dal "manifesto" del 13 giugno
Effetto serra sugli Usa
MARINA FORTI
Il cambiamento del clima? in Alaska è già
visibile. E presto lo sarà in tutti gli Stati uniti... Il rapporto Climate Change Impact
on the United States ("Impatto del cambiamento di clima sugli Stati uniti"),
diffuso ieri dal governo di Washington, fa un quadro dettagliato di cosa si debbano
aspettare gli americani nel prossimo futuro. E' il primo rapporto a livello federale su
tutto il paese: e poiché gli Usa sono una nazione enorme, estesa dai ghiacci dell'Alaska
alle coste tropicali attraverso zone climatiche diverse, il risultato ha un interesse
generale.
La prima notizia è che ormai l'establishment scientifico americano è giunto a concludere
che l'aumento di particelle di gas "di serra" nell'atmosfera, come l'anidride
carbonica, ha contribuito ad aumentare la temperatura nell'ultimo secolo. Ammettono che
questi gas sono per lo più risultato di attività umane: bruciare combustibili fossili,
distruggere foreste, etc. Il rapporto era stato commissionato dal Congresso degli Stati
uniti nel 1990 per aiutare i legislatori a identificare il problema: e va ricordato che
allora la verità ufficiale su cui si basava il governo di Washington era che il
riscaldamento del clima non esiste, si tratta di una fluttuazione normale delle
temperature terrestri, e che comunque nulla prova che siano le attività umane a causare
l'aumento di gas di serra...
Lo studio commissionato dal Congresso afferma che la temperatura media negli Usa è
aumentata di un grado centigrado nel Ventesimo secolo e stima i potenziali effetti se la
concentrazione di gas di serra continuerà a crescere al ritmo di questi anni (lo scenario
business-as-usual). A questo ritmo, la temperatura media nel nord America crescerà tra 5
e 10 gradi nel prossimo secolo. Gli effetti saranno dirompenti.Nelle montagne del
nord-ovest (sul versante Pacifico), il clima più tiepido e umido danneggerà i salmoni e
il loro ciclo migratorio. In California, meno neve in inverno porterà meno acqua
risultante dallo scioglimento delle nevi nella tarda primavera, e quindi penuria idrica in
estate. La precipitazione di neve diminuirà fino al 50%, mentre aumenteranno le piogge
invernali. Le piogge, aumentate tra il 5 e il 10% nel secolo concluso, probabilmente
aumenteranno di un altro 10% nel prossimo: soprattutto in forma di eventi estremi come
uragani, e soprattutto nel sud-est (gli stati affacciati sul Golfo del Messico). Uno degli
effetti più probabili sarà l'erosione delle coste. Nelle città della costa orientale la
temperatura aumenterà, New York diventerà calda e umida come Atlanta (Georgia), e
Atlanta assomiglierà a Houston (Texas).
Il rapporto diffuso ieri è stato coordinato dal U.S. Global Change Research Program, che
coordina nove enti federali e la Smithsonian Institution, ma vi hanno collaborato oltre
300 istituti pubblici e privati. Ora per 60 giorni è aperto ai commenti pubblici (è
sull'internet: www.usgcrp.gov). Poiché al Congresso americano interessano le conseguenze
pratiche ed economiche, il rapporto fa delle stime sulla produzione agricola: e azzarda
che l'aumento di anidride carbonica nell'atmosfera favorisce le piante, dunque la
produzione agricola potrebbe aumentare. Ma non in modo uniforme: i farmers delle pianure
del nord potrebbero vedere vantaggi, mentre gli stati meridionali rischiano di veder
aumentare insieme la siccità e le alluvioni. E tutto questo senza calcolare le possibili
perdite dovute al proliferare di piante infestanti o alla migrazione di parassiti,
avvertono gli autori del rapporto.
Già, la migrazione delle specie. Non solo insetti e parassiti, ma anche piante e animali.
Ad esempio l'acero, oggi simbolo dello stato di New York, è destinato a restare solo nel
lembo più settentrionale: predilige il freddo, e con il caldo altre specie prenderanno il
sopravvento. In Alaska poi il cambiamento è già visibile, anche negli effetti pratici:
strade e piste d'atterraggio hanno bisogno di più frequente manutenzione perché si sta
rompendo lo strato di permafrost (il terreno perennemente gelato) su cui appoggiano.
Certo, c'è il vantaggio che le vie d'acqua navigabili sono libere dal ghiaccio più a
lungo. Ma per le tribù native che si cibano di cacciagione, la vita diventa più dura. Il
cambiamento del clima non è più una previsione nebulosa per il futuro: c'è già.