L’ Età Tarda
Nell'Età Tarda il Mar Mediterraneo è sempre più via di passaggio e di migrazioni, in una parola di civiltà: il relativo isolamento di cui l'Egitto ha fin qui beneficiato viene meno.
Se già nel secondo millennio la nascita dei nuovi grandi imperi ittita e assiro in
Oriente ha costretto gli Egizi a difendersi, ora si tratta di fronteggiare anche attacchi per mare. Tuttavia, sebbene la zona del DELTA diventi l'area geografica di maggior interesse, il centro politico amministrativo del paese resta a sud.
I reperti
Dall’alto: La cittadella del Cairo edificata per fini difensivi nel 1200, presenta elementi architettonici che derivano dallo smantellamento di monumenti del periodo faraonico, tolemaico e romano.Sito archeologico dell’Età Tarda le tombe sono mimetizzate dal paesaggio per sottrarsi al saccheggio dei ladri di corredi funebri .
Scene di caccia tratte dalla tomba di Nebamone a Tebe.
Proprio a questa contraddizione imposta dalla necessità di governare un paese troppo esteso in lunghezza per spostare senza rischio la sua capitale, si deve secondo alcuni l'aggravarsi di una crisi che già si manifesta ai tempi della diciannovesima dinastia.
L’ultimo grande regno d'Egitto è quello di RAMSES III, faraone della ventesima dinastia.
Sappiamo di lui che fu artefice di una vasta riforma amministrativa e di una nuova ripartizione della società in classi rigidamente gerarchizzate.
A lui si deve un generale rafforzamento del sistema difensivo del paese che gli vale temporanei successi contro gli indoeuropei dell'est e le tribù libiche dell' ovest. Un vero e proprio trionfo è poi quello che Ramses III ottiene contro la flotta d'invasione dei “ popoli del mare ”: sbaragliata nello specchio d'acqua antistante il Delta non ritornerà più.
Dopo Ramses III il paese sprofonda nell'anarchia, gli indoeuropei penetrano ora pacificamente in Egitto dove spesso prestano il loro servizio come mercenari al servizio dei capi delle provincie. Degli Otto RAMSES che succedono al terzo si sa soltanto che i loro regni sono caratterizzati da disordini e carestie ricorrenti. A dimostrare l'ormai decaduto potere dei sovrani sono le sempre più frequenti scorrerie dei ladri nelle tombe dei faraoni; a un certo punto non resterà che trasferirli in nascondigli collettivi.Con la fine della XX dinastia è la conclusione dell'effimera rinascita propugnata da Ramses XI, l'Egitto entrò in una nuova fase storica, comunemente definita Età tarda o bassa.
Il periodo si protrae dal 1070 al 332 a.C. e per il numero dei regnanti, oltre che per la complessità degli eventi che lo caratterizzano, è generalmente definito Età tarda.
Esso comprende i regni dalla XXI alla XXXI dinastia e inizia con una serie di Re stranieri alla guida dell’Egitto.
Il fondatore della ventunesima dinastia sposta la capitale del paese a TANIS nel Delta orientale, ma la divisione dell’Egitto è un fatto compiuto, sebbene ancora non la si riconosca ufficialmente.
Alla fine del regno della ventiduesima dinastia TEBE si ribella due volte contro i re del nord. Poi la tendenza al frazionamento si aggrava, dinastie diverse conoscono sviluppi contemporanei e alla tradizionale divisione tra nord e sud si accompagna la moltiplicazione di poteri autonomi locali nella zona del Delta. Ciò significa l'impossibilità di assicurare il controllo dei lavori agricoli che danno prosperità al paese, ma soprattutto l'impossibilità di armare un esercito potente per fronteggiare gli attacchi esterni.
Con la fine della XXII dinastia inizia un periodo confuso. Prima ancora infatti che quest'ultima sia dichiarata ufficialmente decaduta, nuovi faraoni si arrogano il titolo reale e, fatto ancora più grave per l'attendibilità della ricostruzione storica, condividono i nomi con i sovrani usurpati. Finalmente la situazione torna a schiarirsi.
Preoccupata dello strapotere esercitato su SAIS, sulla parte occidentale del Paese e su tutto il Delta centrale da un certo principe TEFNAKHT, la casta sacerdotale tebana chiese e ottenne l'intervento armato dei NUBIANI, favorendo in questo modo l'insediamento sul trono di una dinastia di ' faraoni neri ', capaci non solo di riportare l'ordine in un Egitto ormai sconvolto dalle guerre civili, ma anche di interpretare la monarchia con la devozione e insieme lo spirito guerriero che erano stati tipici della fase storica.
Gli Assiri riescono per tre volte a conquistare l' Egitto e altrettante volte ne sono cacciati, ma l'impiego dei mercenari stranieri è in questa fase storica determinante.
Il paese conosce allora un ultimo periodo di splendore sotto PSAMMETICO I, il primo faraone della ventiduesima dinastia e principe di SAIS.
Con il sostegno dei mercenari greci, liquida i signori locali che si sono spartiti il governo del Basso Egitto e avvia la ricostruzione dell'unità del Paese.
Suo figlio NEKO inizia i lavori del canale di comunicazione tra Mediterraneo e Mar Rosso.
Su suo incarico alcuni marinai fenici avrebbero portato a termine con successo il periplo dell'Africa. Infine Neko sarà sconfitto dal re babilonese Nabucodonosor. La ventiseiesima dinastia scompare con la sconfitta di PELUSIO a opera dei Persiani la cui dominazione segna la fine dell'indipendenza del Paese confermata più avanti dalla conquista macedone.
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