Chiesa di S. Antonio: particolare


 

 

 

La costruzione della Chiesa, tipicamente seicentesca, con cupola stile gotico-bizantino e facciata stile barocco contenuto, (Tempio del Santo Anacoreta S. Antonio Abate), con viva devozione dei fedeli, ebbe inizio nel 1601.

Il 23 maggio del 1601 fu indirizzata una lettera all’Arcivescovo di Messina dove di scriveva che la costruzione del Tempio dedicato all’Anacoreta non poteva essere portato a compimento per mancanza di fondi.

            Portata su poverissima, fu abbellita ed arricchita con diversi lasciti dalla famiglia Sardo,  dalla  famiglia  Camardi  e da altre famiglie.

            Nel 1712 durante la reggenza di Procuratore della Chiesa, Don Melchiorre Sardo Ruggeri provvide alla decorazione interna con meravigliosi marmi e pietre di vari colori lavorati a mosaici.

            L’opera venne affidata al maestro Tommaso Amato parente probabilmente di quel Giacomo Amato la cui opera e’ la facciata del monastero della Pietà a Palermo (fine 1600).

         

   Le pitture raffiguranti momenti della vita del Santo, nella tela raffigurata a lato, mentre riceve viveri da un volatile nella Tebàide Orientale, sono attribuite al pennello del Tuccari.

            

Fu ancora il Sardo che provvide alla costruzione dell’organo, fatto eseguire a Palermo da un tale di nome Andronaco, nel 1723 circa, con una condizione posta dal maestro, e cioè che il trasporto dell’organo sarebbe avvenuto da Giardini-Naxos a Castiglione a spese della Chiesa.

            Sul finire del XVIII secolo il dott. Melchiorre Sardo Campisi, Curatore della Chiesa, e nipote del precedente procuratore, provvide alla facciata di stile barocco.

            Sull’entrata principale un’araldica scolpita, conserva ancora il nome e l’anno dei lavori eseguiti.

            A completare il sacro corredo della Chiesa fu il simulacro del Santo offerto dal barone don Santo Camardi nel 1818, al di là di ogni aspettativa si ebbe una statua in legno di meravigliosa fattura.

            L’opera d’arte divenuta conseguenzialmente Sacra, fu scolpita dallo scultore  Niccolo Bagnano per 40 onze, ma ad opera finita, il maestro si sentì d’aver superato se stesso ed aumentò il costo del pregevole lavoro.

            La Congregazione o Confraternita dei nobili detta dei Bianchi, sotto il nome delle Cinque Piaghe del Signore o dei 33, perchè non poteva eccedere questo numero, fu sostituita nel 1605 sotto il titolo: Le Anime del Purgatorio, sciolta da tempo anch’essa, nel XVIII secolo fu ancora sostituita con la Confraternita di S. Antonio tutt’ora esistente.

La struttura interna è ad una sola navata e ad una cappella, luminosi sono i marmi policromi recentemente restaurati dal locale maestro intarsiatore Pippo Musumeci.