Micerino e i Sovrani

della V Dinastia

 

Dal 2535 a.C un nuovo re guida Egitto: è MICERINO, il successore di Chefren. Anche a suo riguardo sappiamo poco e ci si deve continuare ad affidare al racconto di Erodoto, spesso incerto e senza dubbio inattendibile dal punto di vista scientifico. L’archeologia tuttavia continua a fornire informazioni interessanti e la trasfigurazione narrativa e av­vincente.

Con Micerino arrivò al potere un faraone saggio e magnanimo fi­nalmente interessato al benessere dei sudditi; i lavori di costruzione di imponenti architetture non erano i soli a interessarlo:

credeva che gli Egizi dovessero essere messi nella condizione di svolgere innanzi tutto le attività legate all'agricoltura e che altrettanto impegno dovessero dimostrare nella celebra­zione dei riti.

 

Il racconto narra che, invaghito dell'amatissima e unica figlia, Micerino ne avrebbe indirettamente causato la morte, prematura e terribile. La ragazza si sarebbe infatti tolta la vita in tenera età per sfuggire alle attenzioni incestuose del padre. Disperato, il genitore decise allora di dedicare alla ragazza un insolita sepoltura, un'imponente vacca di legno destinata a contenere il sarcofago con la mummia che il re in persona volle poi sistemare al centro di una stanza della sua reggia di SATS. Li, rischiarata dalla luce perpetua di lanterne sistemate tutto intorno, la principessa avrebbe riposato per sempre. Ma una maledizione era destinata a incombere di lì a poco sul faraone che gli storici dell'antichità indicano come destinato dagli dei a pagare le colpe dei crudeli predecessori. A BUTO, una località del Delta, un oracolo gli predisse che sarebbe morto nel giro di sei anni. Invano il faraone cercò di dimostrare quanto tale sorte fosse immeritata e come, nonostante la responsabilità morale della morte della figlia, avesse fino a quel momento governato saggiamente.

Così non gli rima­se altra alternativa che escogitare uno stratagemma: raddoppiare il tempo che gli era stato concesso eliminando le notti e vivendo in un perpetuo giorno. Ordinò che luci potenti illuminassero il buio e si dedicò senza sosta a tutti i piaceri della vita, di cui, allungata di altri sei anni. voleva godere fino in fondo. In questo periodo, forse per reingraziarsi gli dei irritati, fece innalzare la terza piramide di Giza, la più piccola ma anche la meglio curata nella fattura estetica e nell'utilizzo di materiali di pregio. Suo figlio. SHEPSESKAF, la fece ultimare e con la moglie generò il primo sovrano della V dinastia: USERKAF.

 

I ritrovamenti

 
Così è raffigurato il faraone Micerino affiancato alla dea Hator (alla sua destra) e da una personificazione dell’Egitto ( a sinistra ) in una nota triade regale

Con lui gli otto faraoni che governarono complessiva-mente dal 2500 al 2350 a.C. si dedicarono a radicare nel paese il culto solare; ricercarono quindi la collaborazio­ne della potente casta sacerdotale di ELIOPOLl. insieme con MENFI ed ERMOPOLI centro religioso importante per le celebrazioni rituali come per l'indotto commerciale. Con Userkaf l'Egitto incominciò a commerciare attivamente con i Paesi dell'EGEO, mentre ai tempi del regno del fratello SAHURA furono intensificati i rapporti con BYBLOS e tutta l’area siriana.

Dalla mitica TERRA Dl PUNT , Sahura trasportò in Egitto mirra, avorio, ebano e soprattutto incenso. Gli seguì NEFERIRKARA-KAKAI: nella sua tomba ad ABU SIR furono ritrovati papiri utilis­simi per la ricostruzione storica dell'Antico Regno. Quin­di regnarono MENKAUOR, ISESI e UNI, che governò per trent'anni e volle che sulle pareti del suo sepolcro a SAQQARA fossero iscritte delle formule magiche, note come Testi delle Piramidi, il complesso rituale che ga­rantiva al faraone il successo del suo viaggio ultraterreno verso la rinascita.

 



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