Come sono state costruite le Piramidi ?

Un quesito miserioso : come sono riusciti gli Egiziani a costruire le Piramidi ?

Tenendo conto di quanto sappiamo oggi dell'epoca in cui furono erette le piramidi, gli egiziani potevano disporre di ben pochi attrezzi : strumenti di rame e pietra, chiatte, slitte e rulli di legno, animali da soma e naturalmente manovalanza senza limiti. Con questo tipo di attrezzatura, sembra sia stato provato, era possibile costruire una piramide ma le sue dimensioni erano assai ridotte visto che si potevano utilizzare, trasportare e alzare a piccole altezze soltanto mattoni o blocchetti di pietra. Non era possibile di certo muovere massi di diverse tonnellate.

Come già citato da Erodoto, ci vollero ben venti anni per costruire la piramide di Cheope in cui fu necessario l'impiego di centomila uomini. Ma dopo duemila anni dalle piramidi si era già completamente perso il ricordo di una scienza delle costruzioni tanto remota.

Conoscendo bene gli egiziani possiamo solo dire che tutto il lavoro che ruotava intorno alla piramide era rigorosamente programmato quindi con un perfetto sincronismo tra le cave ( dove i massi venivano estratti dalla pietra lavorati e squadrati ), il trasporto del materiale sul Nilo ( che necessariamente doveva avvenire durante la piena ) e la loro messa in opera ( effettuata da un corpo stabile di operai direttamente alloggiati ai piedi della piramide e praticamente ad un passo dal cantiere ).

Gli enormi massi venivano fatti salire su enormi piani inclinati costruiti in mattoni crudi, sfruttando, come disse Erodoto, la dilatazione di un infinito numero di tronchi bagnati ( i cosiddetti "legni corti" ). E' senz'altro certo che gli ingegneri egiziani abbiano senz'altro usato altri utili mezzi di cui ormai abbiamo perso le tracce.

Detto questo è necessario ribadire che oggi resta comunque difficile ricostruire il modo in cui gli antichi egiziani edificarono i loro monumenti. Ancora non si sa per certo quale sistema veniva utilizzato per trasportare i blocchi di granito e di pietra dalle lontane cave ai cantieri e le più impegnative tecniche impiegate per innalzare le grandi pietre ad altezze, almeno per allora, vertiginose.

Molti hanno provato a ipotizzare un corretto sistema di innalzamento e come è possibile vedere qui di seguito le ipotesi sono molte e diverse.

Per rendere possibile il trasporto dei materiali l'ipotesi più possibile era quella di montare grandi rampe fatte di mattoni o terra. Lungo queste rampe gli operai, con l'aiuto di slitte fatte scivolare su rulli di legno, riuscivano a spostare gli enormi massi.

Il tedesco Uto Holscher ha ideato l'ipotesi della rampa ad orientamento alternato, cioè ha previsto tante rampe quanti sono i gradoni a cui devono andare accostate. Putroppo un grande inconveniente è che le pendenze risultano troppo acute e quindi impossibili da utilizzare.



Altra teoria, ideata da George Goyon, è quella delle rampe a sviluppo elicoidale dove tutte le rampe avvolgono la piramide in una grande spirale. Questa teoria prevede rampe larghe 15 metri per il passaggio delle slitte ed una pendenza accettabile che va dal 5 al 7,5%. In questo caso l'unico inconveniente è quello di riuscire a far fare delle "strette curve" a delle slitte che portano tonnellate di materiale.



La rampa da orientamento alternato di Jean-Pierre Adam, variazione al sistema ideato dal tedesco Holscher, prevede che da ciascuno dei quattro lati della piramide parta una rampa che si alza, zigzagando fino all'altezza massima del monumento.



Un altro ricercatore, Manuel Minguez ha teorizzato che la costruzione delle piramidi e quindi lo spostamento dei grandi massi avveniva per mezzo di un canale, una sorta di via d'acqua dove passavano delle chiatte con il loro pesantissimo carico. Minguez ha fatto notare che tutti i grandi complessi funerari presentavano tutti lo stesso medesimo schema con un punto di riferimento comune : il tempio a valle. Questa costruzione era collegata direttamente al Nilo oppure collegata per mezzo di un canale, da essa partiva una strada che arrivava fino ai piedi della piramide superando talvolta decine di metri di dislivello : questa era la via che doveva percorrere il corteo funebre per portare il defunto re nella propria nuova dimora ma, secondo Minguez, era anche la via d'acqua che, durante la costruzione della piramide, poteva essere sfruttata per trasportare i blocchi dal fiume al cantiere. Minguez ipotizza un'enorme scala idraulica costituita da vasche e separate tra di loro da un sofisticato sistema di chiuse. Questo sistema permetteva alle barche che giungevano dal Nilo di superare il dislivello che le separava dal cantiere.



Un'altra brillante teoria è quella di Louis Croon che si basava sul concetto dello shaduf, il meccanismo ancor oggi utilizzato dagli egiziani per attingere l'acqua : in questo caso l'enorme blocco di pietra squadrata veniva posto su di una tavola e sollevato all'altezza desiderata per mezzo di un sistema di argani e pulegge. Secondo Croon questo sistema permetteva di sollevare le pietre di uno o due livelli alla volta.



Un mito senz'altro da sfatare è quello che per la costruzione delle piramidi vennero utilizzate folle di schiavi sotto la sferza di truculenti guardiani. Infatti sono stati trovati dei documenti ( contratti in piena regola ) in cui il sovrano stipulava un accordo con l'impresa e che questi avrebbe pagato gli operai come un privato qualsiasi. Un altro esempio è quello di un decreto emesso da Micerino in cui si dice che : "Sua Maestà ordina che nessun uomo sia preso in lavoro forzato, ma che ciascuno operi secondo la propria soddisfazione". E' probabile però che fra i "salariati" ci fosse comunque qualche delinquente o prigioniero di guerra condannato ai lavori forzati.


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