From: "Chierico Navigante"

dal "manifesto" 16/3/2000 (questo articolo serve da introduzione al successivo)

SCIENZE UMANE DOPO L'ACCORDO FRA BLAIR E CLINTON
Alla conquista del genoma Entro il 2003 la mappatura
A 50 anni dalla scoperta del Dna, "a nudo" i segreti dei geni
- MAURIZIO GALVANI -


Sono passati quasi cinquant'anni da quando per la prima volta il dottor
Watson e il dottor Crick descrissero la struttura elicoidale del Dna. Una
scoperta che valse loro nel 1953 il riconoscimento del premio Nobel. Ma in
tutto questo tempo, è rimasta incessante l'ambizione scientifica di
conoscere la più intima composizione della proprietà del Dna (acido
desossoribonucleico). Ora si è ad un passo da una fondamentale opportunità:
la possibilità di determinare la sequenza dei tre miliardi di catene che
costituiscono l'impalcatuta del Dna e di identificare gli 80-100mila geni
che lo compongono. In parole più che sintetiche si sta arrivando a stabilire
un mappatura generale del genoma dell'uomo che finora è stato alla base
della costituzione della nostra differenziazione, visto che i geni sono il
presupposto di ogni sintesi proteica e della miriade di variazioni
metaboliche dettate dalle catene degli enzimi. Tanto da garantire la
complessità del nostro organismo.

Il programma che, negli Stati uniti, i ricercatori stanno mettendo a punto
ormai dal 1990 (spesa 3 miliardi di dollari) ora sembra arrivato ad una
svolta. Anche dopo la dichiarazione congiunta del presidente Bill Clinton e
del premier Tony Blair per rendere di dominio pubblico i progressivi
risultati delle ricerche. Negli Stati uniti il governo si è prefissato entro
il 2003 di dichiarare conclusi gli studi ed approntare un piano di
investimenti nel settore delle biotecnologie pari a 50 miliardi di dollari.
Entro quella data gli scienziati contano di avere concluso questa mappatura
genetica, di cui già si conosce la composizione almeno per il 10%.

Alla stato attuale, tuttavia, si sa che lo stesso 99% del genoma umano è
simile o più giustamente incrociato nella popolazione totale ma che è
proprio la variazione dell'1% che ne stabilisce la differenza ed anche la
possibilità che si possano identificare individui portatori di particolari
mutazioni o deficit. Si aggiunge inoltre che la sequenza del Dna si
caratterizza per la composizione di quattro fondamentali basi: l'adenina, la
timina, la citosina e la guanina. Allo stato attuale così si è venuto a
scoprire che alcune malattie sono frutto proprio di mutazioni di una parte
del Dna - come ad esempio nella fibrosi cistica e in alcune forme di
cancro - ed addirittura, per gli scienziati, alcune forme di schizofrenia o
psicosi infantile (autismo) sarebbero da ricollegare a questi deficit che
presupporebbero un malfunzionamento della attività molecolare delle cellule.

Dopo queste ipotesi è facile presupporre che il prossimo passo sarà quello
di avviare una serie di metodiche di ingegneria genetica per riportare
l'ordine in una sequenza sbagliata. Se si pensa che in passato una delle
prime identificazione di un difetto congenito fu proprio dovuta alla
scoperta nella sindrome di Down di una terza coppia del cromosoma 21. Con i
progressi in questo studio del "Genoma Umano" i ricercatori sperano di
andare ancora più in profondità per stabilire i deficit che sono alla base,
suppostamente, di circa 4.000 malattie genetiche. Come pure cercano di
classificare alcune patologie multifattoriali nelle quali la predisposizione
genetica (la differenza dalla mappatura) gioca un ruolo importante.

Tuttavia, come è avvenuto per Internet l'approccio a questo campo della
biologia molecolare - potenzialmente pieno di risorse e aperto
all'applicazione comparata in altri settori quali l'agricoltura o la
farmacologia (di qui la reazione negativa di alcune imprese a Wall street,
che hanno visto ridursi le possibilità dell'affare) - crea alcune
perplessità. Infatti c'è sempre la tendenza ad ottenere da una scoperta il
massimo, e non solo, quando si tratta di difendere la salute pubblica. La
mappatura genetica così potrebbe trovare applicazione nel campo forense con
il rischio di riportare al riduzionismo biologico la complessità del disagio
sociale che sta alla base della criminalità. Secondo, può diventare uno
strumento per una classificazione in database delle razze. Riproponendo
sotto altra forma l'antico conflitto fra pelle nera e bianca. Nel linguaggio
scientifico già si parla di bioarcheologia o antropologia biologica, alla
scopo di stabilire i movimenti migratori e la loro influenza sul genoma, nei
secoli. Si potrebbe addirittura accelerare la produzione di fonti
energetiche, sfruttando il riconoscimento del genoma di alcune forme
batteriche (Escherichia coli eccetera) per produrre calore. A largo raggio
si possono monitorare i danni che l'ambiente provoca sulla resistenza
individuale.Cioè, la mappatura del genoma può contenere insieme tante
opportunità di applicazione sia positive che negative. In questo senso può
essere utile uno sforzo di democrazia. Perchè più si allargano le nostre
conoscenze e tanto si evitano i danni di uniformità da cui finora ci si è
difesi con il nostro segreto genoma.