I Geroglifici

Tutto cominciò quando a Rosetta, presso il Delta, venne ritrovata una stele con delle iscrizioni che a prima vista sembrò del tutto insignificante. Soltanto più tardi si scoprì che la stele conteneva una lettera in riguardo ad una donazione sacerdotale da parte di Tolomeo V Epifane. La cosa eccezionale era che lo stesso testo era redatto in tre iscrizioni : geroglifico, demotico e la chiave che poteva aiutare a decifrare le prime due : il greco. Subito le varie copie vennero spedite a degli specialisti ma ci vollero tantissimi anni prima che qualcuno riuscisse ad interpretare correttamente le iscrizioni.

Soltanto dopo 15 anni si riuscì a decifrare la parte scritta in demotico ed il merito va allo svedese J.D. Akerblad, ma nessuno fu in grado di avvicinarsi alla comprensione dei geroglifici.

Finalmente un grande appassionato di lingue orientali, Jean-Francois Champollion ( 1790-1832 ) riuscì a capire l'uso dell'alfabeto fonetico con cui gli egizi si servivano per scrivere i nomi dei re macedoni e degli altri imperatori romani. La sua scoperta venne annunciata nella Lettre a M. Dacier nel 1822 ma soltanto nel 1824 con la pubblicazione della sua opera Precis du Systeme Hieroglyphique des Anciens Egyptiens venne resa nota la chiave per poter tradurre i geroglifici.

Non è comunque stato facile risolvere il mistero dei geroglifici e Champollion deve aver passato moltissime notti insonni davanti al "triplo testo " della Stele di Rosetta. Il testo geroglifico anche con di fronte quello greco era praticamente intraducibile; non si sapeva neppure se il testo andava letto da sinistra a destra o dall'alto in basso o viceversa. L'unica cosa che allora era chiara è che in certi ovali all'interno di un testo veniva scritto il nome del faraone.

Finalmente si scoprì un'altra fonte dove geroglifici e greco erano stati "scolpiti insieme". Si trattava di due obelischi trovati nell'isola di File. Una cosa che si riuscì presto a capire furono i nomi di due sovrani : Tolomeo ( Evargete II ) e quello di sua moglie Cleopatra III. Facendo una deduzione logica i due sovrani erano sicuramente stranieri per questo nel testo in geroglifico non potevano essere rappresentati da ideogrammi ma dovevano essere scritti proprio come si pronunciavano. Quindi se l'ipotesi di Champollion era esatta i nomi di Ptolemaios e Cleopatra avrebbero dovuto avere in comune le lettere P, T,O,L,A. Utilizzando i segni comuni a poco a poco Champollion poté decifrare e comporre un primo alfabeto.

Questo alfabeto comunque con era ancora completo. Era necessario capire esattamente che funzione avessero tutti quei disegnini. Infatti tutti i verbi, i sostantivi e altri segni ancora corrispondevano tutti ad un proprio ideogramma e non era per niente facile trovare le associazioni adatte anche se alcuni disegni esprimevano realmente a quello che gli antichi egizi volevano dire. E' facilissimo distinguere il segno geroglifico che indica un uomo, una donna, un bambino o un animale e difficilmente si poteva confonderli. Ma anche in questo caso l'interpretazione esatta era ancora assai lontana.

Gli antichi scribi si servivano degli ideogrammi se non c'era il minimo dubbio su quello che volevano dire o rappresentare. Se un segno poteva portare a confusione o difficoltà di interpretazione, questo veniva scritto nel proprio significato fonetico e cioè consonantico ( le vocali nell'alfabeto geroglifico non esistevano ).

Nell'esempio seguente vediamo come l'ideogramma geroglifico del ramo visto da solo poteva rappresentare benissimo quello che si vedeva ma se si aggiungeva un altro ideogramma questo poteva cambiare significato e interpretazione.

 

Eremo

Ideogramma di ramo più quello di edificio

 

Aroma

Ideogramma di ramo più quello di fenomeno olfattivo

 

Orma

Ideogramma di ramo più quello di zampa di animale

 

Rame

Ideogramma di ramo più quello di metallo

 

Remo

Ideogramma di ramo più quello di remo



Si scoprì poi anche in quale senso dovevano venire letti : bastava guardare il verso delle figure, sempre rivolte all'inizio della riga.

Alla Pagina dell'Alfabeto è possibile vedere come era composto l'Alfabeto Egizio. Naturalmente si tratta soltanto dei segni fondamentali, mancano quindi tutti i gruppi consonantici, biconsonantici, pluriconsonantici e tutti gli ideogrammi principali.

La designazione di geroglifici appartiene a Clemente Alessandrino che li definì hyerogliphica che significa appunto "lettere sacre incise". Questa designazione non è completamente esatta, infatti i geroglifici non hanno niente di sacro salvo soltanto il fatto che vennero inventati da Toth, dio della saggezza e della cultura.

Oltre ai geroglifici in Egitto esistevano anche due altri tipi di scrittura che venivano usati correntemente :

La forma ieratica : era la versione corsiva della scrittura. Aveva comunque ancora una qualche somiglianza con i geroglifici.

La forma demotica : era la versione stenografata della scrittura e venne usata nell'Età Tarda. Essa prese il nome di demotica ovvero la Scrittura del Popolo.

Naturalmente qui è impossibile scrivere tutto quello che oggi si sa sui geroglifici e naturalmente si è cercato di dare un senso generale a quello che significa l'eccezionale scoperta e una piccola infarinatura sulla loro interpretazione e traduzione.

Alla Pagina dei Cartigli troverete una raccolta di 30 dei più famosi cartigli conosciuti : da Tutankhamon a Ramsete II, da Hatshepsut a Thutmosi III ...

Suggerisco la lettura del libro "Il segreto dei geroglifici" di Christian Jacq edito in Italia da Edizioni Piemme. Qui potrete certamente scoprire tutto il mondo dei geroglifici in modo divertente senza mai essere annoiati dal contenuto del libro.


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