Il Funzionario

 

 

In Egitto tutti coloro che abbiano intrapreso la carriera burocratica partendo dalla posizione di scriba hanno la possibilità di accedere ai più alti livelli dell'amministra­zione pubblica. Si tratta, in verità, di una possibilità piut­tosto remota dal momento che i documenti dichiarano la tendenza alla trasmissione ereditaria delle cariche; ciò sembra tanto più vero quando il ruolo cui accennano e quello del visir, il braccio destro del faraone. Visir, parola di origine araba, è la traduzione impropria dell'originale egiziano tjaty l’ esistenza è menzionata dalle cronache a partire dal leggendario Imhotep, il più stretto collaboratore del faraone Zoser.

 

Altrettanto nota è la fama di Rekhmira, visir di Tuthmosi III: il suo corpo ha riposato per millenni in una ricca tomba nei pressi di Tebe. Le lunghe iscrizioni qui ritrovate costituiscono la fonte più autorevole per la ricostruzione delle procedure della sua nomina.

 

I reperti

 

Dall’alto: affreschi della tomba del visir  Rekhmira, nei pressi di Tebe che mostra al visitatore tutte le attività su cui si esercita le sovrintendenza del funzionario del faraone.

Statua bronzea che raffigura Imhotep l’architetto personale del re Zoser: fu lui a creare la monumentale piramide a gradoni a Saqqara.


Esperto architetto o comunque tale da sapersi ga­rantire la collaborazione degli esperti in materia, il visir è detto anche sovrintendente a tutti i lavori del sovrano in quanto direttore del cantiere finalizzato a dargli onorevole sepoltura.

E' giudice supremo e periodicamente riceve schiere di postulanti che vengono a esporgli le proprie la­gnanze e a chiedere giustizia per i torti patiti.


A lui si deve la trasmissione degli ordini del faraone agli scribi del palaz­zo, l'imposizione di tasse e corvées, la raccolta di informazioni provenienti dalle diverse zone del Paese e la gestione delle trattative diplomatiche con i capi stranieri.

 

Dal visir dipende inoltre funzionamento dei dicasteri sottoposti al suo controllo, schiere di funzionari organizzati gerarchica­mente; dagli amici del sovrano, etichetta probabilmente attribuita ai parenti del faraone che non sono suoi figli, alle decine di servi che si occupano della sua persona.

Si è detto che la carica di visir è in Egitto ereditaria, ma è nei sogni di ogni funzionario poter trasmettere ai figli l'esercizio delle proprie mansioni.


La promozione di grado è ambita a tutti i livelli dell'amministrazione e, quando viene concessa, il merito è sempre attribuito alla straordi­naria benevolenza del faraone. Numerosi testi, letterari e non, si dilungano sulle virtù di cui il buon funzionario deve dar prova per meritarsela.

Sono l'obbedienza e la ra­pidità nell'esecuzione degli ordini dei superiori, la fedeltà e il rispetto, l'accortezza e i modi educati nel gestire i rapporti con gli altri, la capacità di tacere sempre sulla missione da compiere e sugli ordini ricevuti.

 

I consigli di un anziano funzionario


«Se non vali molto, ma servi un uomo di qualità, perché la tua condizione presso

 il re sia buona, se servi uno di cui conoscevi l'umile condizione di prima,

non essere altezzoso nei suoi confronti,

a causa di quel che sai del suo tempo passato,

ma portagli rispetto

per ciò che ha ottenuto:

la fortuna non viene da sola,

è legge per quelli che la desiderano.

Il re ha voluto la sua eccellenza

e anche quando è addormentato lo protegge.»

 

 

Se queste so­no le indicazioni contenute nei manuali di buon compor­tamento per il funzionario tipo, i sovrani non mancano di suggerire l'esercizio della bontà e della saggezza, qualità definite essenziali al successo nella carriera pubblica.

 

 

 

 

Il Potere

 

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