Nefertari, la bella tra le belle

 

Quando nel 1904 l'archeologo italiano ERNESTO SCHIAPARELLI, durante la sua seconda campagna di scavi nella Valle delle Regine, scoprì la tomba della grande sposa reale di Ramses lI, si rese conto immediata­mente della portata del ritrovamento.

“ La nostra Missione si rallegrò della scoperta di questa tomba come di uno dei maggiori risultati da essa ottenuti perché oltre a essere appartenuta a una delle più celebri regine d'Egitto essa era pure di singolare bel­lezza, sia per la disposizione architettonica sia per i bassorilievi e le iscrizioni che ne coprivano interamente le pareti; gli uni e le altre, erano modellati in rilievo su uno strato di stucco col quale tutte le pareti e il soffitto furono coperti, non essendo lo strato di roccia calcarea nella quale la tomba è scavata abbastanza omo­geneo e compatto da potersi lavorare direttamente “.

Così scriveva il diret­tore del Museo Egizio di Torino nel­la cronaca dell'impresa; oggi, dopo i recenti restauri, i risultati del suo la­voro sono stati valorizzati appieno.Pur saccheggiata e di fatto spogliata di quasi tutte le suppellettili che conte­neva, la tomba presentava infatti bellissime decorazioni che neppure le infiltrazioni d'acqua e i conseguenti danni avevano rovinato al punto da minarne per sempre la niti­dezza dei contorni e la brillantezza dei colori.

 

Ma chi era NEFERTARI, la ‘ bella tra le belle, la ‘ ricca di fascino ' ?

Ramses II sposò Nefertari probabilmen­te prima di diventare re, durante il perio­do di coreggenza con il padre.
Cosa la distinse tra le altre mogli del faraone o quale virtù o forza di carattere ebbe per esercitare un ruolo di primo piano accanto al marito,
affiancandolo nelle principali decisioni di politica interna ed estera, rimane un mistero.

Quanto al nome, si doveva presumibilmente a ragioni dinastiche: prima di lei infatti era stato portato dalla moglie di Ahmose, il fondatore della XVIII dinastia e dalla consorte di Tuthmosi III. Nefer stava a indicare in egizio il superlativo dell'aggettivo bel­lo, donde gli epiteti bellissima, ‘ la più bella '.


Che i lineamenti e il portamento della regina fossero al­l' altezza del suo nome è confermato dai numerosi ritrat­ti che compaiono sulle pareti della sua tomba; l'autorevo­lezza è invece testimoniata dal fatto che in un tempio minore di Abu Simbel la statua di Nefertari è affiancata a quella del marito e, cosa davvero insolita, è rappresentata della sua stessa grandezza. Se si considera il carattere for­temente concettuale dell'arte egizia che, come quella me­sopotamica, ritraeva la figura umana più o meno grande in base al ruolo ricoperto, sembra lecito ipotizzare che la regina godesse di straordinario favore nel Paese.

 

La scoperta della tomba di Nefertari

Ernesto Schiapparelli  (nell’immagine) fu con Francesco Ballerini tra i primi archeologi italiani a lavorare nella Valle delle Regine. Spetta a loro il merito del ritrovamento della tomba della  “grande sposa reale”.

Le origini familiari della ' grande sposa ' di Ramses II affondano nella leggenda. Il ritrovamento nella sua tomba di un oggetto riportante il cartiglio del faraone Ay  fece credere a Schiaparelli e ad altri l'esistenza di un legame di sangue tra Nefertari e i faraoni della XVIII dina­stia.

Ma l'ipotesi che con questo matrimonio Ramses iI Grande abbia inteso procurarsi una parentela divina che non poteva vantare tra i diretti antenati pare suggestiva ma poco credibile.

 

 

La nobile signora  e ‘ signora delle due terre' amava ac­compagnare il sovrano in tutte le celebrazioni religiose e civili e lo seguì in numerosi dei suoi viaggi.
Anche in po­litica estera giocò un ruolo rilevante come e stato prova­to dal ritrovamento, tra le tavolette dell'archivio del palaz­zo reale di HATTUSAS, la capitale ittita, di una lettera spedita dalla grande regina d'Egitto alla moglie di Hattusi­li, il re ittita con cui Ramses II aveva concluso il trattato di pace seguito ai fatti di Qadesh.


In essa Nefertari si rallegrava per le strette relazioni di amicizia tra i due Paesi che l'accordo aveva favorito.


Qualche incertezza sussiste sulla morte della ‘ bella tra le belle ', che i più propendono per collocare tra l'anno venti­seiesimo e il trentaquattresimo del regno di Ramses Il. In quest'epoca si colloca infatti il completamento della deco­razione del piccolo tempio di Ahu Simbel.

 

Sulle sue pareti la regina è ritratta in atteggiamenti tipici di vita, ma l'iscri­zione che sta sulla facciata dell'edificio ha il tono della commemorazione funeraria. Nefertari si spense quindi a quarant'anni circa d'età, e a confermarlo è il fatto che nes­suna moglie dopo di lei è detta ‘ grande sposa reale '. Come moglie fu unica e altrettanto di lei si può dire come don­na. La sua mummia non è mai stata trovata, ma la viva­cità delle scene affrescate sulle pareti della sua tomba ci hanno restituito viva l'amata da Mut .



Nefertari e le sue raffigurazioni


In alto sul capo di Nefertari è posta la tipica corona delle regine e delle principesse egizie formata da una spoglia di avvoltoio, due larghe ali ripiegate ai lati e da un supporto detto “modio” che poteva fare da base per altre decorazioni.

Più in basso, Nefertari fa delle offerte alle divinità, e alla dea Hator.

 




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