Via Piave

 

Piave, fiume dell'Italia settentrionale, che scorre nel Veneto ed è tributario del mar Adriatico. Ha una lunghezza di 220 km e un bacino idrografico di 4100 km2; ha un regime alpino con magre invernali e piene primaverili e autunnali. Nasce nelle Alpi Carniche, non lontano dal confine con l'Austria, sul versante meridionale del monte Peralba (2694 m), e scorre prevalentemente in direzione sud. Attraversa il Cadore, dove è arricchito dagli apporti del Boite (42 km); bagna vari centri, tutti in provincia di Belluno (Pieve di Cadore, dove alimenta un lago artificiale, il Longarone) nonché lo stesso capoluogo, Belluno. Riceve da destra il suo maggior affluente, il Cordevole (72 km), che scende dal gruppo dolomitico del Sella; irriga quindi la pianura su cui sorge Treviso, bagna San Donà di Piave (in provincia di Venezia) e sbocca nell'Adriatico poco a nord di Iesolo. Nel corso della prima guerra mondiale tra la foce del Piave e il lago di Garda fu attestata (1917-18) la linea di difesa dell'esercito italiano contro quello austriaco; la vittoriosa controffensiva italiana del 2-6 luglio 1918 e lo sfondamento delle linee nemiche furono determinanti per gli esiti favorevoli del conflitto.


Battaglie del Piave
Battaglie combattute nel corso del 1917 e del 1918 durante la prima guerra mondiale dall'esercito italiano contro le forze austro-tedesche dopo la ritirata di Caporetto (ottobre 1917), che aveva fatto arretrare il fronte difensivo italiano sul fiume Piave. Dal 10 al 26 novembre 1917 gli Imperi centrali impegnarono otto divisioni in una grande offensiva che avrebbe dovuto costringere l'Italia alla resa finale. L'esercito italiano seppe resistere nonostante l'inferiorità di uomini e mezzi, fino a che i nemici non ritirarono una parte delle truppe per trasferirle sul fronte occidentale. Una nuova offensiva austriaca nel giugno 1918 riuscì a gettare tre teste di ponte sulla sponda destra del fiume, sul Montello, a San Donà di Piave e in direzione di Treviso. La controffensiva italiana, preparata con estrema prudenza dai generali Armando Diaz e Pietro Badoglio, partì alla fine di settembre con l'obiettivo di attestare delle postazioni sulla riva sinistra del Piave, nella previsione di sferrare l'attacco nella primavera del 1919; ma il cedimento degli Imperi centrali sugli altri fronti europei convinse i comandanti ad accelerare le operazioni. Il 12 ottobre fu impartito l'ordine di dare inizio all'attacco su tutte le linee dal monte Grappa al Piave. La sera del 24 le truppe iniziarono ad attraversare il fiume, operazione che portò a termine solo una parte dell'VIII armata, le cui avanguardie entrarono a Vittorio Veneto il 29 ottobre, giorno in cui l'Austria chiese l'armistizio.