La Mitologia Egizia

 

Classificare i miti egizi secondo cri­teri di ordinamento è impresa dif­ficile. I racconti provengono da conte­sti cronologici e geografici diversi, ta­lora s'intrecciano o si contraddicono al punto che verosimiglianza e conse­quenzialità sono disattese. È tuttavia possibile indicare come ricorrenti la ricerca dell'equilibrio, il gusto per i pa­ralleli, il richiamo alla coppia i cui ele­menti si completano o si oppongono. La simmetria tipica del paesaggio egi­zio dove la riva destra del Nilo è simile alla sinistra è rintracciabile nel costan­te intervento degli dei nel mondo per ricomporre l'ordine o l'armonia in­franti. Sul caos antecedente il creato si afferma la legge del demiurgo. La ri­bellione degli uomini è punita in modi spietati.

Sul principio del male trionfa lo stato. Il  mito della regalità che ha  per protagonisti i figli di NUT e GEB,il cielo e la terra, è fra tutte la storia più nota. In assenza del fratello OSIRIDE, impegnato a portare la civiltà nelle regioni più remote, il malvagio SETH trama una congiura ai suoi danni.

 

Quando Osiride torna a occupare il trono d'Egitto gli offre in dono uno splendido sarcofago in legno intarsiato e incastonato di gemme. L’ingenuo sovrano vi si stende e, rinchiuso il co­perchio, vi trova la morte. La cassa viene gettata nel Nilo perché raggiunga il mare.
ISIDE disperata per la perdita dello sposo la rintraccia presso i lidi dei Fenici nelle vicinanze della città di BIBLOS.

 

I reperti


Dall’alto: Il dio Horus  rappresentato nell’immagine dal re falco cui è dedicato il tempio di Edfu,dove secondo il mito, si sarebbe conclusa sua  lotta contro Seth per governare il paese dopo la morte di Osiride.

Tempio di Horus e Sobek a Komb Ombo.


Avviluppato intorno alla bara di Osiride è cresciuto un albero dal fusto possen­te che il sovrano locale ha voluto a fondamenta del pro­prio palazzo.

 Divenuta intima frequentatrice della fami­glia regnante, alla dea egizia viene affidata la cura del principino cui un giorno dà fuoco.

Le sue intenzioni sono benevole, vuole spaventarne la madre al punto da indurre a cedere al ricatto: salverà il bambino solo se le sarà consegnato il fusto entro cui è incassato il sarcofago del marito.

 

Recuperato il cadavere di Osiride, Iside torna in patria, lo nasconde al riparo delle canne del DELTA, ma ciò non vale a sottrarlo all'ira vigile di Seth che, scovatolo, smembra il corpo del fratello in quattordici pezzi e li di­sperde per tutto il Paese. Segue la pietosa ricerca di questi da parte di Iside e NEFTHY che, ricomposto infine il cor­po del marito e cognato, gli ridanno la vita.

Rinato, Osiri­de concepisce il figlio HORUS cui spetta il compito di vendicarlo, quindi muore una seconda volta. Da allora egli svolge la funzione di giudice supremo dei morti. La vendetta di Horus è spietata, ma per dispiegarsi necessita di tempi lunghi. Le sfide sono molteplici e per molti anni si concludono alla pari.

 

Trasformato in ippopotamo Seth si salva miracolosamente invocando l'aiuto di Iside stessa che, impietosita, lo soccorre, infine è colpito mortalmen­te.
Il tempio di Horus a EDFU ricorda la definitiva affer­mazione del dio sul trono d'Egitto.

Iside è protagonista di un altro mito che ne dimostra la fama di grande maga. C'è un nome di Ra, il suo nome se­greto, la cui conoscenza consentirebbe agli uomini di ap­propriarsi dei suoi poteri. Iside progetta un piano per carpire questo segreto.

 

 Con l'in­ganno sottrae al dio un po' della sua saliva e la impasta con dell'argilla fino a farne un serpente velenoso che istruisce quindi a morderlo. Vittima di atroci sofferenze Ra invoca il soccorso degli al­tri dei.

La più solerte a presen­tarsi è proprio Iside che gli of­fre un efficace rimedio in cam­bio della rivelazione del... no­me segreto. Il dio cede alla donna; diversamente si com­porta l'autore del papiro su cui è trascritta la storia, il lettore è costretto ad accontentarsi del­la formula di guarigione utiliz­zata dalla maga. Del segreto del nome nessuna traccia.

 

 

 

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