I Persiani, i Tolemaici e gli Imperatori Romani

 

Se con Psammetico Il l'Egitto era ritornato per breve tem­po all'antico splendore, PSAMMETICO III fu il faraone sconfitto a PELUSIO e poi a MENFI dai Persiani, i nuovi dominatori dell'Asia. Dopo un periodo di benessere la Valle del Nilo diventò una provincia dell'impero del Gran Re e tale rimarrà fino alla conquista di Alessandro Magno. La dominazione straniera dura più di 130 anni, dal 525 al 332 a.C., e non è pacifica.

Le frequenti ribellioni locali pro­vocarono infatti l'abbandono del regno da parte dei vincito­ri e tra DARIO lI e ARTASERSE OCHO il Paese ebbe tre dinastie di sovrani indipendenti. L’occupazione portò sulle rive del Nilo funzionari e soldati provenienti da ogni parte dell'impero.

 

 I reperti


Dall’alto: Parte superiore della statua di un dignitario persiano conservata a Firenze. Il capo è rivestito da una cuffia secondo una moda dell’Età Tarda mentre il busto è rivestito e ricoperto da due camicie sovrapposte e da un collare.

Ritratto di un funzionario accanto alla dea Senset; dalle vesti che indossa si nota l’influenza persiana.

Gli Egiziani furono arruolati tra le truppe di terra e di mare del Gran Re e combatterono a Salamina e a Platea. Medici egizi vivono presso la corte achemenide e artisti egizi decorano il palazzo imperiale. Ma il progetto d'integrazione tra vincitori e vinti fallì; la lunga dominazio­ne persiana non lasciò tracce consistenti in Egitto e i Greci di ALESSANDRO furono salutati come liberatori.

Durante i suoi soggiorni ad ALESSANDRIA, la città che da lui aveva preso il nome, l'eroico vincito­re dei Persiani, l'allievo di Aristotele, fece propri i costumi e gli atteggiamenti dei faraoni. Come a loro, al giovane figlio di Filippo di Macedonia ci si avvici­nava solo  inginocchiandosi  fino a toccare terra con il viso. Il sovrano assoluto ri­chiedeva la totale obbedienza dei sudditi, che a lui guardavano come a un dio.

 

Non fu facile imporre ta­li usanze ai molti Greci venuti in Egitto al seguito del conquistatore che si erano insediati nella zona del Delta, fulcro delle attività commerciali locali.

 

Alla morte prematura di Alessandro seguì l'età dei diadochi, i successori. Tra questi i TOLOMEI furo­no insigniti della corona d'Egitto, che consegnarono fino all'arrivo dei Romani nonostante le frequenti contese dinastiche potessero lasciar prevedere che il loro regno sarebbe durato meno. In quest'età che, ec­cezion fatta per Cleopatra, non annovera grandi per­sonalità di re al potere, si compì l'ellenizzazione del Paese.

 

Nei centri cittadini, dove l'attività di scambio prosperava, l'integrazione tra le due etnie fu buona; qualche difficoltà in più incontrò invece nelle cam­pagne, dove persistevano tradizioni antiche e i con­tadini si mostravano spesso restii all'introduzione di innovazioni imposte dall'alto.

La bonifica definitiva dell'oasi del Fayyum favorì l'incremento della produ­zione agricola; furono introdotte nuove coltivazioni e nuove specie zootecniche; l'artigianato progredì, così come il commercio. L’amministrazione fu rifor­mata e la burocrazia regia impose ovunque pesanti controlli.

 

E se Alessandria, sede della nota biblioteca, divenne il centro della cultura mediterranea (TOLO­MEO Il FILADELFO fu un grande cultore delle arti e delle scienze), un 'esercito di esattori delle tasse percorse per anni il Paese imponendo un esasperato fiscalismo. Il regno dei Tolomei, noto per la tolleran­za dimostrata verso i culti e le tradizioni egizie, e' passato alla storia per il numero elevatissimo dei funzionari, un'alta percentuale della popolazione at­tiva complessiva, al servizio di monarchi assoluti.

 

L'occupazione dell'Egitto da parte di Alessandro Magno nel 332 a.C. pose fine alla dominazione persiana. Alessandro affidò a Cleomene di Naucrate e al generale Tolomeo (Tolomeo I) il governo del paese.Lo scontro con gli altri generali, che si contesero l'impero di Alessandro dopo la sua morte (323 a.C.), impegnò a lungo Tolomeo, che nel 305 a.C. assunse il titolo regale, fondando la dinastia tolemaica.

 

L'Egitto tolemaico divenne una delle grandi potenze del mondo ellenistico ed estese il proprio dominio su parti della Siria, dell'Asia Minore, di Cipro, della Libia e della Fenicia; per contro dovette contrastare una lunga serie di ribellioni interne. Sotto il regno di Tolomeo VI, l'Egitto fu controllato da Antioco IV di Siria, che l'aveva invaso nel 169 a.C. I romani, tuttavia, obbligarono Antioco a lasciare la regione, la cui guida fu a quel punto divisa tra Tolomeo VI e il fratello minore Tolomeo VII, che alla morte del primo assunse pieni poteri (145 a.C.).

 

I successivi sovrani della dinastia riuscirono a conservare la prosperità e il prestigio dell'Egitto, pur continuando a perdere territori a favore di Roma. Cleopatra fu l'ultima grande sovrana della dinastia tolemaica; nel tentativo di mantenere la potenza dell'Egitto, si alleò con Giulio Cesare prima e in seguito con Marco Antonio, senza riuscire tuttavia a porre fine al declino del suo regno. Con la sconfitta della flotta a opera di Ottaviano (il futuro imperatore Augusto) e la morte di Cleopatra nel 30 a.C., l'Egitto divenne parte dell'impero romano.

 

Per quasi sei secoli dopo la morte di Cleopatra, l'Egitto fu sottoposto alla dominazione di Roma (tranne che per un breve intervallo nel III secolo d.C., quando fu controllato dalla regina di Palmira, Zenobia). L'Egitto, governato da un prefetto, rappresentava una preziosa fonte di ricchezza per Roma, che importava grandi quantità di grano. La cittadinanza romana fu estesa alla popolazione egiziana nel 212 d.C., sotto l'imperatore Caracalla.

 

 

 

La carta

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