Narmer e Aha

Più fonti concorrono a ricostruire la cronologia delle prime dinastie regnanti nell'Età Tinita. MANETONE, il sacerdote vissuto tra il IV e III secolo a. C., ci ha lasciato un lungo elenco di nomi di sovrani: sono i faraoni che hanno governato il Paese dall'uscita della preistoria fino al 332 a. C. Le Tavole di Abido, la Pietra di Palermo e il Canone dei re confermano tale datazione. Le origini della Prima Dinastia sconfinano nel mito.

 

Dopo un periodo di governo affidato a dei o semidei, l'Egitto sarebbe stato governato da un sovrano del Sud ricordato come NARMER o MENES e come l'abile guerriero che avrebbe unificato il paese.

Incerte e contraddittorie sono le notizie sulla durata del suo regno, leggendario il racconto che lo descrive alle prese con un branco di cani inferociti e salvato dall'intervento miracoloso di un coccodrillo che lo sottrasse alla morte trasportandolo sul suo dorso.

Per questo sotto il suo regno fiorì il culto di SOBEK, il dio-coccodrillo oggetto di devozione particolare nell'oasi del FAYYUM.


 

I reperti


La piramide di Medium era probabilmente la tomba del re Uni, ma fu completata da suo figlio Snefru. Il crollo della sua copertura ha rivelato la struttura originaria di piramide a gradoni, evoluzione di un’antica mastaba.

 

Dal recto della paletta di  Narmer-Menes, è raffigurato il  faraone vittorioso nell’afferrare per una ciocca di capelli il nemico e colpirlo con una mazza. Di fronte a lui il falco Horus, appollaiato su una pianta di papiro, tiene legata a una corda la testa di un altro prigioniero.

Un documento d'eccezione, anche se non scritto, che prova la sua affermazione come capo delle due terre, è la paletta di Narmer-Menes che, sul alto anteriore e su quello posteriore, racconta una storia significativa. Rappresentato nell'atto di passare in rassegna i cadaveri dei nemici disposti su più file e con il capo mozzato, il trionfatore ha sulla testa prima la corona del BASSO e poi quella dell'ALTO EGITTO, segnali indubbi della sua affermazione su tutta la valle del Nilo.

 

Il vinto non può nulla davanti alla ferocia del dominatore che lo afferra per i capelli e si appresta a colpirlo; alla scena assiste un falco ( “ego” del faraone ), che tiene legata ad una corda la testa di un rivale sovrastata da un papiro, pianta della zona del Delta, oggetto della recente conquista.

Non è facile ricostruire le imprese successive di un sovrano passato alla storia come il fondatore di MENFI, la capitale dalle ‘bianche mura’ e costruttore di un imponente Mastaba ( il monumento sepolcrale che per funzione e struttura precedette la piramide ): il mito vince sulla storia e ad un certo punto ci impedisce di distinguerne l'identità.

 

 Lo si confonde generalmente con AHA, suo diretto successore di cui si ricordano le campagne militari contro i Nubiani e i Libici, nonché l'apertura di importanti vie commerciali con l'ASIA MINORE.

 

Di lui Manetone racconta che era appassionato di studi di medicina, al punto che avrebbe compilato opere di anatomia. Di certo si sa che abbia completato l'assoggettamento delle popolazioni della zona del Delta.

A lui si deve anche la costruzione di un tempio sacro a NEITH, secondo la cosmogonia di SAIS la dea creatrice del mondo e degli uomini. Se interpretiamo questo come un tributo alle tradizioni religiose locali, c'è da concludere che, dopo la conquista, la distensione poteva ormai dirsi in atto.





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