Le Corone
Fin dai tempi più antichi l'iconografia egizia testimonia l'esistenza di una grande varietà di corone che, nelle diverse circostanze, le occupazioni civili o militari, le incombenze laiche o religiose, rivestono il capo del faraone.
Nella paletta di Narmer-Menes, la doppia corona
( pschent ), quella bianca dell'Alto Egitto unita a quella rossa del Basso Egitto, testimonia l'avvenuta unificazione del Paese. La prima era realizzata probabilmente in cuoio morbido; era alta, leggermente rastremata verso il centro e si concludeva in un rigonfiamento.
La seconda, realizzata in materiale non identificato, era una calotta piatta e culminava in una sorta di ricciolo ornamentale.
I reperti
Dall’alto: Dalla tomba di Nefertari nella valle delle regine: Osiride, qui ritratto con la carnagione verde, porta sul capo la corona di atef e reca tra le mani lo scettro e il flagello; il dio Atum è invece rivestito da una corona pschent.
L’illustrazione è tratta dalla “monumentale” di Parigi.
E’ l’attestazione di tre variazioni decorative nella realizzazione della corona.
Se le corone di cui si è detto rievocavano simboli connessi alle divinità che per prime, secondo il mito, le avevano indossate (rispettivamente Neith e Nekhbet per il Nord e il Sud del Paese), più complesse e varie e per questo non ancora catalogate compiutamente erano le corone divine.
In esse infatti le insegne del potere si assommavano agli attributi tipici dell'uno o dell'altro dio, ciò che ne rendeva stratificata la composizione e difficile, se non per i contemporanei, la decodificazione. Così le teste di alcune divinità femminili come ISIDE o HATOR sono ornate da corna di vacca disposte in forma di lira, che contornano il disco solare, mentre le divinità del cielo sono indicate dalla presenza di una piuma semplice o doppia, e ancora delle corna di ariete decorano il capo di KHNUM, il dio caprone creatore della specie umana.
Più avanti, nel Nuovo Regno, si diffonderà un altro modello di corona di gaia, una specie di elmo azzurro decorato con placche metalliche talora definito casco di guerra del faraone.
La corona atef, associata alla figura di OSIRIDE, era una sorta di corona bianca, tagliata però nella parte superiore per fare spazio a un piccolo sole contornato ai lati da due piume di struzzo; più corone atcf (tre per l'esattezza) sormontate da corna d'ariete e decorate da due uraei formavano la corona hemhemet, che il sovrano indossava quando voleva dare mostra di intenzioni aggressive.
L’elenco potrebbe continuare, ma sarebbe semplicemente una descrizione di oggetti sulla base della sola raffigurazione pittorica;
in assenza di manufatti originali infatti dobbiamo limitarci ad avanzare delle ipotesi sulle loro funzioni e sulle circostanze nelle quali erano utilizzati. Sappiamo però che per gli Egizi anche le corone, come molti degli appellativi della regalità, avevano una loro 'vita':
anche il solo nominarle significava riconoscere loro un'esistenza divina che, talora distinta da quella del portatore, era solennizzata dal rito. In loro onore gli iniziati ai misteri dei due uraei levavano inni propiziatori pervenutici su papiro.
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