Il fiume Alcantara in passato fu chiamato sempre in modi diversi, tant’è che ogni popolo che si fermava lungo la vallata, lo appellava differentemente dalla precedente gente. I Greci lo chiamarono Assinos, Plinio il Vecchio lo nominò col nome di Akesine, da Appiano Alessandrino fu detto Onobalas, i Musulmani col nome di Al Quantarah o Cantara che in lingua araba vuol dire ponte, Federico III D’Aragona invece Flumen Cantaris.

            Il fiume Alcantara nasce dal monte Calardello nei pressi di Floresta. Esso funge come zona di demarcazione, infatti sancisce i confini tra la Provincia di Catania e quella di Messina, e fino a qualche decennio fa era di estrema importanza per le campagne che da esso venivano bagnate.

            Oggi purtroppo i paesi come Calatabiano, Gaggi, Motta Camastra, Francavilla, Castiglione di Sicilia e Randazzo, non possono più contare sulla sua portata d’acqua, perché gran parte dell’anno l’Alcantara è in secca. La funzione irrigua del passato vitale per i terreni limitrofi sono solo ricordi, senza contare i mulini che numerosi furono costruiti lungo le sponde, oggi purtroppo destinati a tacere.

L’Alcantara, nel tratto a monte è caratterizzato da un letto ampio a carattere torrentizio tipico delle fiumare peloritane interrotto dalle numerose colate laviche.

L’erosione in alcuni tratti ha formato gole a cascate, mettendo a nudo pareti di basalto colonnare, alte diversi metri.

Questi aspetti vengono accentuati nella parte più a valle dove il fiume è caratterizzato da un letto stretto e tortuoso, profondamente incassato all’interno della colata lavica che è giunta fino al mare formando Capo Schisò.

Anche in questo tratto, famosissimo in quanto meta di numerosi turisti provenienti da tutte le parti del mondo, il fiume assume un aspetto suggestivo data la presenza di una gola profonda la cui origine risale a epoca antichissima quando dai vulcani eccentrici si riversò una spaventosa colata basaltica che percorse tutta la valle.

Il fiume si insinua in una spaccatura di pochi metri di larghezza e profonda circa 20, precipitandosi spumeggiante tra le rocce basaltiche che, per contrazioni da raffreddamenti durante il processo di solidificazione, hanno assunto un aspetto colonnare prismatico, perfettamente geometrico, pur nelle dolci pieghe ed ondulazioni di magma.

La roccia è grigio scura e, nei punti ove è lambita dall’acqua estremamente lustra e pulita. 

La flora della Valle dell’Alcantara è molto ricca e varia: Il faggio, l’agrifoglio, quercie, castagni, pioppi, platani anche se non più numerosi come una volta, pini, agavi, fico d’India, la ginestra dell’Etna etc….

            I fiori invece sono: Peonia corallina, Mandragora, Violacciocca, Sambucina Rossa, Sambucina Gialla etc…

            La fauna è ancora ricca  malgrado la caccia, e malgrado gli uomini contribuiscano in parte alla distruzione di alcune specie di animali.

            Lungo le rive del Fiume Alcantara ed in particolare alla foce numerosi uccelli trovano come ambiente naturale il loro habitat: il Falco Pellegrino, il Lodolaio, il Lanario, il Gheppio, I Mignattini, i Cavalieri d’Italia simili ai Gabbiani,le Poiane, i Corvi etc...