Seti I, il Signore della Rinascita

 

 

 

L’obelisco che a Roma in Piazza del Popolo, ricorda il culto egizio del Sole, fu fatto erigere da SETI I per un tempio di ELIOPOLI. Seti era figlio di Ramses I con cui aveva condiviso il potere durante una fase di coreggen­za durata due anni circa, era sposato con la figlia di uno dei più valorosi generali del suo esercito e fin dai primi an­ni di regno mostrò intenzioni chiare circa le modalità del proprio governo.


Continuando sulla via già intrapresa dal padre, avrebbe operato per far uscire definitivamente il Paese dal caos del periodo amarniano e favorire in ogni campo, nell'amministrazione come nella politica religiosa, nelle questioni interne come in quelle esterne, la logica dell'equilibrio tra le parti.


Perfino gli appellativi che si ac­compagnano al nome del faraone nel suo cartiglio possono essere assimilati a tale programmatica dichiarazione d'intenti.

Accanto ad Amon vi compaiono infatti precisi riferi­menti ad altri dèi, Ptah e Horus, ma soprattutto MAAT, l'armonia per definizione, la dea alla cui volontà gli altri celesti devono piegarsi.

Maat è in Egitto la giustizia per ec­cellenza; simboleggiata in una piuma è, nella scena della pesatura del cuore del defunto, contrapposta a quest'orga­no vitale e, facendogli da contrappeso, ne determina l'in­degnità o il merito della vita eterna.

 

I reperti


Particolari delle decorazioni della tomba di Sethi I, più in  basso la raffigurazione della volta  celeste su cui sono riportate le costellazioni conosciute dagli Egizi.
 

Sethi I, che come ufficiale si era formato alla scuola del padre, volle impegnarsi nell'opera del rafforzamento dei confini dell'Egitto. “ Signore della rinascita “, è definito in­sieme come colui il cui forte braccio respingerà i ' nove ar­chi '.

Sembra probabile l'identificazione di questi ultimi con i tradizionali nemici dei faraoni tra cui, per pericolo­sità, si distingueva, oltre ai Nubiani e agli ittiti, il popolo dei Mitanni.

 

 

Per la verità, nel corso del suo regno, Sethi I non ebbe l'opportunità di alcuna grandiosa impresa in questo sen­so, ma è innegabile che il suo pronto intervento ovun­que, nei territori di confine, sorgessero moti di rivolta an­tiegizia contribuì a rinsaldare l'autorità regia.

 Così fu per esempio nella NUBIA, dove alla repressione di una rivol­ta di vaste proporzioni segui la costruzione di imponenti edifici architettonici a dimostrazione che, là dove si era rivelato forte, il potere del faraone intendeva lasciare una traccia permanente di sé.


La Nubia, peraltro, costituì un motivo di preoccupazione marginale rispetto ai problemi dell'ASIA, dove Setbi I guidò ben quattro spedizioni mili­tari che si conclusero con la firma di un accordo tempo­raneo con il re ittita Muwattalis. A ricordarle sono le grandiose iscrizioni stilla parete settentrionale del tempio di Karnak che il successore di Sethi I, nonché suo figlio, Ramses Il, farà ultimare.

 

Ma se Karnak ed Eliopoli furono sede di un'intensa attività di costruzione e di restauro, è però ABYDO, fra Assiut e Tebe, a eternare la memoria del signore della rinascita. Qui secondo la tradizione c'era una delle tombe di Osiride e per questo la località era diventata meta di folle di fedeli che ne celebravano i ' misteri '.

 

 

Qui uomini e donne strazia­ti dal dolore per la morte del dio ne accompagnavano il si­mulacro trasportato a spalla dai sacerdoti verso la mummi­ficazione rituale e la sepoltura. Con i gesti mimavano il racconto mitico, ne ripercorrevano i momenti salienti e trionfavano della vittoria sul malvagio omicida, Seth. Nes­sun luogo come questo, ancora oggi meta dei visitatori che ne ammirano la policromia dei rilievi e la solidità delle strutture, si prestava alla gloria del suo costruttore che, morendo, lasciò al figlio un Paese prospero e in pace.

 

 

 

La carta

Copyright © 1999-2000 Valerio Ciriminna