande humilitate.
Edith Stein (S. Teresa Benedetta della Croce)
Gioia senza fine, felicità senza ombre, amore senza limiti, massima intensità di vita senza cedimenti, attività vigorosa, che sia al tempo stesso quiete perfetta e libertà da tutte le tensioni, questa è la beatitudine eterna, questo è l’essere che cerca l’uomo nel suo esistere
Le nuvole bianche
L’uomo libero è come una nuvola bianca. Una nuvola bianca è un mistero; si lascia trasportare dal vento, non resiste, non lotta, e si libra al di sopra di ogni cosa. Tutte le dimensioni e tutte le direzioni le appartengono. Le nuvole bianche non hanno una provenienza precisa e non hanno una meta; il loro semplice essere in questo momento è perfezione.
("La via delle nuvole bianche")
Poesia 695 (c. 1863)
Come se il mare separandosi
svelasse un altro mare
questo un altro ed i tre
solo il presagio fossero
di un infinito di mari
non visitati da riva
- e il mare stesso al mare fosse riva -
questo è l'eternità
Versione originale:
As
if the Sea should part
And
show a further Sea
And
that - a further -and the Three
But
a presumption be
Of
Periods of Seas -
Unvisited
by Shore -
Themselves
the Verge of Seas to be
Eternity - is Those
A lungo durerà il mio viaggio
Il viandante deve bussare
a molte porte straniere
per arrivare alla sua
e bisogna viaggiare
per tutti i mondi esteriori
per giungere infine al santuario
più segreto all’interno del cuore.
I miei occhi vagarono lontano
prima che li chiudessi dicendo:
"Eccoti"
Versione integrale della poesia:
A lungo
durerà il mio viaggio
e lunga è la via da percorrere.
Uscii sul mio carro ai primi albori
dei giorno, e proseguii il mio viaggio
attraverso i deserti dei mondo
lasciai la mia traccia
su molte stelle e pianeti.
Sono le vie più remote
che portano più vicino a te stesso;
è con lo studio più arduo che si ottiene
la semplicità d'una melodia.
Il viandante deve bussare
a molte porte straniere
per arrivare alla sua,
e bisogna viaggiare
per tutti i mondi esteriori
per giungere infine al sacrario
più segreto all'interno del cuore.
I miei occhi vagarono lontano
prima che li chiudessi dicendo:
«Eccoti!»
Il grido e la domanda: «Dove?»
si sciolgono nelle lacrime
di mille fiumi e inondano il mondo
con la certezza: « lo sono! »
("Gitanjali", XII)
La memoria non basta nella ricerca di Dio
Grande è la potenza della memoria. Chi giunse mai al suo fondo? Quando sono là dentro evoco tutte le immagini che voglio. Anche immerso nelle tenebre e in silenzio io posso, se voglio, estrarre i colori, distinguere la fragranza dei gigli dalle viole senza odorare nulla. Là dispongo di cielo e terra, monti e fiumi, astri e oceani, tanto estesi come se li vedessi fuori di me. Ma hanno memorie anche le bestie e gli uccelli, altrimenti non ritroverebbero i loro covi e i loro nidi. Supererò, dunque, anche la memoria per cogliere colui che mi distinse dai quadrupedi e mi fece più sapiente dei volatili del cielo. Supererò anche la memoria ma per trovarti dove, o sicura dolcezza? Trovarti fuori dalla mia memoria significa averti scordato, ma neppure potrei trovarti se non avessi il ricordo di te.
("Confessioni", libro X, cap. XVII)
Un giorno un filosofo chiese ad un eremita del deserto: ”Padre, come puoi essere così felice quando sei privo della consolazione dei libri?” Al che l’eremita rispose: “Il mio libro, o filosofo, è la natura e ogni volta che voglio leggere le parole di Dio il libro è davanti a me.”
("Apoftegmi", Antonio)
Non andare nel giardino fiorito!
O Amico! Non
andarci.
Il giardino fiorito è nella tua persona.
Siediti sui mille petali del loto
E contempla la bellezza infinita
("Canti",
I, 58 bāgo
nā jā re nā jā)
Soltanto Dio può bastare
Via via, Serafini, voi non potete saziarmi,
via via, Santi, e ciò che in voi affascina!
Non voglio nulla da voi: soltanto m’immergo
Nell’increato mare della nuda Deità
(“Il pellegrino cherubico”, I, 3)
Il Profeta
Non dimenticate mai quanto la terra goda a sentire i vostri
piedi nudi
E quanto il vento abbia voglia di giocare con i vostri capelli
Non sondate le profondità della conoscenza in voi con asta
o scandaglio
Perché il vostro io è infinito e sconfinato mare.
("Il Profeta", XVII: La conoscenza, e X: l'Abito)
Il
sorriso
"C'è un sorriso d'amore
e un sorriso di inganno.
E c'è un sorriso di sorrisi
nel quale questi due sorrisi si incontrano.
C'è uno sguardo d'odio
e uno sguardo di disprezzo.
E c'è uno sguardo fatto di questi sguardi
che tu ti sforzi di dimenticare
invano.
Perché a fondo nel profondo del cuore penetra
e affonda nel profondo delle ossa
e nessun sorriso che fu mai sorriso
ma solo quel sorriso solo
quello che dalla culla alla tomba
si può sorridere solo una volta
e quando è sorriso
ha fine ogni miseria."
Versione
originale
The Smile
There is a Smile of
Love
And there is a Smile of Deceit
And there is a Smile of Smiles
In which these two Smiles meet.
And there is a Frown of
Hate
And there is a Frown of disdain
And there is a Frown of Frowns
Which you strive to forget in vain.
For it sticks in the
Heart's deep Core
And it sticks in the deep Back bone.
And no Smile that ever was smil'd
But only one Smile alone.
That betwixt the Cradle
and Grave
It only once Smil'd can be,
But when it once is Smile'd
There's an end to all Misery.
(“Songs of Innocence”)
L'Incarnazione universale
C'è una saggezza simile ad un sole che pensa,
una beatitudine nella cavità del cuore fatta bianco acceso
il cuore di un mondo in cui tutti i cuori sono uno
Un silenzio sulle montagne della Gioia
una pace che culla in grembo il fato.
Una vasta compassione si piega ad abbracciare la sofferenza della terra,
un Testimone dimora nel nostro intimo
la Divinità incarnata nel corpo dell’uomo.
La nostra mente è una pallida trasparenza di quel Raggio.
La nostra forza una parodia della potenza dell’Immortale
La nostra gioia un sognatore sulla via dell’Eterno
che insegue la fuggitiva bellezza di un’ora
Soltanto sulla porta velata del cuore è scritta
la parola di fiamma, il Nome segreto e tremendo
Mi
hai fatto senza fine
Mi hai fatto senza fine
questa è la tua volontà.
Questo fragile vaso
continuamente tu vuoti
continuamente lo riempi
di vita sempre nuova.
Questo piccolo flauto di canna
hai portato per valli e colline
attraverso esso hai soffiato
melodie eternamente nuove.
Quando mi sfiorano le tue mani immortali
questo piccolo cuore si perde
in una gioia senza confini
e canta melodie ineffabili.
Su queste piccole mani
scendono i tuoi doni infiniti.
Passano le età, e tu continui a versare,
e ancora c'è spazio da riempire.
("Gitanjali", I)