L’Educazione Scolastica 

 

 

Fondata intorno al 2000 a. C. la scuola egizia nasce con il fine di preparare una classe di giovani esperti da de­stinare in tempi brevi alle varie funzioni dell'amministra­zione dello stato. L’educazione dell'alunno tipo non e dun­que assimilabile a quella dello scriba che solo un lungo ti­rocinio potrà rendere capace del compito di segretario esperto della difficile arte della scrittura. Imparare a leggere, a scrivere il demotico o lo ieratico, a far di conto sono le abilità oggetto d'apprendimento nella scuola egizia, una scuola non certo ispirata a permissivismo o improntata ai modelli educativi oggi di moda.

 

 

I reperti

 

Dall’alto : Scriba in pietra calcarea policroma presso il Museo del Louvre a Parigi.

Particolare di un muro del grande tempio di Seti I ad Abido.

Ecco come gli Egiziani dimostravano rispetto per l'istruzione: «Ti farò amare la scrittura più della tua stessa madre», promette un padre al proprio bambino; e un al­tro, con minore esagerazione: «Ama il sapere, perché nulla v'è di così prezioso come la cono­scenza»; un altro genitore rivela al proprio ra­gazzo una verità valida per tutti i tempi: «Bada, figlio mio, che soltanto l'uomo colto si governa da sé».

 

Anche in Egitto l'istruzione era impartita pre­valentemente dai sacerdoti, presso i templi. So­no giunti fino a noi quaderni zeppi di errori e di correzioni apportate dal maestro: anche allora! Gli scolari egiziani eseguivano dettati, calcoli, esercizi di copiatura, continuamente stimolati dal­l'insegnante; in un papiro leggiamo quella che forse é la frase più antica del mondo ma anche la più moderna: «Prendi consiglio da coloro che ne sanno più di te»!

Per quanto concerne la di­sciplina, ecco un esempio: «Il  giovane presta at­tenzione quando viene battuto, perché le sue orecchie sono sulla schiena». Certo, si era piut­tosto lontani dalla nostra autodisciplina..

Nonostante tanta severità, un altro documento racconta la disperazione di un maestro i cui alunni preferiscono la birra ai libri ! Alla fine della scuola primaria i ragazzi frequentavano la scuola superiore statale dove si preparavano per diventare scribi o funzionari dello Stato.

 

Punizioni corpo­rali e rispetto integrale delle imposizioni del maestro co­stituiscono la prassi. Le bambine sono escluse da un siste­ma che privilegia i maschi delle classi agiate. Affidata ini­zialmente ai genitori all'interno di una famiglia che con definizione moderna potremmo chiamare 'nucleare', l'edu­cazione pubblica del ragazzino egizio si compie general­mente tra i cinque e i dieci anni per cessare poi completa­mente.


Le lezioni si svolgono generalmente all'aperto. Accovacciati su stuoie intrecciate, gli alunni ascoltano le parole del maestro che sta al centro ed eseguono senza fia­tare le consegne che questi impartisce loro.

Ciascuno è do­tato di pennelli o cannucce e di cocci di terracotta su cui scrive. Ma lo scenario non è sempre lo stesso, frequente è il caso infatti di lezioni organizzate entro camere di inse­gnamento, di solito allestite nei locali di un tempio.

 

Allo studio delle lettere, sono ritenuti funzionali l'eser­cizio ripetuto della ricopiatura e della dettatura; solo il fanciullo destinato a diventare scriba può esercitarsi sui classici, tutti gli altri utilizzano repertori di nozioni prati­che. Allo stesso modo l'insegnamento della matematica è organizzato secondo modalità e tempi diversi, il futuro astronomo o l'ingegnere studiano più a lungo del sempli­ce contabile. L’accesso ai più alti gradi dell'amministrazio­ne è subordinato alla conoscenza di almeno una lingua straniera, così il giovane che voglia intraprendere con successo la carriera diplomatica deve conoscere almeno il babilonese.

 

Infine non minore importanza si dà alla pre­parazione fisica curata mediante esercizi ginnici cui l'o­biettivo della pratica sportiva è associato all'educazione alla lealtà e al rispetto reciproco. Giochi acrobatici, lotte a corpo libero o con i bastoni sono gli esercizi più praticati

 

Cività

Copyright © 1999-2000 Valerio Ciriminna