da "Liberazione dell'11 maggio 2000

Intervista al professor Isidoro Mortellaro che denuncia: «l’Alleanza Atlantica vuole proporre a Firenze l’uso del nucleare come arma di dissuasione»
La nuova atomica della Nato

Isidoro Mortellaro è professore di Storia delle istituzioni politiche a Bari ed è uno dei massimi esperti di politica delle organizzazion internazionali (parteciperà il 18 maggio al dibattito “Natoper uccidere”, che si terrà a Roma all’ex hotel Bologna). Il prossimo 24 maggio a Firenze avrà luogo un importante vertice della Nato dove verrà disegnata la strategia dell’Alleanza per il prossimo futuro. Lo abbiamo intervistato per sapere che cosa deve aspettarsi il mondo da questo appuntamento.

Dopo la guerra dei Balcani in che direzione sta andando l’Alleanza Atlantica? Innanzitutto vanno ricordate due cose: la prima che, contrariamente a tutto ciò che si è propagandato, ritorna una dimensione di segretezza dell’Alleanza che ha il suo culmine proprio nel vertice di Firenze. Nel senso che si sa pochissimo dell’agenda reale di questo summit e bisogna ricorrere al lavoro di talpa di alcune organizzazioni, come la Basic anglosassone, una realtà molto attiva nella battaglia per il disarmo, per sapere che sostanzialmente all’ordine del giorno della riunione di Firenze vi sarà l’apprestamento delle linee strategiche operative sulla base del nuovo concetto approvato nell’aprile dello scorso anno a Washington mentre era in corso la guerra del Kosovo. E che pietra miliare di questo rinnovamento delle linee operative è il rilancio strategico dell’atomica intesa come primo colpo dissuasivo. Ciò che è ancora più grave è che questo primo colpo è previsto eventualmente anche contro altri stati non nucleari ma sospettati di avere armi di distruzione di massa, come quelle chimiche o biologiche. Ma minacciare con il nucleare uno stato non dotato di armi nucleari è cosa esplicitamente proibita dai trattati contro la proliferazione delle armi atomiche sui quali è in corso in questi giorni una conferenza all’Onu a Washington che terminerà il 19 di maggio. Tutti gli stati della Nato saranno così in contrasto con l’affermata volontà di voler ridurre il peso e l’incubo dell’atomica nella nostra vita. In realtà l’Alleanza Atlantica, con questo atto, dà un “la” potentissimo alla corsa al riarmo che dappertutto nel mondo sta caratterizzando la vita degli stati. Basti pensare alla Russia e al ruolo che la guerra in Cecenia ha avuto nell’elezione dello sconosciuto Putin o al peso che la discussione sul nuovo scudo spaziale sta avendo nella battaglia presidenziale americana. In questo preoccupante scenario l’Europa sembra giocare di nuovo un ruolo di suddidanza nei confronti degli Stati Uniti. Di fatto è al rimorchio dell’iniziativa americana, non sa proporre un’altra strada e lo si è visto chiaramente nei giorni scorsi quando Solana è andato negli Stati Uniti per provare a denunciare il pericolo che l’Alleanza Atlantica stessa corre la dove gli Stati Uniti dovessero procedere nella costruzione dello scudo spaziale, perché in quel caso sarebbe uno scudo che sicuramente proteggerà gli americani da presunti attacchi di stati “fuorilegge” ma lascerebbe scoperti gli europei. E’ vero anche che ci sono state rassicurazioni americane secondo le quali, una volta creato questo scudo, ce ne sarebbero altri più piccoli, uno a protezione del Giappone e di Taiwan e un altro a protezione parziale dell’Europa. Ma sono con tutta evidenza pagliativi. In realtà il peso strategico di questa nuova iniziativa americana è finalizzato a far tenere in mano agli Stati Uniti la primazia nel primato tecnologico e militare che dà a Washington anche il primato politico anche in seno all’Alleanza Atlantica. Che fine fa in questo contesto il tentativo europeo di darsi un esercito autonomo? Viene ridotto secondo me ad un ruolo secondario che gli stessi americani non guardano male perché comunque si tratterebbe di dividere un po’ le spese dell’Alleanza. L’Europa sarebbe in ogni caso indotta a sposare la visione strategica degli Stati Uniti: cioé quella di un mondo grande e terribile, di un mondo scosso dalla globalizzazione, che l’occidente deve provare a governare con la consapevolezza che può scoppiare da un momento all’altro. L’Europa non fa che sposare questa visione generale e assumere un ruolo subalterno. Lo si è visto particolarmente nella guerra dei Balcani. Si tratta di un fatto ancora più grave se consideriamo che la maggioranza dei governi europei sono di sinistra o centro-sinistra.... Certamente. Non dobbiamo dimenticare che il ciclo della cosiddetta “sinistra di governo” in Europa è stato attivato dalla vittoria di Clinton nel ’92 negli Stati Uniti. Quindi c’è anche molta somiglianza con le speranze suscitate. Come Clinton promise una globalizzazione dal volto umano le sinistre europee promisero un’Europa diversa da quella di Maastricht. Non ci sono riuscite. Come Clinton si sono adagiate nella cultura neoliberale, nella governabilità neoliberale. Ne pagano entrambi il prezzo: tanto Clinton negli Stati Uniti sul fronte Wto e sul fronte del rapporto con il nuovo sindacato americano e con i nuovi movimenti, tanto l’Europa, che essendo tanto più timida degli americani paga un prezzo ancora maggiore. Tutto questo ridà grande fiato al commercio internazionale delle armi.... Infatti questo commercio sta vivendo giorni gloriosi che non si vedevano da tempo. Il mondo aveva imparato quasi a convivere con i cosiddetti dividendi della pace. In un decennio, dall’86 al ’96, l’umanità aveva risparmiato un terzo delle spese militari. E’ vero che la caduta era stata molto più accentuato nei paesi socialisti che non in occidente. E’ vero che l’Asia non aveva partecipato a questo grande risparmio ma comunque si era concretamente aperto uno spiraglio. Credo che tutti, e le sinistre in primo luogo, avrebbero dovuto crederci di più e investire di più. Invece, maturata in sede Nato, è prevalsa la corsa al riarmo. Che cosa si può fare per contrastare questo disegno? Io credo che non bisogna dismettere la battaglia per uno scioglimento di organizzazioni militari come quella della Nato. Credo però che rispetto ad un clima attuale sarebbe anche molto se noi riuscissimo a rompere la congiura del silenzio che sta circondando questo vertice di Firenze e riuscissimo a far sapere agli italiani che in questo momento il nostro ambasciatore e il nostro ministro degli Esteri stanno collaborando per rilanciare strategicamente l’atomica, come momento della nostra supremazia nel mondo. Credo che la sinistra antagonista farebbe già un passo in avanti se riuscisse ad imporre questo tema all’attenzione nazionale. E credo ancora che una parola d’ordine come “no al primo uso dell’atomica da parte della Nato”, accompagnato ad un “no” allo stesso possesso dell’atomica, sia qualche cosa che possa metterci in contatto con un’opinione pubblica forse per ora distratta rispetto a queste partite ma che una volta a conoscenza forse potrebbe cimentarsi in una battaglia di grande impegno civile ed ideale.

Vittorio Bonanni