Deir el Bahari – il Tempio di Hatscepsut 

 

Il bellissimo tempio mortuario della regina Hatscepsut fu edificato accanto al più antico e meno noto tempio mortuario di Montu Hotep, faraone dell'XI Dinastia, che servì senz'altro da modello.

Il tempio oggi è stato quasi interamente ricostruito ed è uno dei monumenti più famosi ad ovest di Tebe.


Consiste in una serie di tre terrazzi colonnati, tutti addossati alla naturale parete rocciosa dove è scavato il santuario, che conferiscono grande spettacolarità alla costruzione.Il suo nome in antico egiziano doveva essere "Djser djeseru", il "Sublime dei Sublimi" e mai nome fu più indicato.

E' difficile trovare un altro edificio così armoniosamente unito all'ambiente circostante.

 

Per decenni operai, ingegneri e artisti lavorarono alla costruzione di un'opera ciclopica. I tre terrazzi sorgono l'uno sull'altro e l'ultimo terrazzo è collegato da un passaggio col sacrario, un luogo misterioso riservato alla divinità Hatshepsut e al di lei "figlio", scavato interamente nella roccia.
Il complesso architettonico era delimitato da muri che proteggevano ciascuna delle tre parti che lo costituivano: il tempio a valle (oggi scomparso, sorgeva accanto al fiume e da esso partiva un viale che portava al tempio vero e proprio), la rampa di accesso e il tempio rupestre. L'unica  diversità con gli altri edifici sacri, ad esempio il tempio di Karnak, è la grande presenza di luce solare.

La terrazza inferiore era un vasto cortile quasi al livello del suolo; il viale, che si prolungava poi nella rampa di accesso alla seconda terrazza, era fiancheggiato da sfingi colossali che rappresentavano la regina; ai lati erano stati piantati, dentro buche circolari di terra fertile, sicomori, palme, tamarindi, persee e forse piante di albicocco.

 

All'inizio della rampa, in due bacini artificiali, fiorivano cespugli di papiro e così almeno dicono le iscrizioni del tempio, anche arbusti di incenso portati dalla Terra di Punt.
Sulle pareti del porticato, a destra, sono rappresentate immagini di caccia e sulla sinistra, viene narrato il trasporto di due obelischi ricoperti di electron (una lega di oro e argento che per gli egizi aveva più valore dello stesso oro). La terrazza intermedia è delimitata da un porticato, a sud, confinante con una cappella dedicata alla dea Hathor e a nord con una cappella dedicata al dio dei morti Anubi.

 

Sulle pareti del porticato viene narrato il tema che probabilmente è il motivo stesso della costruzione dell'edificio: la nascita divina di Hatshepsut e alla quale è dedicata un'apposita pagina.
Dall'altro lato del porticato è invece riprodotta la spedizione che la regina aveva organizzato verso la misteriosa (per noi!) Terra di Punt.

Sul lato sud dell'ultima terrazza, si trova il santuario per il culto reale, dal porticato si accede ad un vestibolo e da qui alla cappelle funerarie di Hatshepsut e di suo padre, Tuthmosi I. Ciò che è rivoluzionario nel tempio non sono gli elementi architettonici di per se stessi che infatti sono quelli tradizionali di tutti gli edifici faraonici, ma lo stile, lo schema con il quale sono stati utilizzati. La maggior parte dell'edificio è stato costruito e solo le cappelle sono state scavate nella roccia, eppure tutto l'edificio sembra scaturire naturalmente dalla parete rocciosa che si trova alle sue spalle.

 

 

I reperti


In alto illustrazione della valle di Deir el-Bahari con al centro il Tempio.Questa valle ospitava tre templi funerari. Attualmente il più completo è quello di Hatshepsut. Qui si nota come la struttura orizzontale delle costruzioni contrasti con la verticalità del dirupo. Più in basso un particolare del colonnato e delle  statue attigue.   

 

 

 

 

 

Tempio

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