Nefertiti
La personalità di NEFERTITI, sposa di Amenofi IV e sostenitrice del suo audace progetto di riforma religiosa, è stata oggetto di poco credibili trasfigurazioni fantastiche.
A favorirle sono le notizie relative all'impegno fanatico di cui avrebbe dato prova per diffondere nel Paese il culto del disco solare Aton, ma anche l'umanità suggerita dalle numerose scene che la ritraggono in affettuosa conversazione con il marito o impegnata ad accudire le sei figlie nate dal matrimonio.
Lo stesso realismo insolito traspare dal notissimo busto di Berlino, opera in calcare policromo, audace nella realizzazione al punto che non ci si aspetterebbe che l'alto copricapo della regina riesca ad armonizzarsi con il suo fragile collo.
Il profilo della donna e bellissimo, ma la grazia elegante non è la sola qualità della regina che è l'unica a essere rappresentata nell'atto di massacrare i nemici.
Avvolta nel mistero è la sua uscita di scena, al dodicesimo anno del regno del marito, cosi come misteriosa resta la sua sepoltura. Si crede che la sua salma abbia accompagnato quello del marito ad AMARNA, ma il sito e stato trovato profanato e il sarcofago reale distrutto.
I reperti
In alto il busto di Nefertiti conservato presso il Museo Egizio di Berlino e proveniente da Tel al-Amarna.In basso una raffigurazione delle due figlie di Amenofi IV – Akhenaton in atteggiamento di reciproco affetto con vivo realismo secondo i nuovi canoni artistici introdotti dall’arte armaniana.
La regina svolgeva un ruolo importante.
Spesso si sostituiva al marito, forse vittima di una malattia ormonale, nella direzione degli affari di Stato e con lui amava mostrarsi in pubblico nell'atto di montare il carro dorato trainato da impetuosi cavalli bianchi.
Era d'altra parte anche una madre affettuosa, educava le sue sei figlie con semplicità e consentiva loro di partecipare a ogni momento della vita a palazzo.Ma la durata di questa felice condizione di coppia è breve.
A poco a poco a palazzo s'imposero le divisioni, la relazione coniugale ne risentì negativamente e, dopo dodici anni di convivenza, Nelertiti e Akhenaton si separarono.
Il re, rinnegando la sua promessa ad Aton e al suo popolo, rientrò a Tebe lasciando la regina sola ad Akhet-Aton. E lei rimase, volitiva come sempre, a cercare di tenere in vita con la forza della disperazione un sogno ormai al tramonto.
Fu allora, quando Nefertiti aveva venticinque anni, che il maestro scultore DJEHUTYMOSE la ritrasse nel busto conservato oggi a BERLINO: sul fragile collo, un profilo finissimo e sottile che il copricapo completa in altezza ed eleganza, uno sguardo puntato diritto verso l’eternità. Sembra che Nefertiti abbia tentato allora di impadronirsi del potere; scrisse infatti una lettera al re ittita in cui gli comunicava la morte dello sposo.
Lo informava che, in assenza di pretendenti accettabili, era disposta a prendere come sposo uno dei suoi figli, ma il progetto fallì visto che il predestinato finì assassinato mentre tentava di valicare la frontiera egizia (e alcuni, e bene precisano, attribuiscono l'iniziativa del matrimonio con uno straniero non a Nefertiti, ma a una regina successiva, forse la moglie di Tutankhamon rimasta vedova in giovane età).
Non si conoscono le circostanze della morte di Nefertiti. Morì forse a trentacinque anni, ma il suo nome non è mai stato trovato su quello che e stato identificato come il suo sarcofago, nè su quelli di Akhenaton.
Forse il suo corpo fu bruciato, segno di indegnità presso gli Egizi. Certo è che la tomba di Amenofi lV quella in cui aveva chiesto di essere sepolto accanto ai suoi familiari, fu trovata completamente saccheggiata.
Le vita a Tel-el-Amarna
Tutto intorno erano giardini, parchi, laghi, bacini ricchi di animali. La pittura e la scultura raffigurano scene di vita quotidiana della famiglia reale, riti officiati dalla coppia e, in modi insoliti, si caricano di realismo e modernità. Un bassorilievo ritrasse il faraone in preghiera nell'atto di sorreggere il cadavere della figlia Maketaton. Una statua raffigura Akhenaton mentre abbraccia Nefertiti teneramente adagiata sulle sue ginocchia.
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