Il Sacerdote, il tempio

 

 

Oltre che centro religioso il tempio è nell'antico Egitto sede di produzione e commercio del ricavato delle sue vaste proprietà agricole, luogo di promozione e formazione culturale per via delle biblioteche e delle Case della Vita annesse, centro amministrativo. Numerosa e gerarchica­mente organizzata, la casta sacerdotale ha un ruolo di primo piano nella gestione del potere; in ciò affianca i fa­raoni fino a minacciarne in qualche caso la supremazia. Ne predicatore ne divulgatore di una verità che si rivela nell'armonia del creato senza bisogno di essere dimostra­ta, il sacerdote egizio è colui cui spetta il compito di offi­ciare i numerosi e complicati riti imposti dagli dei.

 

Solo se rispettati nelle forme fissate dalla tradizione e nei tempi definiti dal calendario liturgico, gli dei del pantheon egi­zio assicurano al Paese la loro  benevolenza. L’accesso dei sacerdoti alla parte più interna del tempio, quella in cui è conservata la statua del dio, è subordinato a preventive pratiche purificatorie.

 

I reperti

 

Dall’alto: Tempio di Iside a File. Il complesso architettonico è stato tagliato e ricostruito sul vicino isolotto di Aglikah dopo che le acque della diga di Assuan hanno ricoperto il sito originario.

Colonne papiriformi del tempio di Amon a Luxor. Nella simbologia egizia rappresentano il bosco cresciuto sul tumulo emerso da Nun al momento della creazione del mondo.

 

La circoncisione, che in Egitto è generalmente praticata nell'infanzia o adole­scenza, la rasatura del corpo, l'astensione da cibi come le verdure a foglia verde o i pesci di mare, il divieto periodico di rapporti sessuali (ai sacerdoti egizi è consentito di sposarsi) costi­tuiscono la regola. Dopo il lavaggio rituale nella grande vasca compresa entro il muro periferico del tempio, il sacerdote, rivestito di una tunica di lino purissimo, avanza finalmen­te nella sala ipostila la cui copertu­ra è sorretta da colonne fittamente istoriate e decorate da ricchi capi­telli.Arriva quindi il momento più solenne: il corteo degli officianti si ferma davanti alla porta della cella centrale, in attesa che il religioso rompa i sigilli che la tengono chiu­sa.

 

I battenti si aprono e compare il simulacro del dio: ogni mattina gli viene restituita la vita attraverso la consegna dei prodotti alimentari di cui al risveglio, come ogni mortale, necessi­ta. Segue la pulizia della statua aspersa di acqua, profumi, grani di natron e avvolta in stoffe speciali. La cerimonia viene ripetuta nel corso della giornata, verso mezzogiorno e la sera, ma in modi più rapidi e senza la solennità della mattina. Di solito la cappella del dio rimane chiusa e i riti successivi a quello descritto vengono celebrati in cappelle laterali.

 

Più complessi sono i riti che accompagnano la celebra­zione dei giorni di festa. Frequente è in queste occasioni il trasporto della statua del dio su barche solari che, du­rante il viaggio, attraccano in luoghi prestabiliti per essere salutate dalla folla dei fedeli osannanti. Famosa è la pro­cessione che si tiene ogni anno a TEBE in occasione della festa di OPET.Antico e Medio Regno ci hanno lasciato pochi resti di edi­fici religiosi. Sono i colossali complessi religiosi del Regno Nuovo, come il tempio di Horus a EDFU o quello di Iside a FILE, che consentono la ricostruzione della struttura ar­chitettonica tipo del tempio egizio.

 

A un naos centrale, di solito affiancato da una cappella adibita alla conservazio­ne della barca solare del dio, si allineano stanzette dedica­te al culto di dei locali e a contenere gli oggetti sacri che fanno parte del corredo  del tempio. Seguono grandi sale più esterne, per lo più ipostile, cioè sorrette da colonne, fino alla facciata su cui tro­neggia l'immagine scol­pita della divinità. Tutto intorno, compresi entro un recinto di mattoni, sono gli edifici annessi al tempio: magazzini, la­boratori, Case della vita, un viale fiancheggiato da sfingi, una coppia di obelischi.

 

 

 

 

Il Potere

 

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