I grandi Sovrani

 


Identificati con i grandiosi monumenti che li ricordano o con le eroiche imprese militari che promossero, alcuni faraoni egizi si distinsero per la spiccata personalità politica e per la grandezza del loro regno.

Tutto quello che si sa di loro appartiene ormai alla leggenda, e parla attravero le iscrizioni, dipinti che però non lasciano trasparire la personalità o i sentimenti che rimarranno per sempre un mistero.


PEPI I sale al trono quand'è ancora fanciullo e regna per cinquant'anni circa. La storia lo ri­corda come un grande costruttore di templi. Ne sono rimaste solo tracce, ma interessano una vasta area geografica, dalla zona del DELTA fino all'isola di ELEFANTINA.

Gli sono dedicate statue in rame conserva­te al MUSEO del CAIRO; sono i più antichi esempi della rara statuaria metallica prodotta in Egitto. La piramide che gli fa da sepolcro si trova nelle vicinanze di SAQQA­RA. Recente è il ritrovamento nella zona di piramidi satel­liti destinate a ospitare due delle sue spose.

 

I reperti

 

Dall’alto: Scene di musica o banchetti raffigurano i festeggiamenti in onore dei grandi sovrani in occasione dei giubilei dei loro regni.

La mummia di Ramses II conservata presso il Museo del Cairo. Il faraone morì all’età di novant’anni circa.

 

SESOSTRI III porta al suo massimo splendore la dodice­sima dinastia cui appartiene. Un INNO ne ricorda le im­prese militari. A lui si deve la conquista definitiva della bassa NUBIA e l'allargamento della sfera d'influenza egi­zia sulla PALESTINA e sulla SIRIA.

Sesostri affronta con coraggio l'autonomia dei governatori dei nòmi e riafferma
l'autorità del governo centrale. La tradizione iconografica e letteraria identifica in lui la figura del grande condottie­ro cui l'Egitto deve la sua massima espansione geografica.

 

AMENOPHIS IV cambia il proprio nome in quello di Akhenaton, 'colui del quale il Disco si compiace'; fonda una nuova religione che nel culto di Aton ha il suo centro, e in questo modo cerca di contrastare lo strapotere del cle­ro eliopolitano.

L'eresia che vede nella cittadina di AMAR­NA il suo centro di diffusione ha grande influsso sulla pro­
duzione artistica coeva: un insolito realismo si sostituisce all'immagine idealizzata del sovrano e dei membri della sua famiglia. Ma il culto del dio unico non sopravvive al suo fondatore. Alla sua morte tutto ritorna come prima e il

successore di Amenophis, Tutankhaton cambia il proprio nome per assumere quello di Tutankhamon.

 

Tutto è grandioso nel regno di RAMSES Il a partire dal­la durata stessa del suo governo: sessantasette anni. An­novera molte mogli e un centinaio circa di figli reali e vive a lungo; a provarlo c'è la sua mummia oggetto di attenta analisi scientifica e in perfetto stato di conservazione.

Sterminato è l'elenco delle testimonianze che ci ha lascia­to di sé, dai canti di vittoria composti a celebrazione dei trionfi conseguiti contro i nemici ai colossali complessi templari che a KARNAK, LUXOR, ABU SIMBEL ne ricor­dano la divinità.

 

Definito il faraone trionfante, Ramses Il lo è soprattutto nell'arte della propaganda a suo favore:

conclude in parità la battaglia di Qadesh contro gli Ittiti, ma riesce a presentarla in patria come un successo clamo­roso. La sua personalità è senza dubbio grande, ma il fasto eccessivo dell'arte fiorita alla sua corte mostra una vo­lontà di imitare l'antica grandezza che l'evoluzione storica in atto soddisfa solo nelle apparenze esteriori.

 

 

 

Il Potere

Copyright © 1999-2000 Valerio Ciriminna