IL Soldato

 

 

E' con una scena di guerra che inco­mincia la vicenda storica dell'Egitto unificato. Ne è interprete il faraone NARMER MENES che, sul retro del­la tavoletta a lui dedicata, passa in rassegna i cadaveri de­capitati dei nemici vinti. Non c'è tuttavia traccia credibile dell'esistenza di un esercito organizzato per tutta la durata dell'Antico Regno.

 

Le forze militari di cui il Paese dispone vengono mobilitate solo in caso di necessità, sono i fun­zionari delle province a disporne per ordine del potere centrale. Ma le occasioni di scontro sono limitate. L’Egitto è protetto dalle due formidabili barriere naturali, il mare e il deserto, e, quando ne ha bisogno, ricorre all'arruolamento di mercenari nubiani.

 

I reperti

 

Dall’alto: Il mare e il deserto fanno da barriere naturali contro il nemico: la figura del soldato non occupa all’inizio un posto chiave nella società egizia poiché il paese necessità raramente del suo operato.

Pittura parietale della tomba di Rekhmira. Nubiani e Siriani offrono in tributo agli Egizi vari animali: un cavallo, una pecora, dei bovini, una giraffa.

 

La situazione cambia nei periodi suc­cessivi.

Il Medio Regno è l'età di formazione di un eserci­to permanente affidato al comando di ufficiali di vario rango e largamente impegnato nelle campagne per la con­quista e la fortificazione della NUBIA oltre che in spedi­zioni finalizzate alla penetrazione nel VICINO ORIENTE.

Se fin qui si sono offerti volontari per l'arruolamento so­prattutto i figli non primogeniti impossibilitati a seguire, nell'attività lavorativa, le orme dei padri, lo Stato è ora co­stretto a procedere alla coscrizione obbligatona.

La vita del soldato è dura. In uniforme, egli è costretto a lunghi turni di addestramento,all'uso delle armi e all’ obbedienza della rigida disciplina imposta dai superiori.

 

L’esercizio fisico è continuo, il rispetto delle regole della convivenza con i commilitoni assoluto. L’iconografia spes­so rappresenta ufficiali ritratti nell'atto di passare in rasse­gna le truppe schierate.

L’unità dell'esercito egizio è la divisione ripartita in reg­gimenti e compagnie. Vi sono equamente distribuiti ar­cieri, lancieri e, a partire dal Regno Nuovo, cavalieri. Ogni reparto obbedisce a un sovrintendente che deve render conto a un generale, di solito un diretto collaboratore del sovrano cui spetta il comando supremo delle forze arma­te. Una squadra di scribi provvede a inventariare perdite, forniture, prigionieri, ecc..

 

Le armi utilizzate sono le lance e le frecce per i combat­timenti a distanza, il pugnale, la spada, la dava, il bastone per i corpo a corpo. E' provata l'esistenza dello scudo, di solito in pelle tesa su un'intelaiatura di legno e a partire dal Regno Nuovo compaiono i primi elmi in bronzo rea­lizzati su influenza di modelli asiatici. Dagli Ittiti, gli Egizi apprendono l'uso del carro da guerra, arma che, alla fine del Secondo periodo intermedio, li rende imbattibili nello scontro con gli Hyksos stanziati nella zona del Delta.

 

L’u­so del carro con le ruote raggiate e trainato da due cavalli rende la guerra più crudele e accelera la soluzione dei conflitti armati. Ora è possibile sfondare in velocità le li­nee della fanteria nemica grazie alle frecce scoccate dall'arciere che si muove protetto dallo scudo dell'auriga.


Le strategie sono varie e variamente documentate dalle scene dipinte su pareti: assedi a mura di città asiatiche, violenti scontri frontali tra armate attestano la tenacia e la brutalità con cui l'esercito nazionale egizio, sebbene limitato nel numero dei componenti, persegue i suoi fi­ni.

Con la diciottesima dinastia si accompagnano sempre più frequen­temente a testi esplicativi con evi­denti intenzioni propagandistiche. Su tutti merita attenzione la partico­lareggiata cronaca della battaglia di QADESH che vede il faraone Ramsete Il impegnato contro il sovrano ittita Muwatalli.

 

 

 

 

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