Usi e Costumi
Non e difficile comprendere come il Nilo e il Mediterraneo abbiano favorito in modo particolare alcune attività e la vita degli Egiziani: la pesca, innanzi tutto, ma anche l'arte della navigazione, che a sua volta contribuì a sviluppare il commercio; il grande fiume, lungo quasi 6.700 km, costituiva infatti un'ottima via di comunicazione tra una regione e l'altra del Paese.
La base delle loro attività era dunque l'agricoltura: un gran numero di pitture e bassorilievi raffigura le fasi del lavoro nei campi, che impegnava la maggioranza della popolazione.
Oltre ai cereali e alla vite, la terra produceva altri preziosi doni: il lino (indispensabile per l'abbigliamento, le vele delle navi e le bende con cui si avvolgevano le mummie); il giunco (stuoie, cestini, nasse per la pesca); il loto:
«Quando il fiume è in piena», racconta Erodoto, «spuntano dall'acqua dei gigli che gli Egiziani chiamano loto. Essi li colgono e li seccano al sole; poi, estratto quanto c'è nel cuore del loto, lo pestano e ne confezionano del pane»; il papiro, infine, da cui si ricavava una specie di «carta», e che spesso sostituiva il legno.
I reperti
Dall’alto: Particolare di uno splendido pettorale appartenente a un faraone del III millennio a.C., finemente lavorato con oro e lapislazzuli.
Affresco raffigurante alcune fasi del lavoro nei campi.
Manufatto che raffigura una schiava che impasta la farina per confezionare il pane.
Dalla grande ricchezza di cereali e pesce è facile capire la loro alimentazione, ai ricchi invece era riservato il piacere della degustazione delle carne, bovini e cacciagione conservati sotto sale, specialmente durante le celebrazioni e feste importanti.
Possiamo supporre che la vita dei «liberi» contadini egiziani non fosse molto facile, perché oltre il duro lavoro dei campi vi erano le corvèe obbligatorie di supporto alla costruzione delle grandi opere pubbliche imposte dal faraone.
Le loro abitazioni erano costruite in adobe , mono-ambiente essenziali e vicino ai campi, invece quelle degli artigiani erano itineranti al seguito dei cantieri che si occupavano delle opere pubbliche in costruzione; poiché questi lavori duravano decenni costituivano dei veri e propri villaggi.
Le abitazioni dei funzionari e scribi del faraone invece erano nella città e erano formate da diversi ambienti e livelli lasciando ampio spazio alla privacy della donna e alle sue attività.
Fra le attività dell'artigianato ebbero particolare sviluppo quelle legate all'edilizia, che impiegavano una grande varietà di «specialisti»: spaccapietre, falegnami e carpentieri, muratori, scalpellini, decoratori e arredatori; grande perfezione e pregevole gusto artistico raggiunsero la ceramica (bellissimi i vasi d'alabastro del Regno Antico), l'oreficeria, i cui prodotti raggiunsero delle vere forme d'arte, e la cosmetica, nella quale erano specialiste le donne.
A tavola con gli Egizi
Il menu degli antichi Egizi appare oggi malto frugale: in pratica la maggior parte della popolazione mangiava pane, cipolla e pesce. Come contorno, insalate, ceci, piselli, lenticchie; per frutta, fichi freschi e secchi, datteri, uva, melo-grani.
La carne era solo sulle mense degli abbienti:grandi allevamenti di bovini e riserve di caccia fornivano carni d'ogni genere. Anatre, oche, polli, conigli facevano parte di tutti gli allevamenti domestici. Sembra che l'oca arrosto fosse il piatto prelibato per i pranzi importanti. Non mancavano il latte di mucca e di capra e qualche prodotto caseario.
Il pesce era abbondantissimo e alla portata di tutti. Bastava pescarlo nel Nilo. Vere e proprie industrie lo confezionavano in salamoia o essiccato. C'era anche il caviale (di muggine). Il pane era sfornato in tutte le forme d'oggi, compreso il grissino. Poi ciambelle, biscotti: il miele sostituiva lo zucchero nella confezione di dolci e torte.La cottura era eseguita su spiedo ed arrosto: ignoto il fritto, perché l'olio di oliva non era usato come condimento ma per confezionare unguenti, per ungersi, per alimentare le lucerne e per usi medicinali; il brodo del lesso serviva da intingolo. E' probabile che esistesse qualche pappa d'orzo. La birra era la bevanda nazionale ed era a buon mercato. Il vino, in gran parte importato, era molto più caro.La tavola da pranzo era in genere rotonda, sorretta da un solo grosso piede centrale. Unica posata, il cucchiaio di legno. Non esistevano i tovaglioli; per sciacquarsi bocca e dita, lavamani e brocche erano sempre a disposizione dei commensali.
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