L’Agricoltura

 

“ Non c’è uomo al mondo che possa ottenere il frutto della terra con così poco sforzo… Il fiume cresce spontaneamente, irriga i campi e si ritira “. Queste le parole di Erodono alla vista del Nilo, parole che, tuttavia, sono quanto di più lontano dalla realtà.

Il contadino egizio dedicava, infatti, gran parte del giorno a curare i campi e a difenderli dalla siccità e dalla calamità. Arava e seminava il terreno in autunno, quando non era ancora impregnato d’acqua, in modo da poter utilizzare al meglio i primitivi strumenti di cui disponeva.

 

 

I reperti

 

Dall’alto: Bassorilievo raffigurante la tecnica della mietitura.Particolare della falce.Affresco raffigurante l’immagazzinamento.Modellino raffigurante la lavorazione del pane.


Il successivo compito era quello di curare l’irrigazione dei vari appezzamenti, dal momento che l’abbondanza del raccolto dipendeva dall’acqua che vi arrivava; doveva quindi sorvegliare che le dighe e i canali portassero regolarmente acqua ai campi.


Nei luoghi dove non era possibile far arrivare l’acqua con i canali, utilizzava altri sistemi di trasporto, come le cisterne e lo shaduf.

 

Il sistema di irrigazione dell’antichità:lo shaduf  era costituito da un bastone con il contrappeso da una parte e il recipiente per l’acqua dall’atro, un altro sistema praticato era quello di riempire dei vasi e poi trasportarli in spalla direttamente sui campi.

 

Il lavoro della donna nei campi


I lavori agricoli non spettavano solo all'uomo, ma coinvolgevano tutta la famiglia. La donna aveva dei compiti specifici, tra i quali lavare e trebbiare il grano. In diverse pitture ritrovate nelle tombe, la donna è rappresentata a lato di suo marito, nel paradiso, mentre lo aiuta nella coltivazione dei campi. Nelle scene che compaiono qui sotto vediamo, nella parte superiore, la donna che semina dopo che il campo è stato arato; nella parte inferiore, invece, la donna sta dietro al marito per raccogliere le spighe che questi sta tagliando. Queste spighe venivano portate all'aia dove le donne, con grandi pale, le sollevavano affinché il grano cadesse e la paglia fosse trascinata via dal vento.

   ( Illustrazione del papiro di Heruben )

 

L’aratro: i contadini impiegavano diversi strumenti per solcare la terra: tra questi c’era l’aratro. Il tipo più comune era costituito da due bastoni con le estremità inferiori legate a sostegno del vomere che si introduceva nella terra. Questo tipo di aratro poteva esercitare la sua azione solo sullo strato superficiale del terreno, senza potere riuscire a smuovere gli strati più profondi. Gli animali da tiro erano la vacca e il bue che, occasionalmente veniva impiegato anche nei cortei funebri.

 

La mietitura: Nei primi tempi, per la mietitura i contadini utilizzavano una falce con la lama dritta di legno nella quale venivano fissati i denti di legno. Questo strumento fu in seguito migliorato, sostituendo la lama di legno con una di metallo a forma ricurva.

 

Il trasporto del raccolto: Le spighe tagliate  venivano raccolte in modo tale da formare dei covoni che dovevano essere radunati nell’aia. Il grano una volta separato dalla paglia, era posto in ceste che venivano trasportate da asini. A volte questi animali erano restii a portare il peso, allora il contadino, si metteva dietro l’asino con un bastone pronto a colpirlo se questi non obbedisse.

 

L’immagazzinamento degli alimenti: Il lavoro del contadino non terminava nell’aia. Il grano doveva essere raccolto  e collocato nei recipienti. I vasi di terracotta, chiamate anfore, e i sacchi che erano i più utilizzati.

Gli uomini portavano i recipienti fino al granaio, mentre lo scriba li seguiva attentamente . Il suo dovere era quello di registrare tutto quello che entrava e punire coloro che non portavano la quantità dovuta. La punizione più adottata era la fustigazione.

 

 

La lavorazione della birra e del pane: Gli egizi coltivavano legumi, ortaggi e diversi cerali, però gli alimenti principali erano il grano e l’orzo. Con questi producevano il pane e la birra, che era la bevanda nazionale. Per ottenere il pane  il grano era molato in mulini di pietra, perciò la farina che ne veniva fuori aveva molte impurità. Col pane macerato e fermentato veniva prodotta la birra.

Le coltivazioni più importanti erano quelle del lino e dei cereali, dalla quali si ricavavano due raccolti: il principale avveniva alla fine dell’inverno e l’altro, meno abbondante, in estate.

 

Una volta cresciute le spighe, era necessario mieterle. Il lavoro del contadino era controllato dagli scribi, che si curavano di riscuotere le tasse a seconda del rendimento ottenuto e di punire chi non rispettava  le prescrizioni.


Il grano era custodito in silos e nei magazzini i quali dipendevano, per la maggior parte, dallo stato e dai templi. I granai dovevano essere pieni per poter far fronte ai periodi si cattivo raccolto e per approvvigionare l’esercito e i funzionari.

 

 

 

 

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