Taharka e la minaccia Assira
TAHARKA, che Manetone descrive come un uomo assetato di potere al punto di arrivare a sbarazzarsi del fratello, è ricordato dalle fonti come un sovrano saggio, oltre che come un temibile guerriero. Sotto il suo regno imponenti costruzioni fecero di NAPATA, la capitale della Nubia, una nuova Karnak, mentre grazie a una piena del Nilo particolarmente favorevole l'Egitto poteva tornare a contare su raccolti consistenti.
Per la prima volta gli antichi tentavano di dare una spiegazione scientifica al fenomeno ciclico e misterioso dello straripamento delle acque del fiume, attribuendolo alle abbondanti precipitazioni nella parte meridionale del suo corso.
A minare la tranquillità di Taharka era tuttavia la minaccia assira, sempre più presente in Asia nonostante lo scacco subito dal re Sennacherib a Gerusalemme. Il faraone si mosse in due direzioni: trasferì la capitale del Paese a TANIS, nella zona del Delta, da sempre la più esposta agli attacchi esterni, per organizzare meglio la difesa; quindi cercò di fomentare ovunque fosse possibile rivolte contro gli Assiri.
I reperti
Dall’alto: bassorilievo in cui è raffigurato il re assiro Assurbanipal a banchetto con la moglie.Gruppo scultoreo in legno e bronzo conservato al Museo del Louvre in cui è rappresentato il re Taharka nell’atto di offrire due vasi di vino al dio-falco Emen.
La strategia funzionò per breve tempo, perchè a un certo punto ASSARHADON, nuovo re assiro, mosse direttamente contro l'Egitto. Per lui e per le sue truppe la traversata del deserto del Sinai non fu una passeggiata, ma dopo quindici giorni di marcia forzata il saccheggio di Tebe li ricompensò di ogni fatica.
Il faraone nero riuscì a sfuggire alla cattura e da Napata riprese a tramare contro il nemico, che commise l'errore di lasciare l'Egitto in tutta fretta credendolo ormai battuto e sottomesso. Invece, di li a poco, i principi del Delta si ribellarono all'obbligo di pagare tributi agli Assiri e fu nuovamente guerra.
Questa volta gli dèi ascoltarono le suppliche di Taharka, che non poté soddisfare il suo desiderio di rivincita per il semplice motivo che il re assiro mori durante il nuovo viaggio di avvicinamento alla valle del Nilo.
Il Paese respirò, ma fu un sollievo di breve durata, perché nel 666 a.C. le armate di ASSURBANIPAL tornarono in Egitto e Taharka, sconfitto, fu costretto a ritirarsi definitivamente in Nubia.Mentre si esauriva la dinastia dei faraoni neri, gli Assiri mettevano a punto una nuova strategia: invece di trattare con crudeltà i signori del Delta, si mostrarono tolleranti nei loro confronti rinunciando al tributo di sottomissione. La successiva conquista di Tebe fu avvertita con grave apprensione dal mondo antico e ne troviamo eco anche nella Bibbia: l'antica capitale d'Egitto e la XXV dinastia avevano cessato di esistere.
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